Modena, l’ad le chiama e legge alle impiegate la lettera: “Siete licenziate”. Una di loro è incinta
All’inizio della riunione, l’amministratore delegato ha iniziato a leggere davanti alle impiegate, esterrefatte, tra le quali una in stato di gravidanza, la lettera di licenziamento “con effetto immediato” per “cessazione dell’unità operativa”.
È La storia di tre impiegate della filiale della “Ambrogio Trasporti Spa” di Campogalliano, vicino a Modena, licenziate “con un blitz dell’amministratore delegato” in presenza di un altro dirigente aziendale come testimone.
Lo scrive il sindacato Filt-Cgil in un comunicato, ricordando che si tratta di un’impresa di Torino che opera nell’ambito dei trasporti intermodali (treni, navi, camion) con 115 dipendenti (2025) e un fatturato intorno ai 95 milioni di euro (2023) con processi di espansione in Italia e all’estero.
La Cgil: “Tuteleremo le lavoratrici”
L’azienda controlla altre quattro società fornitrici di servizi logistici, costituendo così il “gruppo Ambrogio”. La filiale di Campogalliano è operativa da ottobre 2023. Marco Bottura, del sindacato della logistica e trasporti della Cgil di Modena, precisa anche che il comportamento in questione “è proseguito nei giorni successivi, durante i quali, nonostante le telefonate e le pec, nessun responsabile si è degnato di rispondere alle richieste del sindacato. Tuteleremo le lavoratrici valutando con gli uffici legali i profili di illegittimità di tali comportamenti”.
L’assessore Paglia: “Intollerabile”
Interviene l’assessore regionale al Lavoro, Giovanni Paglia: “In Emilia-Romagna, dove sono centrali il confronto e la tutela di chi lavora, sono inaccettabili atti di licenziamento come questi, avvenuti nell’arco di un tempo brevissimo. In una regione come la nostra, che possiede protocolli ed è sempre in prima linea nel tutelare i diritti di lavoratrici e lavoratori, una dinamica di questo tipo è intollerabile. Pur nell’autonomia decisionale della singola azienda, è inammissibile che ciò avvenga senza nessuna comunicazione ai sindacati e che si attivino le legittime tutele. Nella nostra realtà- chiude l’assessore- non possono essere elusi il confronto e i diritti”.
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