Ppa in Europa: più contratti con volumi più bassi nel 2024

Il mercato europeo dei Power purchase agreement (Ppa) è entrato nel 2024 in una fase di “grande aggiustamento”, caratterizzata da più contratti (316) ma da volumi più bassi (15,2 GW) rispetto al 2023 (-11%). È quanto emerga dalle rilevazioni della società svizzera Pexapark che ha scattato una fotografia sull’andamento dei contratti di fornitura di energia a lungo termine, con prezzi concordati al di fuori della borsa elettrica, evidenziando che dei 316 Ppa firmati lo scorso anno in Europa, 276 sono stati sottoscritti da aziende, 31 da utility e 9 da altri operatori.

L’analisi evidenzia che nel 2024 è iniziata una “nuova” fase per i contratti Ppa, la cui dimensione è stata in media più bassa rispetto agli ultimi due anni sia per le aziende (47 GW) che per le utility (58 GW), rispettivamente del meno 34 e 33% rispetto al 2021. Questo cambiamento riflette sia una maggiore partecipazione da parte di operatori più piccoli che una crescente cautela sui rischi di mercato.

Di segno opposto, il numero dei contratti che è aumentato del 14,1% sul 2023 (277), ma solo grazie al segmento “corporate” (+26%) che prosegue senza sosta la sua crescita constante dal 2018. Anche il numero delle “new entry”, cioè aziende che hanno firmato il loro primo contratto Ppa, è cresciuto nel giro di un anno sebbene in misura minore rispetto al 2023 (30% contro 46%).

Secondo Pexapark, oltre alle dimensioni dei contratti, a segnare il mercato dei Ppa nel 2024 è stato il fenomeno dei prezzi negativi il quale, dopo le prime avvisaglie avute nel 2023, si è irrobustito nel corso dell’anno più di quanto molti analisti avessero previsto. Il fenomeno si è allargato a macchia d’olio in tutti i mercati europei, ad eccezione dell’Italia. I paesi più colpiti: Finlandia con 717 ore di prezzi negativi, oltre il 50% in più sul 2023, in 227 giorni; Germania 455 ore, il 50% in più sul 2023, in 89 giorni; e Spagna 244 ore, in 46 giorni, per la prima volta in terreno negativo. Una tendenza discendente che gli operatori europei hanno cercato di invertire riprogettando le clausole Ppa nel tentativo di ridistribuire il rischio.

Nella Top 10 dei volumi, il podio è rimasto pressoché immutato nel 2024. Al primo posto si conferma la Spagna per il sesto anno consecutivo con 4,66 GW (-5,5%). Seguita da Germania con oltre 2 GW (-46%) e Francia con 1,48 GW (+127%). Al quarto posto l’Italia con oltre 1 GW (-2,7%).

Meno volumi contrattati, più accordi firmati. È la proporzione che segna l’intero 2024 per i contratti Ppa. Se si esclude la Spagna che ha archiviato l’anno in pareggio, tutti gli altri paesi “top 10” hanno chiuso in attivo. L’analisi segnala, in particolare, l’aumento del 56% per l’Italia, che dimostra una “significativa maturità” rispetto a un paio di anni fa, e del 25% della Francia, che riflette la crescita dei volumi.

Nella top ten dei fornitori di energia (“sellers”), Iberdrola, prima utility europea per capitalizzazione, conquista la vetta per il secondo anno consecutivo portando a casa 1.251 MW, ovvero il 38% di volumi in più rispetto al 2023, grazie a 15 accordi “corporate”, +67% anno su anno, sottoscritti in 5 diversi Paesi. Accordi così suddivisi in termini di volumi: 5 in Spagna (584 MW di eolico e solare), 3 tra UK (159 MW eolico offshore) e Germania (72 MW eolico offshore). E sul solare: 1 in Portogallo (49 MW) e Germania (70 MW), 5 in Italia (63 MW). A completare il podio c’è Bruc Energy (532 MW) con 4 Ppa solari in Spagna, due dei quali transfrontalieri e uno multi-acquirente, e Renewable Power Capital (517 MW) con 3 accordi eolici onshore in Svezia.

Sul fronte degli acquirenti “corporate”, nel podio troviamo Amazon al primo posto per il secondo anno consecutivo con 1.503 MW di Ppa acquistati, anche se in un calo del 20% anno su anno. Nel 2024, Jeff Bezos è andato a fare shopping in Spagna (756 MW di eolico onshore e solare), Grecia (360 MW di eolico onshore), Gran Bretagna (282 MW di eolico offshore) e Irlanda (105 MW di eolico onshore). Al secondo posto c’è Google che ha scalato otto posizioni in un anno con 638 MW complessivi (tra cui 519,1 MW di eolico onshore e offshore di cui almeno 250 MW in Spagna, 222 MW in Belgio e 119 MW di solare in Polonia). Al terzo si colloca Microsoft con 540 MW. Operatori della Gdo, industriali e farmaceutici chiudono la classifica.

Per quanto riguarda i settori, il segmento IT mantiene il primo posto con una crescita del 56% anno su anno nel numero di accordi (38 contro 29) e un aumento del 5% nei volumi dichiarati (3,8 GW). Numeri che sottolineano come il mercato non sia mancato di acquirenti ma di grandi volumi. I beni strumentali sono stati il segmento più attivo nel fare shopping, in cima alla classifica per numero di accordi (+61%) ma non per volumi (solo l’1% in più). La media dei volumi contrattati in un solo accordo si attesta sui 30 MW nel 2024 contro i 49 MW del 2023. Tendenze simili si osservano nel settore dei trasporti.

Se guardiamo le tecnologie, l’analisi mostra che il solare fotovoltaico è entrato in una fase di involuzione. Nonostante rappresenti ancora oltre il 50% dei volumi con più di 8 GW, in Europa questo segmento di mercato ha registrato un calo del 28% anno su anno. Spagna (2,5 GW), Germania (1,3 GW) e Italia (886 MW) sono stati i principali mercati del solare fotovoltaico. I volumi eolici offshore (937 MW) hanno registrato una flessione ancora più marcata del 50%. La Germania è rimasta il principale mercato eolico offshore (380 MW), seguita da Gran Bretagna (282 MW) e Paesi Bassi (275 MW). In termini di volumi, l’aumento annuale più significativo (219%) è stato registrato dai Ppa che combinano tecnologie rinnovabili miste. La quota sale da 861 MW nel 2023 a 2.746 MW nel 2024. La Spagna (1,6 GW) ha guidato questa tendenza con il 40% dei volumi. Anche l’eolico onshore ha riportato un aumento annuale del 25%. Svezia (574 MW), Spagna (0,4 GW) e Belgio (0,3 GW) sono stati i principali mercati eolici onshore nel 2024.

Condividi questo contenuto: