L’agenda della settimana. Raffica di dati macro, focus sulle parole di Powell e sulla geopolitica

MILANO – La prossima sarà un’altra settimana ricca di dati macroeconomici a cui i mercati presteranno particolare attenzione, assieme agli sviluppi geopolitici che continuano a preoccupare gli investitori. Il focus sarà sugli indici pmi, attesi in lieve aumento nell’Eurozona, mentre negli Usa, oltre ai pmi dei servizi e manifatturiero, gli occhi saranno puntati sul Pce, indice di riferimento della Fed per l’inflazione, sul Pil e sulle parole del presidente della Federal Reserve, Jerome Powell.

Lunedì 22

Niente dati macro ma diversi interventi di banchieri centrali, sia della Fed che della Bce, tra cui Joachim Nagel, Philip Lane e Stephen Miran, il componente del board della Fed appena nominato da Donald Trump.

Martedì 23

I mercati resteranno chiusi in Giappone. Nell’Eurozona e negli Usa pioggia di indici pmi sia dei servizi che della manifattura mentre in serata c’è grande attesa per l’intervento di Jerome Powell sull’outlook economico, anticipato nel pomeriggio da quello del componente votante della Fed, Michelle Bowman.

Mercoledì 24

Dalla Germania arriverà l’indice Ifo sulle aspettative mentre dagli Usa sono attesi in ripresa i dati sulle vendite di case nuove, a cui si aggiungono quelli dell’Aie sulle scorte di greggio.

Giovedì 25

Si apre con la fiducia dei consumatori tedeschi, seguita dalla riunione della banca centrale svizzera e dal bollettino economico della Bce. Dagli Usa attesa la lettura finale del Pil del secondo trimestre, che dovrebbe confermare una crescita del 3,3%, la bilancia commerciale di agosto, gli ordini di beni durevoli, le richieste di sussidi di disoccupazione e le vendite di case esistenti e i permessi edilizi. Parleranno diversi componenti della Fed, tra cui i votanti Bownam, John Williams e Michael Barr.

Venerdì 26

Sono in agenda l’inflazione giapponese, le aspettative di inflazione della Bce e gli indicatori di fiducia italiani. L’attenzione sarà però tutta concentrata sull’indice Pce, l’indicatore preferito della Fed sull’inflazione, atteso in lieve rialzo dal 2,6 al 2,7%. Chiudono l’indice della fiducia dell’Università del Michigan e un nuovo intervento di Bowman.

Condividi questo contenuto: