Rivolta dentro Confindustria: “Una forzatura escludere Gozzi”
Torino — I toni sono netti e decisi. Si parla di «colpo inferto alla dialettica interna, alla governance e alla vita democratica» e poi di «grave forzatura che pregiudica il nostro diritto di voto». I presidenti delle associazioni territoriali e di categoria che firmano la lettera indirizzata ai saggi di Confindustria, oltre che ai membri del Consiglio generale e al presidente Carlo Bonomi, già prefigurano una battaglia legale se il ligure Antonio Gozzi, numero uno di Federacciai e patron della Duferco, non verrà riammesso alla corsa elettorale per scegliere il futuro numero uno di viale dell’Astronomia.
Confindustria, è corsa a due: ammessi Garrone e Orsini
La reazione dei sostenitori dell’uomo che rappresenta l’industria dell’acciaio in Italia arriva 48 ore dopo l’esclusione decisa dalla Commissione di designazione. I saggi Mariella Enoc, Andrea Moltrasio e Ilaria Vescovi hanno scelto, sulla base delle delibere ricevute e del giro di consultazioni fatto da Nord a Sud, di ammettere alla seconda fase del complesso percorso di voto l’altro ligure, Edoardo Garrone, presidente di Erg e del Sole 24 Ore, e l’emiliano Emanuele Orsini, amministratore delegato di Sistem Costruzioni e di Tino Prosciutti. Una decisione che «sorprende» i sostenitori di Gozzi. La lettera rappresenta il pensiero dei presidenti delle associazioni di «Cremona, Bergamo, Brescia, Savona, Napoli, Taranto, Reggio Emilia, Treviso, Vicenza, Verbania e l’Umbria», oltre che delle «principali associazioni nazionali di categoria fortemente rappresentative del made in Italy, quali la farmaceutica, la moda, il legno e l’arredo, la chimica, l’acciaio, il vetro, la carta, il cemento, le fonderie, la meccanica varia, il gas e altre ancora». Sigle che rappresentano «il cuore dell’industria italiana che è chiamata ad affrontare sfide competitive cruciali dal cui esito dipende il futuro dell’intero Paese».
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I sostenitori di Gozzi chiedono «alla Commissione di designazione di rivedere la propria decisione in ossequio al principio di rappresentatività». Il 21 marzo Gozzi non si potrà presentare davanti al Consiglio generale per illustrare il proprio programma e questo rappresenta «un gravissimo colpo inferto alla dialettica interna, alla govemance e alla vita democratica del nostro articolato sistema associativo», scrivono i supporter dell’imprenditore ligure. Passaggio fondamentale in vista della riunione e del voto segreto, il 4 aprile, per la designazione del presidente che dovrà poi passare il vaglio dell’Assemblea il 23 maggio. «Riteniamo che l’inatteso stato di cose venutosi a determinare configuri una grave forzatura che pregiudica il nostro diritto di voto, così come quello degli altri membri del Consiglio generale», aggiungono. Se non ci sarà un ripensamento i presidenti chiedono a Bonomi «di rinviare la convocazione del Consiglio generale del 21 marzo per consentire il naturale sviluppo di un eventuale e legittimo contenzioso».
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