Le parole giuste per non superare i limiti ecologici del Pianeta

Consapevoli dell’importanza di non sprecare parole facendo, magari, un passo più lungo della gamba ovvero consumando più risorse naturali di quanto la Terra sia in grado di rigenerare, gli esperti della piattaforma digitale per la comprensione delle lingue Babbel hanno stilato un glossario dei termini indispensabili per parlare di sviluppo sostenibile. “Acquisire familiarità con i termini e i concetti legati al consumo delle risorse rappresenta un primo passo fondamentale verso una maggiore consapevolezza ambientale – spiega Sofia Zambelli, social impact & sustainability manager di Babbel – Comprendere il significato di queste espressioni aiuta infatti a riconoscere e sottolineare l’impatto crescente delle nostre abitudini sul Pianeta e quanto sia urgente orientare le scelte quotidiane, personali e collettive, verso pratiche più sostenibili”.

In particolare, se a misurare l’impatto di qualsivoglia attività umana sulla Terra ovvero la superficie di mare e di terra necessaria per rigenerare le risorse naturali consumate provvede la cosiddetta ‘impronta ecologica’, la stima della capacità di un ecosistema di generare risorse naturali è espressa dalla ‘biocapacità’. Dalla combinazione di ‘impronta ecologica’ e ‘biocapacità’ deriva la misura dell’impatto dell’essere umano sull’ambiente che, qualora la biocapacità risulti insufficiente, si traduce semplicemente in ‘deficit ecologico’. A loro volta, ‘carbon footprint’ e ‘water footprint’ misurano, rispettivamente, le emissioni di gas serra (CO2 equivalente) e la quantità totale di acqua dolce necessarie per produrre beni e servizi consumati da individui, comunità, aziende e Paesi.

Il concetto di ‘economia circolare’ rimanda a un modello di produzione e consumo basato su riparazione, ricondizionamento e riciclo di prodotti e materiali altrimenti destinati – al termine della loro funzione – allo smaltimento indifferenziato. L’obiettivo è quello di ridurne l’impronta carbonica estendendone il più possibile il ciclo di vita. Qualora si punti anche a un effetto positivo a livello sociale oltre che ambientale, si parla, invece, di ‘economia rigenerativa’. Ancor più ambiziosa, infine, la ‘wellbeing economy’ che in primo piano mette la soddisfazione equa dei bisogni umani quali sicurezza, salute e istruzione nel rispetto dei limiti ecologici del Pianeta. All’insegna del benessere condiviso anziché del Pil.

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