La Cina torna a crescere, segnali di fiducia da industria ed export
PECHINO – Una nuova boccata d’ossigeno. Continua un inizio di 2024 positivo per la Cina: un po’ di sollievo per Pechino (e per gli investitori a livello globale) che dà alla seconda economia mondiale buone basi per rimettersi in carreggiata, nonostante il protrarsi del crollo del settore immobiliare e il rallentamento dei consumi.
L’attività manifatturiera cinese si è espansa al ritmo più veloce degli ultimi 13 mesi: il Pmi Caixin/S&P Global è salito a 51,1 a marzo dal 50,9 del mese precedente, segnando un’espansione per il quinto mese consecutivo (la soglia dei 50 punti separa la crescita dalla contrazione), grazie ad un’accelerazione della crescita della domanda interna ed estera. Risultati incoraggianti che arrivano dopo i recenti dati positivi sulle esportazioni (a gennaio-febbraio sono aumentate del 7,1% rispetto all’anno precedente) e sulle vendite al dettaglio (+5,5% nei primi due mesi dell’anno).
La Borsa ringrazia: i titoli cinesi hanno registrato lunedì il più grande guadagno giornaliero in un mese. Alla chiusura, l’indice Shanghai Composite era in rialzo dell’1,19%, mentre l’indice blue-chip CSI300 è salito dell’1,64%.
«La performance economica nei primi due mesi di quest’anno è stata migliore del previsto, mentre il Pmi manifatturiero è rimasto in territorio espansivo per cinque mesi consecutivi. Ciò indica una ripresa economica generalmente stabile e positiva», ha dichiarato Wang Zhe, economista del Caixin Insight Group. «La serie di politiche introdotte all’inizio dell’anno per stabilizzare la crescita sta gradualmente producendo effetti», continua Wang. Anche se per raggiungere l’ambizioso obiettivo di crescita economica di quest’anno, pari a “circa il 5%” – come ha annunciato il premier Li Qiang a inizio marzo durante l’apertura dei lavori dell’Assemblea Nazionale del Popolo – «saranno necessari sforzi costanti. L’economia cinese si trova ancora ad affrontare venti contrari».
Nonostante la ripresa nella maggior parte dei sottoindici del Pmi, resta da vedere quanto sarà sostenibile il rimbalzo, data la persistente debolezza in alcune aree. «La contrazione del sottoindice dei prezzi alla produzione nel Pmi manifatturiero ufficiale si è accentuata, ad esempio, a marzo, evidenziando le pressioni deflazionistiche che comprimono i margini di profitto delle imprese. L’indagine di Caixin ha inoltre mostrato che entrambi gli indicatori dei costi dei fattori produttivi e dei prezzi alla produzione hanno toccato i minimi da luglio 2023», sottolinea Bloomberg.
Segnali positivi, più contenuti, anche dal mercato immobiliare in crisi. I prezzi delle nuove case in Cina sono aumentati a marzo al ritmo più veloce in più di due anni e mezzo a marzo rispetto al mese precedente, grazie alle misure di sostegno del governo messe in campo negli ultimi mesi: i prezzi medi delle nuove case in 100 città sono aumentati dello 0,27% rispetto al mese di marzo, il più grande aumento dal luglio 2021, secondo i dati di China Index Academy. Tuttavia, il valore delle vendite di nuove case da parte delle 100 maggiori società immobiliari è sceso di circa il 46% rispetto all’anno precedente, a 358 miliardi di yuan (45,8 miliardi di euro), dopo un calo del 60% a febbraio, dimostrando che non è ancora in vista un’inversione di tendenza per il settore del mattone.
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