L’iper-attivismo di Trump può mandare in tilt i mercati

La cosiddetta “flooding of the zone tactic” da parte dell’amministrazione Trump, ovvero tattica di inondazione del campo – con un flusso continuo e travolgente di iniziative, annunci e politiche, rendendo difficile per i media e gli oppositori concentrarsi su un singolo tema – ha aumentato il rischio intorno ai mercati e alla macroeconomia. Lo si è visto sui mercati azionari Usa, che nelle ultime settimane sono stati tra i peggiori a livello globale e lo scenario – pur con differenti proporzioni – iniziare a essere evidente anche nel reddito fisso.

Volatilità in crescita, ma l’inazione è penalizzante

Cosa fare, dunque? La tentazione di togliere i soldi dal tavolo in attesa che la situazione si normalizzi è forte, ma a fronte di un’inflazione che ha rialzato la testa significherebbe accettare una perdita certa in termini reali. Senza dimenticare che negli ultimi anni, anche nelle fasi di volatilità elevata, non sono mancate le opportunità di rendimento.

“Le tendenze contrarie ai governi in carica negli Stati Uniti, nel Regno Unito, in Francia, Germania e Giappone evidenziano le pressioni sui governi dei mercati sviluppati, aggiungendosi a un contesto politico globale incerto che giustifica approcci orientati al carry e al buy-the-dip (acquistare nelle fasi ribassiste del mercato)”, racconta Gregory Peters, co-chief investment officer di Pgim Fixed Income.

Il riferimento è alla tempesta di ordini esecutivi, minacce tariffarie e missive di politica estera “che probabilmente serviranno a indebolire il contesto economico favorevole e di assunzione del rischio preesistente”, aggiunge l’esperto.

Il dilemma dei dazi

Gli investitori ora si chiedono se i dazi siano una fonte di guadagno o una merce di scambio e quindi non sanno come considerare le implicazioni a medio/lungo termine. “Le politiche tariffarie e sull’immigrazione potrebbero pesare sul mercato obbligazionario, ma la crescita a lungo termine sarà sostenuta da iniziative come la riforma fiscale e la deregolamentazione, anche se potrebbero volerci anni prima che si concretizzino”, sottolinea Peters. “Di conseguenza, i prossimi due trimestri saranno caratterizzati dalla cautela”.

In ogni caso, il suo outlook resta positivo: “Sebbene le ampie incertezze influenzeranno le condizioni a breve termine, il mercato rialzista in corso dimostra che i rendimenti elevati continueranno probabilmente a generare ritorni interessanti nel 2025 e nel lungo periodo”.

Per Pgim Fixed Income, man mano che le economie/politiche divergono e si accentua la dispersione settoriale, emergeranno opportunità di aggiungere valore attraverso una gestione attiva. “La correzione del quarto trimestre ha posto le basi per la ripresa del mercato rialzista nel 2025, soggetto a volatilità a breve termine dovuta alla mutevolezza del contesto geopolitico, economico e politico, che i mercati hanno affrontato piuttosto bene dalla fine del 2022”, è la sua conclusione.

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