Moduli fotovoltaici: capacità produttiva globale a 1,8 TW nel 2025
La capacità produttiva globale dei moduli fotovoltaici raggiungerà 1,8 TW nel 2025, cioè il triplo delle installazioni registrate a livello mondiale nel 2024, con la Cina che dominerà la catena di approvvigionamento, confermando la sua posizione di leadership rispetto a Europa e Stati Uniti. Sono le stime del think tank australiano Climate Energy Finance (Cef) secondo il quale, nonostante la continua sovracapacità produttiva, gli investimenti cinesi nella produzione di pannelli solari fotovoltaici proseguiranno nel 2025, in linea con l’aumento del 29% registrato su base annuale nel 2024. Tutto questo, aggiunge Cef, contribuirà a stabilizzare il mercato dei moduli a livello mondiale.
Il dato più significativo è che, con una capacità produttiva di 2-3 volte superiore agli attuali tassi di installazione globali, il divario tra domanda e offerta si sta ampliando e i prezzi dei pannelli solari stanno continuando a scendere. Secondo Cef, questo è il momento giusto per supportare le produzioni solari nazionali. E per farlo il suggerimento è di stringere partnership con aziende cinesi com’è accaduto di recente in Australia tra la società SunDrive Solar, produttrice di celle solari, e quella cinese TrinaSolar, colosso mondiale nella produzione di pannelli fotovoltaici.
Gli Stati Uniti, per colpa del “protezionismo” di Trump e delle sue politiche poco green, vanno invece controcorrente rispetto alla tendenza mondiale. Cef è convinta che l’escalation dei dazi non porterà nulla di buono al Paese perché da una parte i prezzi sui prodotti solari aumenteranno spingendo l’inflazione verso l’alto, e dall’altra gli investimenti nelle rinnovabili diminuiranno accelerando la “fuga di capitali” all’estero.
Cef stima che alla fine del 2025 gli Stati Uniti avranno una produzione nominale annuale di 55-60 GW per i moduli solari, ipotizzando quasi 10 GW di progetti annullati. A rendere il mercato mondiale fotovoltaico più incerto è anche l’ambizione dell’India che ha deciso di accelerare la produzione di moduli ma per farlo deve importare grandi quantità di wafer e celle solari cinesi, esponendo il Paese alle sanzioni commerciali degli Stati Uniti.
Guardando al mercato, Cef è convinta che il fotovoltaico resterà la tecnologia green più importante nel mondo e con il Lcoe (costo livellato dell’energia) più basso tra le fonti rinnovabili da qui al 2030. In più, la sostenibilità economica delle batterie di lunga durata ha consentito la crescita di installazioni solari fotovoltaiche più storage contemporaneamente, con le due tecnologie che hanno dimostrato già da alcuni anni di essere competitive in termini di costi rispetto alle nuove centrali elettriche a carbone e alle centrali elettriche a gas in molti mercati. Ad esempio, sottolinea Cef, già da quest’anno i progetti solari più storage sono diventati competitivi rispetto alla produzione di carbone in India e a quella di gas in Germania.
Inoltre, la spesa in conto capitale (capex) per i progetti solari fotovoltaici si è drasticamente ridotta a livello mondiale da 3.000 $/kW nel 2014-2016 a quasi 1.000 $/kW nel 2024-26. Il motivo dipende dalla migliore efficienza delle celle solari e dei moduli, che hanno ridotto i costi del 60%, dalla diminuzione dei costi di installazione e dal crollo dei prezzi del polisilicio avuto negli ultimi due anni. In questo scenario, Gli Stati Uniti rimangono un’eccezione con un capex superiore a 1.200 $/kW a causa delle tariffe sui moduli solari importati. Mentre alcuni mercati asiatici hanno ottenuto costi inferiori di circa il 50% rispetto agli States, 500-700 $/kW, tra cui India e Australia.
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