Mottarelli (Dws): “L’intelligenza artificiale farà crescere fatturato e utili delle aziende”
Il tema dell’intelligenza artificiale (Ai), che ha dominato i mercati nel 2023 e in questa prima parte del 2024, non è destinato ad esaurirsi tanto velocemente. Di questo è convinto Andrea Mottarelli, country head di Dws Italy, che prova a delinearne i futuri sviluppi sia da un punto di vista borsistico che di applicazioni aziendali.
Può l’intelligenza artificiale dare nuovo impulso ai mercati?
“Con il lancio del chatbot vocale ChatGpt, avvenuto circa un anno fa, il tema dell’intelligenza artificiale generativa ha conosciuto una nuova spinta anche sui mercati azionari. Le prospettive e la crescita di questo trend possono essere interessanti anche per gli investitori, per i quali abbiamo sviluppato Dws Invest Artificial Intelligence, un fondo che investe a livello globale in aziende la cui attività può beneficiare dagli sviluppi dell’intelligenza artificiale”.
Con l’apertura di ChatGpt al grande pubblico l’Ai generativa ha conosciuto un’impennata straordinaria, anche in Borsa. Cosa spinge gli investitori?
“ChatGpt ha sicuramente stimolato l’immaginazione perché ora possiamo vedere di cosa sia capace l’Ai generativa. Può creare istantaneamente immagini, scrivere testi e codificare software. Sono capacità che non avevamo mai visto prima e che aprono a possibilità completamente nuove. Inoltre, negli ultimi mesi abbiamo visto che l’Ai può effettivamente avere un impatto positivo sui dati fondamentali delle aziende, perché le vendite e i profitti stanno crescendo più velocemente di quanto si pensasse”.
Quali sono i settori che attualmente stanno beneficiando maggiormente del boom dell’Ai?
“Ci sono innanzitutto le società che raccolgono dati o che dispongono di dati proprietari. In secondo luogo, ci sono le aziende che forniscono la potenza di calcolo necessaria per istruire e far funzionare i modelli di Ai. La terza area è quella degli utenti, ossia le aziende di vari settori che utilizzano l’Ai in modo diverso e possono così incrementare la propria crescita aziendale”.
Come è strutturato il processo di investimento del Dws Invest Artificial Intelligence?
“Il nostro fondo si basa su due pilastri di analisi. In primo luogo, valutiamo con attenzione se un’azienda sta beneficiando dei trend dell’Ai. Cerchiamo in particolare aziende i cui prodotti non possono essere facilmente riprodotti dai concorrenti. È importante che l’azienda possa crescere più velocemente del mercato. E che l’Ai contribuisca in modo significativo alle vendite, agli utili e, naturalmente, al prezzo delle azioni. In secondo luogo, ovviamente, c’è l’analisi dei fondamentali che rimane importante. La combinazione dei due pilastri ci porta a decidere se un’azienda sia adatta o meno al nostro portafoglio”.
Dove pensa che l’Ai possa avere l’impatto più consistente in futuro?
“Gli utenti sono un pilastro importante del nostro portafoglio ed è per questo che stiamo guardando anche a molte industrie al di fuori del settore tecnologico. Le due aree più interessanti al momento sono probabilmente la medicina e i trasporti. Nel settore sanitario, è sempre più evidente che l’intelligenza artificiale contribuirà a ridurre in modo significativo i tempi e i costi di sviluppo dei farmaci. E nel settore dei trasporti, la guida autonoma è sul punto di fare un passo avanti. Possiamo attenderci molti cambiamenti in futuro”.
In quali regioni prevede che nel prossimo futuro si verificheranno i maggiori sviluppi guidati dall’Ai?
“Gli Stati Uniti sono ovviamente ancora in una posizione di vantaggio, soprattutto per quanto riguarda la tecnologia dei semiconduttori, rispetto alla Cina che mantiene tuttavia un grande potenziale e sicuramente continuerà a espandere la sua posizione. I cinesi si sono posti l’obiettivo di diventare il leader mondiale dell’intelligenza artificiale entro il 2030 e stanno fortemente incentivando il suo sviluppo. Ogni anno, migliaia di scienziati lasciano le università per lavorare a tempo pieno sull’Ai in tutta la catena del valore. Inoltre, i cinesi sono in una posizione ideale per quanto riguarda i dati. Basti pensare a quanti utenti di internet ci sono in Cina: più che negli Stati Uniti e in Europa messi insieme”.
E l’Europa?
“Nonostante nel Vecchio Continente manchi un ecosistema come quello della Silicon Valley con aziende, scienziati e investitori tutti concentrati in un unico luogo, seppure in maniera meno diffusa esistono esempi virtuosi di aziende che si stanno affermando nell’ambito Ai anche in Europa. Per questo motivo, ma anche per garantire la massima diversificazione globale possibile, nel portafoglio troviamo anche diverse aziende europee, con un peso superiore al 7%”.
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