La scure del ddl Bilancio sui Caf: fondi tagliati del 10 per cento, con effetto retroattivo
La mannaia sui Caf. Spunta tra le pieghe del ddl Bilancio 2026 una riduzione di 21,6 milioni dei fondi destinati ai Centri di assistenza fiscale, gli intermediari di cui molti cittadini che non vogliono – o non possono – rivolgersi a un commercialista, si avvalgono per la compilazione e l’invio della dichiarazione dei redditi. Secondo quanto riferisce “Il Sole 24 Ore”, l’articolo 129, comma 5, del ddl approdato al Senato prevede il taglio, con effetto retroattivo.
La disposizione è parte delle misure di efficientamento della spesa pubblica e viene giustificata con “il consolidamento delle procedure relative alla dichiarazione dei redditi precompilata”. Insomma, nelle intenzioni del legislatore sarebbe il crescente utilizzo del metodo “fai da te” a dare senso alla riduzione dei fondi.
Nei Caf l’85 per cento delle dichiarazioni
I dati relativi all’ultima campagna fiscale, in realtà, danno indicazioni di tutt’altro avviso. I Caf hanno elaborato oltre 20 milioni di dichiarazioni, l’85 per cento di tutte quelle che sono state presentate e con un un saldo positivo vicino al 2 per cento rispetto all’anno precedente. Insomma, anche se la precompilata viene usata più che in passato, ciò non significa che il lavoro dei centri di assistenza fiscale sia diminuito. Oltretutto, la decisione di tagliare a posteriore i compensi di quello che in termini percentuali corrisponde al 10 per cento creerà non pochi problemi, visto che l’attività è già stata messa a bilancio, svolta e rendicontata in base ai fondi previsti. Senza contare che i rimborsi erano già stati oggetto di precedenti tagli e già oggi non sono sufficienti a garantire un servizio di qualità.

Le conseguenze, come sempre, rischiano di ricadere sull’utente finale. Aumenti dei prezzi e verosimile chiusura di molti centri, in particolare nei piccoli comuni e nelle aree interne.
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