Le Borse di oggi, 1° ottobre. Il petrolio schizza per il rischio escalation in Medio Oriente, inflazione nell’Eurozona sotto il 2%

MILANO – I listini europei faticano a prendere una direzione precisa dopo la pubblicazione dei negativi indici Pmi sul settore manifatturiero dell’Eurozona, anticipatori dell’andamento economico perché costruiti con il sondaggio dei direttori agli acquisti delle aziende. Il dato di giornata è la discesa dell’inflazione dell’Eurozona sotto il 2%, obiettivo Bce, come non avveniva dal 2021: i prezzi al consumo di settembre segnano un +1,8%, dal 2,2% precedente, con la forte discesa della componente energetica. Una indicazione che nelle sale operative viene letta come un supporto al fatto che la Banca centrale possa nuovamente tagliare i tassi ad ottobre.

Anche perché nel frattempo, come detto, arrivano nuove negative per l’aggregato dell’area con la moneta unica, con l’indice a 45 punti (la soglia che separa la contrazione dall’espansione economica è 50 punti) e ai minimi del 2024. Il Vecchio continente sta andando a due velocità: tiene il Sud, con Spagna e Grecia in positivo, cede ancora la Germania. Nel dettaglio dell’Italia, l’indicatore cala a 48,3 punti e l’attività rimane così in contrazione. Nell’agenda degli investitori c’è poi il dato sull’inflazione nell’Eurozona, dopo che ieri Italia e Germania hanno mostrato una crescita dei prezzi più ridotta delle attese.

I mercati registrano anche le parole di Jerome Powell, che ieri ha lasciato intendere che i prossimi tagli ai tassi di interesse da parte della Fed potrebbero essere più contenuti rispetto ai 50 punti di riduzione decisi a settembre.

Giornate a scartamento ridotto in Asia, con i listini cinesi chiusi per festività lasciandosi alle spalle la giornata con il rialzo intraday più forte dal 2008. Tokyo beneficia dell’indebolimento dello yen e recupera parte delle perdite di ieri, archiviando gli scambi a +1,93%.

Ma il rischio di un’escalation in Medio Oriente fa schizzare le quotazioni del petrolio, in forte calo fino al primo pomeriggio, e ora in rialzo di quasi il 3%, con il Wti che avanza del 2,9% a 70,15 dollari al barile e il Brent del 2,7% a 73,62 dollari. Bene anche l’oro che avanza dello 0,5%, a 2.664 dollari l’oncia. Chiusura in deciso calo a Piazza Affari

L’inflazione dell’Eurozona cala all’1,8% a settembre

Pmi manifatturiero, l’Italia estende la contrazione

Indice Pmi manifatturiero, a settembre minimi dell’anno per l’Eurozona

L’euro perde lo 0,61% sul dollaro

L’euro è scambiato a 1,1068 dollari dopo la chiusura di Wall Street. La moneta unica perde lo 0,61% verso il biglietto verde.

Wall Street chiude in calo

Wall Street chiude in calo. Il Dow Jones perde lo 0,41% a 42.157,11 punti, il Nasdaq cede l’1,53% a 17.910,36 punti mentre lo S&P 500 lascia sul terreno lo 0,93% a 5.708,72 punti.

Wall Street in flessione dopo l’attacco dell’Iran a Israele

Wall Street procede negativa fra lo sciopero dei porti americani e l’attacco dell’Iran a Israele. Il Dow Jones perde lo 0,69% a 42.037,59 punti, il Nasdaq cede il 2,12% a 17.806,50 punti mentre lo S&P 500 lascia sul terreno l’1,29% a 5.688,25 punti.

Il gas guadagna lo 0,59% ad Amsterdam

Chiusura in rialzo per il gas sul mercato di Amsterdam. I future Ttf, benchmark del prezzo del metano nel Vecchio continente, hanno terminato le contrattazioni in progresso dello 0,59%, a 39,27 euro al megawattora.

Brembo annuncia la cessione della partecipazione in Pirelli

Brembo annuncia l’avvio di una operazione di cessione dell’intera partecipazione di 55.800.000 azioni ordinarie di Pirelli, pari a circa il 5,58% del capitale sociale della società. L’offerta sarà realizzata attraverso una procedura di accelerated bookbuilding rivolta a “determinate categorie di investitori istituzionali”. La procedura avrà inizio immediatamente. Bnp Paribas agisce in qualità di sole global coordinator e bookrunner dell’offerta. Skadden, Arps, Slate, Meagher & Flom in qualità di legal counsel dell’azionista venditore.

Borse europee in ribasso per l’escalation in Medio Oriente

Chiusura in ribasso per le Borse europee, che scontano l’allarme lanciato dalla Casa Bianca in merito al rischio di un imminente attacco missilistico dell’Iran ai danni di Israele. Parigi ha chiuso in calo dello 0,81%, Francoforte dello 0,58% mentre Londra è salita dello 0,48%. In netto calo Madrid (-1,8%), che sconta le vendite sulle banche, penalizzate dai timori di un rialzo dei tassi e da un report di Morgan Stanley che ha tagliato il giudizio sul settore.

