Stress al lavoro: in aumento per le donne della generazione sandwich e i giovani professionisti

ROMA – Su un totale di 16.881 dei professionisti e delle professioniste che si sono rivolti al servizio di consulenza socio-assistenziale di Stimulus Italia nel 2024, il 36,6% ha chiesto un aiuto per un problema legato alla disabilità. Più di 3 persone su 10 avevano bisogno di un supporto – orientativo o di assistenza – per una condizione di disabilità propria o, nella maggior parte dei casi, di un familiare. Nel 35,7% dei casi, le donne che hanno chiesto aiuto in ambito socio-assistenziale appartengono alla “generazione sandwich”, tra i 40 e i 49 anni: sono professioniste, mamme, che dopo una giornata in ufficio affrontano impegni gravosi anche a casa, accudendo i figli e i genitori anziani. Sono alcuni dei dati emersi dal report di Stimulus Italia, società di consulenza specializzata nell’integrazione del benessere psico-sociale nei contesti aziendali, in merito alle attività EAP, Employer Assistance Program, un programma che comprende supporto psicologico individuale, ma anche orientamento di tipo sociale, legale e fiscale. In un anno, il programma EAP ha coinvolto 16.881 persone e ha svolto 474 consulenze su temi socio-assistenziali. L’area sociale è in crescita nei servizi EAP, segno di un bisogno delle famiglie che non riesce ad essere soddisfatto in altri contesti. “Si rivolgono a noi parenti stretti di un minore con una condizione di disabilità o di un anziano con malattie gravi, non autosufficiente”, spiega Veronica Preti, Social Care Specialist di Stimulus Italia. “Preoccupate e gravate dalla malattia del familiare, spesso le persone hanno difficoltà a gestire incombenze crescenti nel lavoro di cura; a volte non sanno come orientarsi per adempiere a procedure burocratiche, fare richiesta di esenzioni, indennità o servizi di assistenza pubblica”. “In una società nella quale il sistema di welfare, anche quando c’è, è di difficile accesso, non stupisce che, allora, la generazione sandwich si senta “schiacciata” per l’eccessivo lavoro di cura. Un peso che ha ripercussioni sul benessere complessivo delle persone, anche in ufficio, e si somma ai ritmi e agli impegni professionali” continua Preti. Anche nel caso delle consulenze di Stimulus Italia in ambito lavorativo, emerge che il 21% delle richieste abbia come argomento il carico mentale. Almeno 2 professionisti su 10 lamentano una pressione dovuta a un aumento delle responsabilità o dei ritmi e delle attività di lavoro.

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Le difficoltà dei giovani

Oltre alle donne, una categoria che emerge come maggiormente esposta al malessere è quella dei giovani: il 16,1% dei professionisti, nella fascia di età tra 20 e 29 anni, ha chiesto un supporto psicologico. Dichiara Diego Scarselli, Operations Manager: “Il carico mentale è una delle sfide chiave nel mondo del lavoro attuale, legata a ritmi lavorativi sostenuti, a risorse organizzative non sempre presenti e a carichi di cura. Sempre più professionisti si trovano a gestire responsabilità familiari e lavorative senza strumenti adeguati, rischiando di sviluppare elevati livelli di stress o condizioni di Burnout. I nostri dati dimostrano quanto il carico mentale impatti sul benessere e sulla motivazione delle persone, aumentando la probabilità di fenomeni come il Quiet quitting e il Turnover”.Dichiara Andrea Bertoletti, Managing Director Stimulus Italia, “I dati emersi dal nostro Report confermano che il benessere psicologico e il supporto sociale sono aspetti imprescindibili della vita professionale e personale. Il programma EAP nasce proprio per dare una risposta ai bisogni più ampi di professionisti e professioniste: Stimulus Italia continuerà a investire in soluzioni innovative per rispondere ai bisogni delle persone e delle organizzazioni, affinché nessuno si senta solo di fronte alle proprie difficoltà”.

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