Piccole e medie imprese “cyber” insicure
In Italia ‘la paura fa 90’ o, meglio, 46 (49 in Europa), viene da dire parafrasando l’antico motto napoletano per indicare la percentuale di titolari di Pmi (piccole e medie imprese) riluttanti a far crescere la propria attività per timore delle frodi informatiche. Il 28% (25% in Europa) teme, inoltre, che un attacco informatico possa portare addirittura alla chiusura della propria attività. A rivelarlo uno studio condotto a gennaio da Opinium per conto dello specialista dei pagamenti elettronici Mastercard che ha coinvolto un campione di 1.830 titolari di Pmi sparsi in 18 paesi europei.
A livello italiano, 1 imprenditore su 4 (in Europa 25%) ha dichiarato di aver già subito tentativi di frode informatica e 1 su 2 (in Europa 42%) conoscerebbe almeno un collega che è già stato vittima dei truffatori. Sempre 1 su 2 (in Europa 47%) ha ammesso di non sapere come proteggere adeguatamente la propria attività mentre 3 su 4 (in Europa 67%) hanno riconosciuto l’importanza di migliorare le proprie conoscenze in materia di cyber sicurezza. I più apprensivi sarebbero gli Zoomer ovvero i nati tra il 1997 e il 2013 (36% del cluster), davanti ai Millennial (27%) e ai Boomer (25%).
A subire perdite economiche a causa di cyber truffe è stato l’11% del campione nazionale mentre a perdere clienti per frodi digitali è stato il 9% degli intervistati italiani. “Con i ‘cyber attack’ in aumento per numero e sofisticatezza, è fondamentale che gli imprenditori adottino misure proattive per proteggersi – commenta Michele Centemero, Executive vice president services Europe di Mastercard – In tal senso, la ricerca mette in luce l’urgenza di migliorare la formazione, rafforzare le difese e promuovere la collaborazione settoriale per tutelare le Pmi”, ben 23 milioni, pari al 99% del tessuto imprenditoriale europeo.
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