“Stellantis, l’Italia al centro: patto su fabbriche e indotto”
TORINO — Un piano che indichi quali saranno le auto prodotte fabbrica per fabbrica da Stellantis in Italia e una proposta: un patto con le aziende della componentistica per affrontare insieme la transizione green. «L’Italia è il centro della strategia di Stellantis», è la promessa di Jean-Philippe Imparato, il capo Europa del gruppo nato dalla fusione tra Fca e Psa. Sarà lui a rappresentare l’azienda il 17 dicembre al tavolo con il ministro Urso, i sindacati e l’Anfia, la sigla che raggruppa le aziende della filiera. Imparato ha anticipato la filosofia del piano intervenendo a XXI Secolo, la trasmissione di Rai 1 di Francesco Giorgino.
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L’azienda oggi parteciperà con il capo delle Risorse Umane, Giuseppe Manca, al tavolo al ministero sul caso Trasnova, l’azienda che si occupa di logistica nei piazzali delle fabbriche Stellantis rimasta senza commesse. Ha licenziato 97 addetti, ai quali si aggiungono quelli delle aziende, Logitech e Teknoservice, in subappalto. Ieri si è aggiunta la Yazaki, multinazionale giapponese che ha licenziato 52 persone nella sede di Torino dopo che si sono ridotti gli ordini Maserati.
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Per Imparato «Stellantis considera l’Italia come un punto chiave di sviluppo. Daremo un piano industriale per fabbrica, concreto. Lo sto valutando in questi giorni». E poi puntualizza: «Voglio essere semplice e chiaro con il ministro Urso, non ci saranno promesse non mantenute, ma macchine e motori che arrivano per ogni impianto». Tra le promesse l’incremento della produzione: «L’Italia sarà al secondo posto in Europa nel 2029». Il capo Europa si concentra sul futuro dello storico stabilimento di Torino. «Mirafiori è vivo e sarà sviluppato. E la 500 sarà sempre fatta a Mirafiori». Non solo la ibrida che arriverà a novembre del 2025 e promette di far salire la produzione di 100 mila vetture, ma quella elettrica di prossima generazione. «Stiamo già preparando la nuova 500 che verrà. Metteremo a Mirafiori il futuro della 500, la nuova vettura elettrica, che guarda al 2032 e 2033. Quindi non c’è dubbio, Mirafiori avrà lavoro», sottolinea Imparato che ricorda il trasferimento, sotto il suo governo, delle sedi centrali del mercato Europa e dei veicoli commerciali a Torino. Complesso dove si trova il reparto dove si costruisce la trasmissione elettrica che viene montata sui veicoli ibridi. «Ne facciamo 60 mila al mese per tutta l’Europa», dice. E sulle multe che rischiano di piovere sulle case automobilistiche, dai 15 ai 17 miliardi di euro, per il superamento delle emissioni di CO2, Imparato si mostra preoccupato. Prova a dare una spiegazione: «Entro quattro settimane, per esempio, io devo vendere 20% delle macchine elettriche. Allora, fatto 100 oggi siamo a 12 macchine vendute su 100. C’è un salto mortale da fare a livello elettrico». Questo, però, non vuol dire fare passi indietro, ma affrontare la sfida e il percorso in modo condiviso, anche se il presente non è solo a batteria: Stellantis sta per lanciare 14 macchine e per ogni elettrica ci sarà anche l’ibrida.
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Il capo Europa pensa ad un patto tra Stellantis e la componentistica per affrontare insieme la transizione green. «Se la giochiamo bene tra la forza nostra e la componentistica, possiamo inventarci un qualcosa: un’alleanza tra i fornitori più sviluppati e Stellantis per affrontare questa transizione elettrica non come un incubo ma come un’opportunità. Sono sicuro che lo possiamo fare e questo farà parte delle proposte che faremo a Urso».
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