Prevenzione sismica: ogni euro speso in sicurezza può evitare fino a 7 euro di danni futuri
Novembre è il mese della prevenzione sismica. E in un Paese come il nostro, ricco di chiese, monumenti ed edifici storici, e in cui oltre l’80% delle costruzioni è stato eretto prima delle moderne norme antisismiche, questa ricorrenza dà luogo a una serie di riflessioni inerenti sia alla sicurezza che alla tenuta stessa del territorio. Come funziona il rischio sismico? E come possiamo impegnarci a ridurlo, per quanto possibile?
Innanzitutto bisogna sfatare il mito che il rischio emerga solo nel corso di un sisma: ogni edificio esprime quotidianamente segnali, spesso impercettibili, attraverso microvibrazioni e comportamenti strutturali. Ciò che ci aiuta a interpretare questi segnali è la tecnologia sismica, sempre più all’avanguardia, che permette di identificare per tempo criticità nascoste e programmare interventi mirati. Ogni terremoto genera infatti una grande quantità di dati che possono essere raccolti e analizzati grazie a soluzioni integrate con intelligenza artificiale, le quali sono poi in grado di aggiornare gli algoritmi di risposta al fine di migliorare le prestazioni dei sistemi di protezione. Non basta poi che un edificio sia considerato “a norma”, perché questa definizione riguarda una soglia minima di sicurezza che non tiene conto di variabili come l’invecchiamento dei materiali o le condizioni reali di utilizzo.
In questo contesto la prevenzione sismica diventa un investimento ad alto rendimento: secondo i dati di Protezione Civile e Ispra (l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), ogni euro speso in prevenzione può evitare fino a 7 euro di danni futuri, includendo costi di riparazione e interruzione di attività. E ormai, per mettere in sicurezza un edificio, non c’è più la necessità di cantieri interminabili, dato che esistono soluzioni rapide e non invasive con un impatto minimo sulle attività quotidiane della struttura.

A muoversi in questa direzione è Isaac, azienda italiana capace di offrire una tecnologia antisismica di nuova generazione che non prevede interventi invasivi su pareti o telai. Le soluzioni Isaac, infatti, installandosi in copertura, non “toccano” l’edificio e riducono al minimo l’impatto dei lavori. Inoltre, utilizzando strumenti di intelligenza artificiale, sono in grado non solo di limitare i danni prodotti durante il sisma, ma anche di prevedere le criticità strutturali latenti. In questo modo si adattano a edifici come scuole, ospedali, chiese e uffici che, per diversi motivi, non potrebbero permettersi una chiusura delle normali attività causata da interventi invasivi di vecchio tipo.
Il mese di novembre può quindi essere l’occasione per ripensare al modo in cui interpretiamo la prevenzione sismica, prendendo in considerazione tutte le possibilità che le nuove tecnologie offrono in quest’ambito. Perché solo con un approccio evoluto e una serie di scelte quotidiane e responsabili si riuscirà a mettere davvero in sicurezza un territorio a forte rischio.
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