Perché assicurare longevità e ricchezza

L’aumento dell’età media e l’allungamento della speranza di vita stanno cambiando i paradigmi della pianificazione finanziaria. Per chi dispone di patrimoni rilevanti, proteggere il capitale non basta, serve ripensare l’intero ciclo di vita degli investimenti, anticipare nuovi bisogni di cura e assistenza e predisporre strumenti efficaci per il passaggio generazionale.In questo scenario, le assicurazioni stanno guadagnando terreno all’interno della consulenza patrimoniale più evoluta. Non più semplici coperture accessorie, ma strumenti strategici capaci di accompagnare le famiglie nel tempo, lungo traiettorie sempre più complesse. “La longevità è una realtà strutturale che incide in modo significativo sulle scelte patrimoniali delle famiglie. Oggi i clienti più evoluti guardano alla protezione assicurativa non come una copertura accessoria, ma come uno strumento strategico di pianificazione”, sottolinea Renato Antonini, amministratore delegato di Zurich Investments Life.

Secondo una ricerca condotta da Swg per Zurich Italia (sondaggio Cawi su un campione rappresentativo di individui tra i 25 e i 65 anni), la non autosufficienza è tra gli eventi più temuti dagli intervistati: il 41,5% non saprebbe come gestire l’ipotesi di dover gravare sui propri familiari e oltre il 52% si sente impreparato a far fronte all’eventuale perdita di autonomia senza un adeguato supporto. Un bisogno che coinvolge direttamente anche i caregiver familiari – oltre sette milioni in Italia – che vivono questa responsabilità come un impegno spesso solitario e totalizzante: il 67% dichiara di provare un forte sconforto quando pensa alla propria condizione. Secondo l’opinione degli intervistati, le aree più impattate dall’assistenza sono, per il 48,3%, il benessere psicologico, per il 48,1% il tempo libero e per il 41,3% la propria stabilità economica.

In questo contesto, le polizze vita – in particolare quelle multiramo – stanno assumendo un ruolo sempre più rilevante, perché consentono di tutelare il patrimonio familiare e agevolare il passaggio generazionale attraverso soluzioni strutturate. Parallelamente, cresce l’interesse per coperture legate alla perdita di autosufficienza, a conferma di una maggiore consapevolezza dei rischi connessi alla longevità. “Sempre più spesso osserviamo una convergenza tra protezione assicurativa e consulenza finanziaria: strumenti di questo tipo vengono integrati nella gestione complessiva del patrimonio con l’obiettivo di costruire valore nel tempo”, spiega Antonini. Tra coloro che non hanno ancora attivato una copertura specifica, quasi due su cinque si dichiarano interessati a una polizza Tcm (Temporanea Caso Morte), che offre un sostegno economico ai familiari in caso di decesso dell’assicurato, mentre uno su due guarda con attenzione alle polizze Ltc (Long-Term Care), pensate per garantire un supporto economico in caso di perdita dell’autosufficienza e necessità di assistenza continuativa.

Quanto alle aspettative dei clienti, Antonini precisa: “Cercano strumenti trasparenti, solidi, che si inseriscano in una visione di lungo periodo. E, soprattutto, chiedono una relazione di fiducia, che accompagni nel tempo. È in quest’ottica che lavoriamo: la polizza non è più un prodotto da acquistare una tantum, ma uno strumento vivo, che si integra nella gestione patrimoniale e si adatta con coerenza al ciclo di vita della persona”.

Proprio la relazione – secondo Antonini – continuerà a rappresentare un elemento chiave. “La longevità porta con sé nuove sfide: richiede strumenti capaci di evolvere, ma anche la capacità di essere presenti quando la complessità aumenta. Il 67% dei caregiver, secondo la nostra ricerca, vive la propria condizione con un senso di solitudine. È un dato che ci interpella come settore: dobbiamo costruire soluzioni che non si limitino a garantire un capitale, ma che offrano anche orientamento, supporto psicologico e presenza nei momenti critici. Zurich sta andando in questa direzione: evolviamo la nostra offerta per renderla più flessibile e personalizzabile, ma lavoriamo anche sul modello relazionale, per garantire continuità e coerenza nel tempo”.

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