Il derby tricolore per la coppa degli yacht

In un lembo di terra di nemmeno 30 chilometri si consuma ogni anno un derby alquanto insolito. Nessun pallone o terreno di gioco, ma piuttosto scafi, timoni e motori, uniti a un’attenta cura per il design, perché in questa partita i dettagli sono decisivi. È lo scontro tra Ferretti e Sanlorenzo, due gruppi simbolo dello yachting italiano che tra Marina di Carrara e La Spezia hanno stabilito i loro cantieri principali e che, nel profondo rispetto reciproco, vivono l’ebbrezza della competizione con la rivale.

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Due gruppi nati a dieci anni di distanza

Ferretti nasce nel 1968 dall’idea dei fratelli Alessandro e Norberto, figli di un commerciante di combustibili e proprietario di una concessionaria di automobili, decisi ad allargare gli affari di famiglia al settore della nautica. Sanlorenzo, invece, viene fondata 10 anni prima a Limite Sull’Arno, nel fiorentino, e deve il suo nome alla piazza del paese in cui venne firmato l’atto notarile per la sua costituzione. I primi cantieri si affacciavano sul fiume e le barche arrivavano al porto solcando l’Arno.

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Sanlorenzo rimbalza nelle Americhe

Quest’anno la medaglia d’oro per ricavi netti del nuovo (ovvero escluso l’usato) va a Ferretti, che con 1,17 miliardi di euro si mantiene a distanza da Sanlorenzo, salita a 930,4 milioni. Quest’ultima però batte la prima per il valore del portafoglio ordini lordo, 1,95 miliardi contro 1,7, grazie a una robusta raccolta nel quarto trimestre. In aggiunta, sotto la guida di Massimo Perotti, Sanlorenzo ha messo a segno un sonoro rimbalzo nelle Americhe, dove i ricavi sono aumentati del 58%. Una geografia in cui, complici anche le elezioni americane, è scivolata la Ferretti di Alberto Galassi (-15%), che però prevede già di rialzarsi.

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Le insidie del mercato Usa

Quello statunitense è un mercato insidioso. Primo, i gusti non sempre coincidono con quelli europei, prediligendo la performance del motore (meglio se fuoribordo) allo stile. Secondo, molti standard normativi americani, riguardanti ad esempio gli impianti elettrici o la cabina di pilotaggio, differiscono da quelli in vigore nel bacino del Mediterraneo, in cui invece c’è una certa omogeneità.

Per affrontare le specificità del mercato, Ferretti anni fa ha fondato negli Stati Uniti un centro dedicato ai servizi, pur continuando a produrre in Italia.

Il terzo gruppo del distretto ligure-toscano

A dire il vero, i due gruppi citati finora non sono gli unici a presidiare il distretto nautico tra Liguria e Toscana. Anche The Italian Sea Group ha sede e costruisce le sue imbarcazioni in quella zona, ma rispetto alle altre presenta numeri più contenuti. I primi nove mesi del 2024 si sono chiusi con 292 milioni di ricavi, dopo i 364 milioni registrati al 31 dicembre 2023, con un valore del portafoglio ordini pressoché stabile a circa 1,27 miliardi.

Per il 2024 la società si aspetta ricavi compresi tra i 400 e i 420 milioni, mentre gli analisti di Intermonte prevedono vendite in crescita del 13%, con un margine del 17,2%. Una particolarità: nel suo portafoglio il gruppo vanta il marchio più antico al mondo, Picchiotti, che già nel 1600 produceva barche di alta qualità.

L’altra competizione di Azimut-Benetti

Ferretti, Sanlorenzo e Tisg sono ad oggi il secondo, terzo e quarto costruttore di yacht italiani – nonché unici quotati – battuti da un’altra eccellenza del settore, che però milita in una competizione leggermente differente, quella dei superyacht.

Azimut-Benetti è il gruppo nato dall’acquisizione di Fratelli Benetti da Parte di Azimut Yachts della famiglia Vitelli, ancora oggi primo azionista. Ma negli ultimi anni nel capitale sono entrati dapprima Tamburi Investment Partners (all’8%) poi Public Investment Fund (Pif), fondo sovrano dell’Arabia Saudita (al 33%). La presenza dei fondi di investimento ha portato il gruppo a dotarsi di una struttura di governance solida, capitanata da Marco Valle.

Addio a Mr. Azimut, l’uomo che dalle Alpi inventò gli yacht

È l’unico dei quattro ad aver prodotto barche da 100 metri. E proprio a causa del piedaggio superiore delle sue imbarcazioni, alcuni aspetti finanziari sono difficilmente comparabili con le tre quotate. Per Azimut-Benetti la stagione nautica 2023/2024 termina con 1,3 miliardi di ricavi.

Sanlorenzo compra le barche a vela Swan da Leonardo Ferragamo

Voglia di M&A

Esclusi i primi quattro player, il mercato italiano è estremamente frammentato. E proprio la pluralità degli attori porta i maggiori a guardarsi attorno. La scorsa estate è stata Sanlorenzo ad annunciare l’acquisizione di Nautor Swan, società che costruisce imbarcazioni a vela di lusso, da Ferragamo con un accordo dal valore di 80,9 milioni.

Pochi mesi dopo, al salone nautico di Cannes, l’ingegner Galassi ha prospettato per Ferretti due «imminenti» acquisizioni, che riguardano la filiera produttiva. «Vogliamo portarci a casa la produzione delle barche a vela Wally, abbiamo già l’approvazione del cda», aveva detto a settembre. Da allora il mercato aspetta.

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