Salute mentale, un congresso per ripensare il futuro delle Rems e superare la logica emergenziale
Sul tema della salute mentale è in corso un acceso dibattito che vede al centro del discorso le Rems (Residenze per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza), l’istituto che ormai dieci anni fa ha sostituito gli ospedali psichiatrici giudiziari come struttura preposta all’accoglienza degli autori di reato affetti da disturbi mentali e socialmente pericolosi. In questo dibattito si inserisce il Congresso Nazionale dedicato al futuro delle Rems e alla riflessione sul sistema dell’imputabilità e del cosiddetto “doppio binario” che caratterizza il rapporto tra giustizia e psichiatria in Italia.
L’evento, intitolato “Azioni e resistenza nell’epoca della complessità. Ripensare l’imputabilità: proposte di riforma e futuro delle Rems”, è promosso da professionisti della salute mentale, operatori delle Rems, magistrati e accademici. Il congresso darà l’occasione di ospitare, per la prima volta, un confronto diretto tra i firmatari delle proposte legislative oggi in discussione, in modo da immaginare progetti che, sulla base dei limiti dell’attuale normativa, ripensino approcci, strumenti e pratiche mirati a superare la mera logica emergenziale. L’appuntamento è il 3 e il 4 ottobre all’Auditorium dell’Acquario di Genova. Il primo giorno sarà dedicato a testimonianze del mondo delle Rems e a tavole rotonde sul tema dell’imputabilità e del doppio binario. Nella giornata conclusiva, oltre alle analisi di esperienze locali e di modelli di cura e presa in carico, si discuteranno anche le possibili prospettive di riforma e alcune proposte operative per il futuro.
L’istituzione delle Rems ha chiuso una lunga stagione in cui il diritto alla cura risultava spesso compromesso, soprattutto a causa di strutture inadeguate e di un approccio più tendente alla logica penale che a quella sanitaria. L’obiettivo era quindi un cambio di paradigma che spostasse il focus dal contenimento alla riabilitazione. Ma la realtà dei fatti ha dovuto scontrarsi con alcuni decisi limiti della riforma, sia pratici (mancata attivazione delle residenze in alcune regioni, inadeguata gestione delle liste d’attesa, difficile coordinamento tra giustizia, sanità e territorio) che strutturali, con la persistenza dell’equivalenza tra infermità mentale e pericolosità sociale.
Con la sua ampia partecipazione di psichiatri, psicologi, giuristi, rappresentanti istituzionali e operatori dei servizi di salute mentale, il Congresso Nazionale di Genova ha le potenzialità per rappresentare uno snodo cruciale per la costruzione di un futuro diverso delle Rems, in cui le persone trattate rivestano un ruolo centrale e i progetti siano pensati e personalizzati in base alle singole individualità. Ripartendo proprio dalla sentenza 99 del 2019 della Corte Costituzionale che, equiparando la patologia mentale a quella fisica, ribadisce il principio irrinunciabile del rispetto della dignità e della libertà delle persone.
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