Operai, programmatori, elettricisti: ecco le figure più ricercate dalle imprese in Emilia-Romagna. La guida per chi cerca un’assunzione

BOLOGNA – La corsa verso le nuove tecnologie, per le piccole e medie imprese, viene frenata anche dalla difficoltà a trovare personale adeguato. Su un totale di quasi 31mila assunzioni previste l’anno scorso e caratterizzate da un’elevata richiesta di competenze digitali avanzate, infatti, quasi sei su dieci (oltre il 58%) venivano giudicate di difficile reperimento, cioè complicate da portare a termine per mancanza dei candidati o per inadeguatezza della preparazione.

La nostra regione al quinto posto

Lo certifica un’indagine di Confartigianato, che assegna all’Emilia-Romagna il quinto posto in Italia come livello di difficoltà, con un tasso maggiore rispetto alla media italiana, dove il personale tecnologico difficile da trovare si ferma al 54%. Per competenze digitali avanzate l’indagine, che si basa su dati Unioncamere-Anpal, considera quelle che riguardano intelligenza artificiale, cloud computing, Industrial Internet of Things (IoT), data analytics e big data, blockchain, realtà virtuale e aumentata. Competenze sempre più richieste e trasversali, che “contaminano” anche ruoli che si potrebbero considerare più tradizionali nel mondo del lavoro, ma che devono sempre più spesso aggiornarsi a queste nuove tecnologie.

Introvabili sei su dieci

Nel dettaglio, l’anno scorso le piccole e medie imprese in Emilia-Romagna prevedevano l’assunzione di 30.830 lavoratori con competenze digitali elevate, ma 17.930 erano giudicate di difficile reperimento, oltre il 58% del totale. Le difficoltà maggiori si registrano a Piacenza (61,8%), Parma (60,3%), Reggio Emilia (59,8%) e Rimini (59,3%), mentre a Bologna la percentuale si riduce leggermente fermandosi al 57%, cioè 3.410 assunzioni su 5.980.

In testa alla classifica dei lavoratori introvabili tra quelli capaci di gestire tecnologie relative a big data analytics, internet of things e robot vi sono gli elettricisti nelle costruzioni civili: nel 2023 sono risultati difficili da reperire 1.060 figure su un fabbisogno delle imprese pari a 1.520 (il 69,7%). Difficile trovare anche 810 operai addetti a macchine utensili automatiche e semiautomatiche industriali su un totale di 1.000 ingressi previsti (81%), mentre sale all’83,1% la quota di “introvabili” fra gli attrezzisti di macchine utensili, pari a 540 lavoratori su 650. Percentuale di difficoltà di reperimento che cresce ancora al 92,3% per gli analisti e i progettisti di software, pari a 360 lavoratori su 390.

“Piaga peggiore della burocrazia”

«Per le nostre aziende la difficoltà a trovare lavoratori con adeguate competenze viene indicata, addirittura, come di gran lunga più grave rispetto ai problemi della burocrazia, dell’accesso al credito e della concorrenza sleale – afferma Davide Servadei, presidente di Confartigianato Emilia-Romagna -. Ma proprio da queste difficoltà emerge ancora una volta come i nostri imprenditori siano sempre pronti a rinnovarsi e a innovare, per affrontare le grandi trasformazioni della nostra epoca ed essere attori delle transizioni green e digitale».

Sicurezza, logistica, contabilità ed e-commerce

Secondo Confartigianato due piccole imprese su tre hanno adottato interventi per attrarre o trattenere il personale qualificato, per esempio attivando o intensificando la collaborazione con le scuole, soprattutto quelle a indirizzo tecnico e professionale. L’intelligenza artificiale viene usata dai piccoli imprenditori soprattutto per esigenze di sicurezza informatica, controllo dell’accesso a luoghi, a dati o a servizi, per la gestione delle materie prime, per il trattamento dei rifiuti e la gestione della logistica, oppure per gestire l’automazione dei processi produttivi, anche se si registrano applicazioni per servizi di contabilità e finanza, automazione delle funzioni di vendita online e applicazioni nella prevenzione, nella diagnostica e nelle cure mediche.

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