Stangata d’autunno: le famiglie devono fronteggiare un aumento complessivo di 2.981 euro
Un aumento complessivo di 2.981,10 euro tra le bollette, la Tari, le spese per il riscaldamento, per i libri e il materiale scolastico, per la salute (dal momento che molti rimandano al rientro dalle vacanze l’appuntamento con visite e accertamenti). È la stangata d’autunno che attende le famiglie al rientro dal periodo estivo, una cifra messa a punto dall’Osservatorio Nazionale Federconsumatori, calcolata anche in base a voci che invece non sembrano impattare ulteriormente, dalla frenata dei costi dei beni energetici e quella dei costi dei testi scolastici.
Entrando nello specifico, l’aumento dei costi della voce salute (pari al +1,5%), unito a tempi di attesa per ottenere visite ed esami presso la sanità pubblica sempre più lunghi, si traduce spesso in una progressiva rinuncia alle cure. A queste cifre onerose si aggiungono i rincari sul fronte alimentari, versante sul quale le famiglie continuano a tagliare e rinunciare, a causa dell’aumento dei prezzi soprattutto negli ultimi mesi. In autunno, gli ulteriori rialzi faranno lievitare la spesa per tale voce a 1.697,50 euro. Si aggiungono anche maggiori spese per i costi dei condomini, che registrano un rincaro del +3,3%. Una nota positiva viene, invece, sul fronte dei carburanti, che rispetto ai picchi degli scorsi anni segnano una diminuzione.
“Queste spese risulteranno ancora troppo onerose per molte famiglie, considerata la stagnazione dei salari e la notevole perdita di potere d’acquisto dei redditi fissi”, afferma Michele Carrus, presidente Federconsumatori. “In una fase di indebolimento della bilancia commerciale con l’estero e di incertezza nel mercato energetico mentre ci avviciniamo alle maggiori spese e consumi invernali, questi aumenti non si ripercuoteranno negativamente soltanto sulla vita dei cittadini, ma anche sull’intero sistema economico e produttivo, riducendo la domanda interna proprio quando, invece, andrebbe rafforzata”.
Secondo Federconsumatori, ci sono alcuni provvedimenti che se intrapresi subito dal Governo, aiuterebbero a sostenere il potere d’acquisto delle famiglie: dalla rimodulazione dell’Iva sui generi di largo consumo (che consentirebbe un risparmio di oltre 516 euro annui a famiglia) alla creazione di un Fondo di contrasto alla povertà energetica e una determinata azione di contrasto alla povertà alimentare.
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