Chiusura in deciso calo a Piazza Affari

L’indice Ftse Mib ha terminato le contrattazioni in flessione dell’1,04% a 33.771 punti, con gli investitori preoccupati dai rischi di un’escalation militare in Medio Oriente dopo l’allarme lanciato dagli Usa in merito a un imminente attacco dell’Iran a Israele.

Dow Jones, la maglia nera va al titolo Apple: -3,5%

Il titolo di Apple cede il 3,5% ed è il peggiore sul Dow Jones, dopo che un analista di Barclays ha manifestato i suoi timori sulla “domanda debole” di iPhone 16. Secondo l’analista, gli ordini per la produzione dell’ultimo modello dell’iphone potrebbero essere stati ridotti di 3 milioni di unità. Inoltre, Citi ha tagliato le sue previsioni di vendita degli iPhone per gli ultimi due trimestri dell’anno.

Il rischio escalation in Medio Oriente fa schizzare il petrolio a New York

Si appesantiscono le Borse europee in scia al pericolo, denunciato dalla Casa Bianca, di un “imminente” attacco missilistico dell’Iran contro Israele. Milano e Parigi cedono l’1%, Francoforte lo 0,7% mentre Londra si mantiene appena sopra la parità (+0,1%). Ancora peggio fa Wall Street, dove il Nasdaq perde l’1,9% e l’S&P 500 l’1,2%. Il rischio di un’escalation fa schizzare le quotazioni del petrolio, in forte calo fino al primo pomeriggio, e ora in rialzo di quasi il 3%, con il Wti che avanza del 2,9% a 70,15 dollari al barile e il Brent del 2,7% a 73,62 dollari. Bene anche l’oro che avanza dello 0,5%, a 2.664 dollari l’oncia.

Wall Street apre in calo

Wall Street apre in calo in vista del report sui posti di lavoro di questa settimana e il giorno dopo che il presidente della Federal Reserve Jerome Powell ha respinto le aspettative del mercato per un taglio eccessivo dei tassi di interesse. Il Dow Jones è sceso dello 0,16% a 42.262,97 punti. L’S&P 500 è calato dello 0,08% a 5.757,73
punti, mentre il Nasdaq Composite ha perso lo 0,19% a 18.154,939
punti

Europa contrastata

Le Borse europee si muovono su due differenti binari. Parigi (-0,17%), Milano (- 0,13%) e Madrid (-0,4%) sono in calo; Londra sale dello 0,26% e Francoforte dello 0,18% con i nuovi dati sull’inflazione nell’area dell’euro che sostengono le scommesse sulla Banca Centrale Europea che procederà più rapidamente con la sua politica di taglio dei tassi.
Gli investitori stanno anche monitorando i rischi geopolitici dopo che Israele ha dichiarato oggi di aver iniziato “raid terrestri mirati” nel Libano meridionale

Adnoc rileva Covestro per 11,7 miliardi

Dopo mesi di trattative, la compagnia
petrolifera di Abu Dhabi Adnoc acquisirà il produttore chimico tedesco Covestro: si tratta della più grande operazione mai fatta in Europa da un investitore mediorientale. Il prezzo dell’operazione è di 11,7 miliardi. Adnoc offre così agli azionisti un prezzo di 62 euro per azione.
Il CEO di Covestro Markus Steilemann ha così commentato: “Siamo convinti che l’accordo che abbiamo raggiunto oggi con Adnoc sia nel migliore interesse di Covestro, dei nostri dipendenti, dei nostri azionisti e di tutti gli altri stakeholder. Il supporto di Adnoc International ci garantisce una base ancora più solida per una crescita sostenibile in settori altamente attraenti e possiamo dare un contributo ancora maggiore alla trasformazione verde”. Steilemann ha aggiunto: “Consideriamo Adnoc International un partner finanziariamente forte e a lungo termine con il quale possiamo portare avanti ulteriormente la nostra strategia di successo di ‘Futuro sostenibile’ in qualsiasi condizione di mercato. Le nostre strategie di crescita complementari e il nostro impegno condiviso verso le tecnologie avanzate, l’innovazione e la sostenibilità sono pilastri importanti della nostra partnership”. L’acquisizione mira a garantire il posto di Adnoc tra le prime 5 dell’industria chimica. Secondo Sultan Ahmed Al Jaber, capo di Adnoc, l’operazione si inserisce perfettamente nella strategia di crescita sostenibile di Adnoc, che mira a diventare una delle cinque più grandi aziende chimiche del mondo. La compagnia emiratina inizialmente aveva offerto 55 euro per azione, cifra che il management e gli azionisti ritenevano troppo bassa. Il prezzo ora concordato di 62 euro è superiore di oltre il 50% rispetto al prezzo delle azioni prima che diventasse noto l’interesse di Adnoc per Covestro.

