Mancano 175mila professionisti Ict. Epicode lancia l’Institute of Technology: iscrizione ripagata se non si trova lavoro

Rispondere al gap tra domanda e offerta di specialisti del settore Ict con un percorso formativo dedicato, di fatto, all’inserimento in azienda. Lo lancia Epicode constatando che nel 2022 il delta tra domanda e offerta di figure specializzate, solo sul mercato del lavoro italiano, è quantificabile in circa 175mila professionisti, con la tendenza probabile a crescere vista la difficoltà dell’istruzione tradizionale di tenere il passo.

Ivan Ranza, ceo di Epicode, spiega che in aggiunta al gap italiano si deve considerare che “l’Europa sta registrando una domanda superiore a quella degli Stati Uniti di professioni Ict: oltre 800mila profili solo a giugno, ultimo dato, contro le 350mila persone negli Usa. In questo momento è letteralmente esplosa la domanda di competenze Ict” nel Vecchio continente.

Sulla scorta di questa considerazione, la società specializzata proprio in formazione “ed-tech” per studenti e aziende fa il salto con il nuovo Epicode Institute of Technology, Istituto Superiore di Istruzione Tecnologica “che ha l’obiettivo di far evolvere velocemente il panorama universitario utilizzando un metodo didattico riconosciuto e validato in Europa, interamente orientato all’inserimento lavorativo”. Validazione europea che deriva dal riconoscimento dell’Istituto a Malta, giunto all’ultima fase di accreditamento dopo un percorso lungo oltre un anno e mezzo.

“Nei nostri Bootcamp tecnologici – spiega Ranza – vediamo molti studenti preparati dalle nostre Università ma senza competenze tecnologiche. Il nostro programma l’abbiamo definito con le imprese, verificando quali sono i profili che servono loro”.

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Epicode, un paio d’anni fa, aveva raccolto un round di investimenti da 10 milioni con capofila Matteo de Brabant e sottoscritto anche da Family Office e imprenditori come Enrico Drago, Valerio Camerano (Algebris), Federico Leproux (Teamsystem), Niccolò Colussi e Matteo Lunelli (Altagamma, Ferrari) e altri.

Ora il ceo Ranza si pone “l’obiettivo di formare una nuova generazione di laureati STEM (ovvero nelle materie scientifiche e tecniche, ndr) con un profilo internazionale. Il modello a cui ci siamo ispirati –dice – parte dalle migliori esperienze mondiali in tema educazione, unito agli ottimi risultati ottenuti dalle Fachhochschule tedesche. Lo studente e l’azienda sono al centro del percorso formativo e il mondo del lavoro è predominante sul nozionismo che troppi giovani studenti soffrono e che porta tassi di abbandono e di laureati non adeguati alle esigenze dell’Italia”.

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La guida didattica e strategica dell’Istituto sarà affidata a Roger Abravanel, che sarà affiancato da un advisory board con i rappresentanti dell’impresa italiana. La costruzione del sistema di formazione si basa su percorsi di studio “costruiti insieme alle aziende” e una didattica interamente orientata “all’inserimento nel mondo del lavoro”. Tanto da prevedere il rimborso della quota di iscrizione (3.900 euro all’anno, “quando i costi a livello internazionale sono più del doppio”, dice Ranza) per chi non sarà collocato entro un anno dalla laurea. Previsto anche un coach che segue gli iscritti nel percorso di formazione.

Cosa abbiamo aggiunto a questa impostazione?, si chiede Ranza: “Capacità di astrazione, spirito critico, capacità di lavorare in team sono competenze sempre più richieste e che non vengono formate all’Università. E sono fondamentali per saper restare sul mercato nel lungo periodo. Grazie all’esperienza che Epicode aveva già maturato, sono skill che riusciamo a trasferire ai nostri studenti affianco alle competenze tecniche”.

Il primo corso di laurea punterà su computer engineering & artificial intelligence mettendo al centro tecnologie, metodologie e certificazioni (tra cui Cisco, Google, AWS) “che renderanno i laureati altamente spendibili nei settori dello sviluppo web, analisi dati, cybersecurity, cloud computing e artificial intelligence”.

La formazione, in classi di massimo 50 studenti, sarà interamente online con lezioni sia registrate che in diretta (“al 50% sono ore-live”, precisa Ranza) alternate da progetti pratici con le aziende ed esperienze dal vivo come eventi, accesso ai co-working, attività di community e viaggi all’estero.

Obiettivi per il nuovo Istituto? “Al massimo avremo 200 studenti per il primo anno – spiega Ranza -. Ci sarà un processo di selezione in più step che si fonderà soprattutto sulle motivazioni degli studenti, oltre che sulle loro hard skill”. Sul tavolo di Epicode ci sono già richieste da parte delle aziende per altri percorsi di formazione: “Ne abbiamo registrate da parte di imprese molto importanti, per esempio nel settore dell’ingegneria chimica. Senza dubbio avremo novità in futuro, nell’ambito sempre Stem-Ict: ci guiderà il mercato”.

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