Strisciuglio nuovo ad Trenitalia. Il Pd attacca: “Nomina contro la legge”

ROMA – Giampiero Strisciuglio è il nuovo amministratore delegato di Trenitalia. Il cda del gruppo Ferrovie dello Stato ha scelto l’ingegnere barese – già indicato dal ministro dei Trasporti Matteo Salvini nel maggio scorso, con il placet anche di Fratelli d’Italia – alla guida della compagnia. Strisciuglio arriva nella stanza dei bottoni della società ferroviaria dopo l’esperienza da amministratore delegato di Rfi e un passato al vertice di Mercitalia Logistics e come direttore commerciale ed Esercizio rete nella stessa Rfi. La nomina, però, dovrà essere approvata dal ministero dell’Economia: solo dopo il disco verde del Mef l’iter potrà considerarsi concluso.

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Il cda del gruppo, sempre secondo quanto si apprende, ha proceduto anche a indicare i nuovi vertici delle altre società della galassia Fs. Luigi Corradi da Trenitalia assumerebbe la guida di Fs International, mentre al posto di Strisciuglio in Rfi arriverebbe Aldo Isi, ora ai vertici di Anas. Al suo posto è molto probabile il ritorno di Claudio Gemme, che della società era stato presidente. Unica presenza femminile ai vertici resterebbe Sabrina De Filippis alla guida di Mercitalia Logistic, mentre il presidente di Rfi Dario Lo Bosco passerebbe al vertice di Italferr.

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La protesta del Pd

“Il valzer di Meloni e Salvini sulle nomine nelle ferrovie non calpesti le norme. Presenteremo subito un’interrogazione urgente per chiedere al governo di fare chiarezza sul rispetto del decreto legislativo 112 del 2015, che all’articolo 11 prevede chiaramente che chi ha avuto responsabilità rilevanti nella gestione della rete debba attendere almeno due anni prima di guidare un soggetto che vi opera”, così in una nota il capogruppo pd e il vicepresidente della commissione Trasporti della Camera, Anthony Barbagallo e Andrea Casu, commentano l’esito del cda di Fs che ha nominato Strisciuglio, già ad e dg di Rete ferroviaria italiana dal maggio 2023, nuovo ceo di Trenitalia.

“L’ultima cosa di cui hanno bisogno le ferrovie del nostro Paese – aggiungono i due esponenti dei dem – sono scelte contra legem, che rischiano di creare ulteriore incertezza per passeggeri e lavoratori”.

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