Slow Food tutela la ‘Cotta di Roccamontepiano’ con un Presidio

A Roccamontepiano, in provincia di Chieti, hanno tutti una ‘cotta’ per il vino, al punto da farne oggetto di un Presidio Slow Food dedicato. Nonostante sia realizzato in diverse zone di Abruzzo, Marche e Italia centrale, il vino cotto, infatti, assume nel territorio di Roccamontepiano una valenza affatto particolare sia per la tecnica produttiva esclusiva utilizzata sia per la formula partecipativa adottata per la cottura. La ricetta, tramandata a livello familiare di generazione in generazione, prevede che il mosto di uve di Montepulciano sia cotto per più di 7 ore e, comunque, fino a ridurne la massa di circa due terzi per poi essere rabboccato con mosto fresco in proporzioni uguali alla massa ridotta dal calore. “Ipotizziamo una disponibilità iniziale di 100 litri di mosto: se alla fine della cottura ne rimangono 30, se ne aggiungono altri 70 di fresco – spiega Adamo Carulli, presidente dell’Associazione produttori vino cotto d’Abruzzo e referente dei produttori del nuovo Presidio Slow Food della ‘Cotta di Roccamontepiano’ – Si lascia poi fermentare il tutto in maniera naturale e, a distanza di un anno, la cotta è pronta. Più si lascia invecchiare e meglio è”.

Contrariamente a quanto avveniva in passato quando veniva preparata tra le pareti domestiche, la ‘Cotta’ viene oggi prodotta in un centro di cottura consortile dedicato, a disposizione di tutte le famiglie che aderiscono alla ‘Società cooperativa vino cotto’. “Complice la mancanza nelle cucine moderne tanto degli spazi quanto delle attrezzature che un tempo rendevano possibile questa antica lavorazione, senza il centro consortile la ‘Cotta’ rischierebbe addirittura di scomparire – afferma Enca Polidoro, referente Slow Food del Presidio – La nascita del Presidio Slow Food può rappresentare, invece, la spinta che serve a questo territorio per rilanciarsi”, all’insegna di una ritrovata convivialità.

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