‘Patente’ a punti nei cantieri edili, da oggi in vigore le nuove norme. Tra bluff e falsa partenza

BOLOGNA — Uno strumento «importante» secondo alcuni. Una misura «inutile, retorica e dannosa», per altri. Oggi è il gran giorno della partenza della patente a punti per tutte le imprese che operano nei cantieri edili.

Un provvedimento lanciato dopo la strage nel cantiere Esselunga di Firenze, che dopo aver rischiato il rinvio a colpi di emendamenti, poi rientrati, entra in vigore oggi.

In realtà si tratta di una “falsa” partenza, perché al momento le oltre 800-900mila imprese coinvolte, tutte quelle che lavorano all’interno dei cantieri e non solo quelle classificate come edili (sono escluse le attività intellettuali di geometri, architetti o ingegneri) devono inviare un’autocertificazione con cui assicurano di avere i requisiti necessari, con l’obbligo però di fare la domanda vera e propria per la patente entro il 31 ottobre.

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L’iscrizione

Fino ad allora si potrà lavorare, poi scatterà il riconoscimento dei 30 punti iniziali, che da gennaio potranno salire fino a 100, per esempio, a seconda dell’anzianità di iscrizione alla Camera di commercio o degli investimenti in sicurezza.

I crediti potranno poi essere decurtati nel caso di irregolarità e di infortuni nei cantieri (20 nel caso di morte o 15 per inabilità permanente), con la possibilità anche di sospendere la patente in via cautelare.

Al di sotto dei 15 crediti l’impresa non può più operare nei cantieri pubblici e privati, salvo completare i lavori effettuati se questi superano il 30% del valore del contratto.

Formazione e prevenzione

«Questa misura rappresenta un primo passo per la qualificazione del settore, che è il vero punto di svolta per garantire sicurezza e salute dei lavoratori – spiega Federica Brancaccio, presidente dell’Ance – La patente interviene solo dopo, noi dobbiamo fare un grande sforzo per lavorare a monte su formazione e cultura della prevenzione».

Più critica la Cna. «Avevamo chiesto una proroga per dare più tempo alle imprese ed evitare tilt del portale. Ieri sera l’Ispettorato del lavoro aveva la mail piena e in teoria – spiega Enzo Ponzio, presidente Cna Costruzioni – oggi le aziende che non sono riuscite a inviare l’autocertificazione non dovrebbero nemmeno entrare in cantiere. E poi il problema è che le sanzioni ci saranno in caso di infortunio o controlli, che sono pochi. L’impresa regolare continuerà a esserlo, quelle più border line hanno la possibilità di sfuggire».

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Più ombre che luci

Alessandro Genovesi, segretario della Fillea Cgil, parla di strumento «utile solo in parte» con «molte ombre e qualche luce», perché «la dotazione di punti è troppo alta e c’è la possibilità di recuperarli con molta facilità. Siamo poi al paradosso che si dà la patente a prescindere e poi forse si perdono crediti».

Secondo Enzo Pelle, invece, segretario Filca Cisl, la patente è uno «strumento importante per la qualificazione del settore».

«Misura retorica e dannosa», la definisce Bruno Giordano, magistrato di Cassazione ed ex direttore dell’Ispettorato nazionale. «Servirebbero almeno 10 anni all’Ispettorato per controllare tutte le 800mila richieste – spiega – mentre la colpa grave prevista per la sospensione non è definita dal codice penale. Inoltre tra i requisiti richiesti non c’è nulla su appalti e subappalti, il problema principale per la sicurezza nei cantieri edili».

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