Il sogno difficile della casa. Nomisma: su 3 milioni di famiglie interessate, solo 980mila se la possono permettere

MILANO – Nonostante i segnali di ripresa del mercato delle compravendite e il calo del costo dei mutui per il taglio ai tassi della Bce, la casa resta per molti aspiranti acquirenti un sogno irrealizzabile.

“Negli ultimi anni l’inflazione ha eroso il reddito disponibile, che per 3 famiglie su 5 rimane inadeguato o appena sufficiente per far fronte alle necessità, obbligandole a fare i conti con le proprie effettive capacità finanziarie. In questo scenario, aumentano le difficoltà di acquisto dell’abitazione, in particolar modo per le famiglie unipersonali e quelle più numerose, così come le difficoltà a sostenere canoni di locazione investiti da un trend di crescita più sostenuto rispetto ai prezzi”.

La fotografia arriva dal 17esimo Rapporto sull’Abitare realizzato da Nomisma e Crif, presentato con la Confindustria nella sede di Viale dell’Astronomia a Roma. L’incertezza incrina il clima di fiducia delle famiglie, anche se ci sono giudizi più favorevoli – rispetto all’anno scorso – sulla sicurezza lavorativa personale e sulla disponibilità delle banche a concedere credito. Peggiora lo sguardo d’insieme: le valutazioni rispetto alle prospettive di crescita del Paese e alle ricadute economiche e sociali dovute al perdurare dei conflitti in Ucraina e in Medio Oriente. Si conferma, come fanalino di coda, anche quest’anno, la fiducia rispetto alla credibilità dei partiti.

Se la casa resta un obiettivo ben chiaro per gli italiani (sono 3 milioni le famiglie che nei prossimi 12 mesi dichiarano un interesse all’acquisto), “le condizioni per concretizzare la compravendita, però, non sempre sono accessibili, al punto che – secondo le rilevazioni di Nomisma – la “domanda reale” vede coinvolte 980.000 famiglie”, in ogni caso “un numero elevato se confrontato con le 700.000 compravendite di abitazioni previste a consuntivo dell’anno 2024”. Contemporaneamente la quota di famiglie in locazione che considera l’affitto come unica soluzione possibile a fronte della mancanza di risorse per accedere alla compravendita è passata dal 56% nel 2023 al 59,3% del 2024.

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“Per un crescente numero di italiani l’acquisto di un’abitazione rischia di rivelarsi un sogno difficile da realizzare – commenta Luca Dondi di Nomisma – perché, seppure negli ultimi anni sia aumentata la consapevolezza della necessità di migliorare il proprio comfort abitativo, le famiglie si trovano a dover fare i conti con le proprie capacità finanziarie. Il calo di interesse nei confronti dell’acquisto sembra infatti riguardare soprattutto la componente di famiglie più fragile da un punto di vista economico e reddituale. In questo quadro, per molti la locazione diventa l’unica strada percorribile, in attesa che le condizioni di accesso al credito consentano di riproporre l’ambizione proprietaria oggi forzosamente accantonata”.

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Anche su questo fronte però c’è un tema di offerta scarsa e infatti gli affitti a lungo termine sono in sofferenza. “A fronte di una maggiore e più attenta richiesta abitativa – dice il rapporto – nel corso degli anni non si è riusciti a programmare per tempo un’offerta adeguata, specialmente nel segmento della locazione a costi accessibili. Anzi, la maggiore rischiosità percepita dall’utenza e le logiche di mercato hanno progressivamente indotto le famiglie-proprietarie a una minore propensione alla locazione tradizionale: solo l’11% delle famiglie multiproprietarie prevede di dare in locazione le proprie abitazioni con formule a medio termine”.

Tra le note positive, il taglio dei tassi porta a un “progressivo allentamento dei criteri di offerta sui finanziamenti”. Nel rapporto si stima che i nuclei che dichiarano di avere difficoltà nel pagamento delle rate del mutuo si attestano al 4,3% contro il 6% del 2023 e il 7,5% del 2022. Allo stesso tempo diminuisce anche la quota di famiglie che teme di poter incontrar difficoltà nel pagamento della rata del mutuo nei prossimi 12 mesi.

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