L’inflazione dell’Eurozona cala all’1,8% a settembre

A settembre secondo la stima ‘flash’ di Eurostat l’inflazione nell’Eurozona è scesa all’1,8%, rispetto al 2,2% di agosto. I rialzi dei prezzi maggiori si registrano nei servizi (4%), seguono cibo, alcol e tabacco (2,4%), e beni industriali (0,4%). Ancora giù l’energia (-6%, dopo il -3% di agosto). Tra i singoli Paesi, valori più alti in Belgio (4,5%) ed Estonia (3,2%) e inferiori in Irlanda (0,2%) o Lituania (0,4%). Inflazione in Italia è allo 0,8%.

Milano annulla il rialzo iniziale

Piazza Affari annulla il lieve rialzo con cui ha aperto la seconda seduta settimanale con il Ftse Mib che ora lima lo 0,10% a 34.095 punti. Sul listino si segnala l’andamento di Stellantis che dopo il tonfo di ieri sale adesso dello 0,92%.

Pmi manifatturiero, l’Italia estende la contrazione

A settembre, il settore manifatturiero italiano continua a contrarsi sempre di più conseguentemente al maggiore declino dei livelli della produzione, dei nuovi ordini e delle giacenze dei fattori produttivi. L’Indice Pmi (Purchasing Managers’ Index) sul settore manifatturiero italiano è sceso a settembre a 48,3, da 49,4 di agosto. La contrazione, spiega la nota, si è estesa al sesto mese consecutivo e si è intensificata per il forte calo di tre dei cinque componenti del PMI: produzione, nuovi ordini e giacenza degli acquisti. La debolezza della domanda è la causa principale di questo peggioramento. Sia gli ordini totali che quelli esteri sono calati a settembre con dei tassi elevati e più rapidi. Le deboli condizioni della domanda hanno inoltre influenzato i piani di produzione dei manifatturieri. I livelli produttivi sono calati ad un tasso elevato e più veloce rispetto ad agosto.

Indice Pmi manifatturiero, a settembre minimi dell’anno per l’Eurozona

Gli ultimi dati dell’indagine Hcob Pmi hanno mostrato che alla fine del terzo trimestre il settore manifatturiero della zona euro scivola sempre più in contrazione, con i parametri chiave che solitamente misurano lo stato di salute delle aziende, ovvero produzione, nuovi ordini, livello occupazionale e attività di approvvigionamento in calo a tassi più rapidi. I produttori manifatturieri dell’eurozona hanno inoltre riveduto le loro giacenze al ribasso, con le aspettative di crescita dell’attività futura in calo al livello minimo in 10 mesi. Dopo i precedenti tre mesi di non cambiamento, l’Hcob Pmi del Settore Manifatturiero Eurozona, che misura lo stato di salute delle aziende manifatturiere dell’eurozona ed è redatto da S&P Global, a settembre è calato a 45 punti dai 45,8 di agosto, e ha segnalato un forte e accelerato peggioramento dello stato di salute delle aziende manifatturiere della zona euro. Le attese erano per un dato a 44,8 punti. In particolare, l’indice principale è diminuito al livello minimo dell’anno in corso raggiungendo un valore inferiore alla media di contrazione degli ultimi 27 mesi.

Russia, prima contrazione del pmi manifatturiero da aprile 2022

L’indice Pmi manifatturiero S&P Global Russia è sceso a 49,5 punti a settembre dai 52,1 di agosto, segnando la prima contrazione dell’attività manifatturiera da aprile 2022. Ciò è stato determinato da rinnovate contrazioni della produzione, dei nuovi ordini e dell’occupazione.
La produzione si è ridotta per la prima volta da luglio 2022, principalmente a causa delle condizioni di domanda deboli e dei ritardi nelle consegne dei fornitori, che hanno portato a carenze di input. Tuttavia, le vendite all’estero sono aumentate al ritmo più rapido da agosto 2023. Anche l’occupazione è calata, con il ritmo di licenziamenti più rapido da ottobre 2022, mentre gli arretrati di lavoro sono diminuiti per la terza volta in quattro mesi. Nel frattempo, l’attività di acquisto si è moderata al ritmo più lento in due anni.
Per quanto riguarda i prezzi, sia l’inflazione dei costi di input che di output è accelerata a causa dei maggiori costi di trasporto e dei fornitori. I prezzi di vendita sono aumentati al ritmo più rapido in quasi un anno, poichè le aziende hanno trasferito questi costi ai clienti. Infine, il sentiment aziendale è peggiorato al livello più basso da febbraio 2023.

Il gas torna sotto i 39 dollari al megawattora

Il prezzo del gas torna sotto la soglia dei 39 euro in apertura di seduta per le commodities. Ad Amsterdam il Ttf cede l’1,59% a 38,43 euro al megawattora.

L’oro cresce ancora

Prezzo dell’oro in lieve aumento questa mattina sui mercati delle materie prime: il metallo prezioso con consegna immediata (Gold spot) passa di mano a 2.644,14 dollari con una crescita dello 0,36% mentre l’oro con consegna a dicembre (Comex) è scambiato a 2.664,90 dollari con una crescita dello 0,21%

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