Open Fiber aumenta i ricavi ma si allarga il rosso

MILANO – Open Fiber chiude il 2024 con ricavi e perdite in aumento. Il paradosso della rete in fibra controllata al 60% da Cdp e al 40% dal fondo Macquaire è che nonostante un fatturato in aumento a 675 milioni (+16% rispetto al 2023), un margine operativo in crescita a 276 milioni (+ 18% e pari al 40,8% dei ricavi), le perdite a fine anno sono salite a 364 milioni (+23% rispetto a un rosso 2023 di 296 milioni) per colpa dei maggiori investimenti per collegare con la fibra il Paese.

La rete si ramifica, ma clienti fermi a 3,3 milioni

A fine dicembre la rete di Open Fiber aveva raggiunto 15,9 milioni di unità immobiliari, di cui solo 3,3 milioni sono però effettivamente utilizzate. Non a caso ieri il gruppo guidato da Giuseppe Gola ha spostato dal 2027 al 2028 l’obiettivo per arrivare a generare flussi di cassa, con cui gradatamente andare a ripianare i debiti contratti per realizzare l’infrastruttura.

A fronte di una posizione finanziaria netta negativa per 6,04 miliardi, il gruppo a fine 2024 aveva un patrimonio netto di 1,27 miliardi di euro. Per questo la società nel rifinanziare il debito in essere ha anche provveduto a un aumento di capitale da un miliardo (facendosi assistere da Lazard nell’operazione), che sarà accompagnato da 1,05 miliardi di linee di credito aggiuntive, messe a disposizione da primari istituti di credito nazionali e internazionali (che invece si sono avvalsi della consulenza di Rothschild).

Nuove risorse per raggiungere 20 milioni di abitazioni

Questi 2,05 miliardi di nuove risorse, insieme ai 7,2 miliardi del project financing già in essere, oltre ai 660 milioni di riequilibrio del Pef (che saranno erogati entro il 2029) serviranno a ultimare il piano industriale. «La finalizzazione del project financing garantisce all’azienda tutte le risorse necessarie per raggiungere gli obiettivi del piano industriale – spiega l’ad Gola – e in particolare per completare il piano bul nei piccoli comuni e il piano Italia a 1 giga finanziato con fondi del Pnrr».

Il piano 2025-2035 prevede 10 miliardi di investimenti per raggiungere con la fibra oltre 20 milioni di case. Sempre che prima di allora non si proceda alla rete unica, unendo le forze con l’ex rete di Telecom, Fibercop. Intanto in vista del rinnovo dei vertici di Asstel in primavera, il presidente e ad ad interim di Fibercop Massimo Sarmi dovrebbe lasciare il posto all’ad di Tim Pietro Labriola. Interpellata al riguardo, Tim ha risposto con un “no comment”.

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