L’Ue con il Tar della Liguria: “Sui balneari nessun rinvio”
ROMA – Il “common understanding” tra il governo italiano e la Commissione europea non può essere rivendicato in giudizio per invalidare le gare bandite dai Comuni, e non perché non sia stato messo per iscritto, ma perché è solo un accordo politico che ha per ora sospeso (ma non chiuso) la procedura d’infrazione avviata nei confronti del governo italiano per la violazione della direttiva Bolkestein. «L’intesa è riflessa nella legislazione italiana», afferma un portavoce Ue, all’indomani della sentenza del Tar Liguria.
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Premettendo che «la Commissione non commenta i singoli casi dinanzi ai tribunali nazionali», il portavoce ricorda come «nell’agosto 2024 la Commissione e le autorità italiane hanno avviato un dialogo per trovare una soluzione all’annosa questione delle concessioni balneari in Italia». In seguito a questo dialogo, «i servizi della Commissione e le autorità italiane hanno concordato sugli elementi chiave di un'”intesa comune” per allineare il sistema italiano di concessione delle spiagge al diritto dell’UE». Questi i contenuti: «principalmente, le concessioni balneari saranno riassegnate entro i prossimi tre anni (quindi al massimo entro settembre 2027) sulla base di procedure di selezione aperte, trasparenti e non discriminatorie». Di conseguenza, però, proprio come ha affermato il Tar Liguria, «i Comuni hanno la facoltà di organizzare immediatamente procedure selettive e di assegnare le concessioni anche prima di settembre 2027».
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Preso atto che le gare si possono fare subito, e per i Comuni rappresentano anzi la via migliore, per non incorrere in sentenze come quella di giovedì, che ritiene le proroghe illegittime perché in contrasto con la direttiva e le sentenze della Corte di Giustizia Europea, rimane il problema del come. Non c’è ancora una normativa omogenea in materia, ogni Regione, ogni Comune sta cercando faticosamente di mettere a punto la propria, in attesa che arrivi, entro il 31 marzo, il decreto attuativo del governo, per fare chiarezza almeno sugli indennizzi dovuti ai concessionari che non vengono confermati al termine dello svolgimento delle gare.
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Una situazione confusa che ha portato il Sib-Confcommercio a indire “Gli Stati Generali” per il 5 marzo, mettendo tutti gli attori intorno a un tavolo per arrivare a decisioni comuni, e Assobalneari-La Base Balneare Donnedamare a chiedere al governo di «non continuare a restare inerte davanti a questa situazione scandalosa, che disconosce il duro lavoro di 30 mila imprese e 300 mila lavoratori».
«La sentenza del Tar Liguria che respinge le proroghe delle concessioni balneari, evidenzia, ancora una volta, lo stato di confusione e incertezza che sta travolgendo il settore balneare a causa di un quadro normativo inadeguato, contraddittorio e profondamente penalizzante per le imprese. – affermano i presidenti delle due organizzazioni, Fabrizio Licordari e Bettina Bolla – La decisione dei giudici sconfessa ancora una volta la linea di condotta peraltro supina e remissiva del governo che, arresosi ai dictat dei tecnocrati del Mercato Interno, ha contribuito allo sviluppo di una norma distruttiva che calpesta i diritti di un’intera categoria di lavoratori e imprenditori». Le due organizzazioni chiedono di tornare alla “mappatura” delle spiagge e alla disapplicazione della Bolkestein.
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