L’arte dell’ironia si mette in mostra al Mambo di Bologna
Nell’ambito di Art City Bologna 2025, evento dedicato all’arte contemporanea promosso dal Comune di Bologna e da BolognaFiere, il Museo d’arte moderna di Bologna (Mambo) ospita fino al 7 settembre ‘Facile ironia. L’ironia nell’arte italiana tra XX e XXI secolo’. La mostra ripercorre la storia dell’arte italiana attraverso il tema dell’ironia, intesa come strategia estetica capace di alludere a significati profondi senza esprimerli direttamente. Curata da Lorenzo Balbi e Caterina Molteni la collettiva presenta più di 100 opere accomunate dalla socratica ‘arte di fare domande’ per svelare le contraddizioni della realtà. Il progetto espositivo abbraccia differenti generazioni e linguaggi coprendo un arco temporale che va dagli anni Cinquanta ai giorni nostri.
Articolato in sezioni, il percorso prende avvio da ‘Mozzarella in carrozza’ di Gino De Dominicis che traduce la nota pietanza nel primo paradosso linguistico dell’allestimento. L’iniziativa prosegue con le celebri strutture di Pino Pascali, i lavori di Paola Pivi, le installazioni di Maurizio Cattelan e l’icona del ‘900 ‘Merda d’artista’ di Piero Manzoni. La sezione successiva raccoglie gli artisti che hanno tratto ispirazione dal mondo dell’infanzia per svelare l’incoerenza del mondo adulto. È il caso, per esempio, di Alberto Savinio, Enrico Baj, Bruno Munari, Carla Accardi e dei giovani artisti Riccardo Baruzzi, Valerio Nicolai, Guendalina Cerruti e Federico Tosi.
In mostra ritroviamo anche le istanze femministe e le critiche ai valori della società patriarcale interpretate dalle opere di Tomaso Binga e dalle esperienze dei collettivi napoletani Gruppo XX e Donne/Immagine/Creatività. L’ironia intesa come strumento di mobilitazione politica è analizzata attraverso le documentazioni fotografiche delle azioni della compagnia ‘Lo zoo’ di Michelangelo Pistoletto. Non mancano le animazioni in gommapiuma di Piero Gilardi, i fumetti degli ‘Indiani metropolitani’ firmati da Pablo Echaurren e i collage di Nanni Balestrini. Si prendono poi gioco del sistema le dichiarazioni lapidarie sull’arte incise sulle tavole di Giuseppe Chiari mentre Emilio Prini e Salvo, Italo Zuffi e Piero Golia ironizzano sulle dinamiche di potere.
Fra le ricerche più recenti segnaliamo ‘Copy cat’ di Eva & Franco Mattes che riflette sul tema dell’originalità dell’opera d’arte nel mondo contemporaneo. La rassegna si conclude con una raccolta di sperimentazioni condotte da Arrigo Lora Totino, Giulia Niccolai, Adriano Spatola e Patrizia Vicinelli che esaminano la perdita di senso del linguaggio. Sponsorizzata da Gruppo Hera, la mostra è accompagnata da un catalogo edito da Società Editrice Allemandi con i testi dei curatori.
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