Toschi (J.P. Morgan Asset Management): “Mercato europeo quota a forte sconto rispetto agli Usa”

Dopo le minacce, sono arrivati gli ordini esecutivi del presidente Donald Trump che prevedono dazi del 25% su tutte le importazioni negli Stati Uniti di acciaio e alluminio senza eccezioni o esenzioni a partire dal 12 marzo. Una decisione che ha spinto il Vecchio Continente a promettere contromisure ferme e proporzionate: “L’Ue agirà per salvaguardare i propri interessi economici. Proteggeremo i nostri lavoratori, le nostre aziende e i nostri consumatori”, ha sottolineato la presidente della Commissione Ursula von der Leyen. Le difficoltà sul fronte commerciale si inseriscono in un contesto europeo di crisi industriale, di maggiori costi energetici e tensioni geopolitiche legate al conflitto in Ucraina, mentre si avvicinano le elezioni in Germania. Per comprendere le sfide dell’economia globale ed europea, e le opportunità sui relativi mercati azionari, ci siamo rivolti a Maria Paola Toschi, Global Market Strategist di J.P. Morgan Asset Management.

Quali sono le prospettive macroeconomiche, di crescita globale e inflazione per il 2025?

“Il 2025 è iniziato all’insegna del positivo momentun economico alimentato dalla buona intonazione soprattutto negli Stati Uniti. L’eccezionalismo americano è proseguito e i dati sul mercato del lavoro continuano a mostrare un contesto solido. Il quadro di incertezza dell’agenda del nuovo presidente Trump si sta dissipando, ma quello che emerge non è rassicurante. L’inizio delle restrizioni all’immigrazione e l’introduzione di nuove tariffe sta alimentando attese di un’economia che potrebbe rallentare con un’inflazione in surriscaldamento. In una parola rischi di stagflazione. In Europa una Bce più pronta a tagliare i tassi potrebbe alimentare un contesto più favorevole, ma ancora non ci sono dettagli su come la guerra commerciale potrebbe colpire quest’area. Per la Cina le nuove tariffe sono una sfida aggiuntiva, ma la gestione dei problemi interni e la stabilizzazione dei mercati immobiliari sembrano essere la priorità per il paese. In sintesi, il nuovo round di tariffe potrebbe alimentare una fase generalizzata di moderazione ma molto dipenderà dalla entità e durata delle nuove tariffe”.

In questo contesto, quali sono i rischi e le opportunità del mercato azionario globale?

“I mercati azionari stanno scontando ancora scenari favorevoli con livelli di valutazione elevati. Riteniamo quindi che l’inizio di una guerra commerciale potrebbe indurre un approccio più prudente negli investitori alimentando una fase di volatilità. Le tematiche legate all’intelligenza artificiale sono ancora al centro dell’attenzione e si stanno arricchendo di nuovi elementi. La competizione cinese ad alcuni operatori AI potrebbe rappresentare un’opportunità di un accesso più ampio e meno costoso alle tecnologie AI con ricadute favorevoli su molti settori. Ciò ci spinge a vedere ancora valore nei mercati azionari globali, sempre con un approccio selettivo, guidato dalla ricerca e dalla capacità di individuare i driver trainanti di questa nuova frase di innovazione tecnologica”.

La crisi industriale che ha colpito diverse economie europee (in particolare la Germania), la guerra in Ucraina e i maggiori costi energetici, le pressioni della concorrenza cinese e la sfida della doppia transizione, energetica e digitale: sono tutti fattori che influenzano l’economia del Vecchio Continente. Quali sono gli effetti sul mercato azionario europeo?

“I fattori evidenziati sono ormai emersi e i mercati stanno già scontando uno scenario di forte complessità per l’Europa. Ciò ha infatti portato lo sconto in termini di valutazione dei mercati europei verso gli Stati Uniti a livelli record. L’Europa ha probabilmente capito la lezione e potrebbe decidere di ripensare ad alcune delle politiche di decarbonizzazione adottando un approccio meno penalizzante per la manifattura europea. Inoltre, si sta anche preparando a nuove sfide sul fronte commerciale, dato che alcuni paesi europei forti esportatori, come Germania e Italia, presentano un forte surplus di bilancia commerciale verso gli Stati Uniti. Ci aspettiamo quindi un’Europa più attiva sul fronte fiscale. Ciò, insieme ad attese di altri tagli dei tassi della Fed, alimenta aspettative di moderata ripresa che potrebbero sostenere i mercati azionari dell’area”.

Quali sono i principali rischi e le maggiori sfide per l’economia europea nel 2025? Come si riflettono sul mercato azionario del continente?

“Il settore manifatturiero soprattutto quello tedesco sono al centro della crisi europea. Abbiamo di fronte un importante appuntamento rappresentato dalle elezioni in Germania. Dall’esito elettorale potrà dipendere il destino del ‘debt brake’ tedesco, ovvero della maggiore o minore propensione alla spesa pubblica. Se dovesse prevalere un approccio più morbido, un aumento della spesa potrebbe liberare risorse molto preziose per alimentare una fase di ripresa di cui potrebbe beneficiare tutta l’area europea, Italia in primis, dati le forti relazioni commerciali tra i due paesi”.

Quali sono le maggiori opportunità nel mercato azionario europeo nel 2025?

“Il grafico seguente mostra che tutti i principali settori del mercato europeo quotano a forte sconto rispetto agli Stati Uniti. Ciò significa che il set di opportunità è molto ampio. Tuttavia, il nostro approccio privilegia strategie focalizzate sulla ricerca di singole opportunità ad alta convinzione sui mercati. In generale la ricerca degli operatori più virtuosi nell’ottica della sostenibilità e dell’adozione di tecnologie legate all’AI potrebbero essere elementi discriminanti cruciali”.

Quali potrebbero essere gli effetti sul mercato azionario europeo di una politica commerciale aggressiva del presidente Usa Donald Trump con l’imposizione di dazi sulle importazioni europee?

“L’introduzione di dazi per l’Europa sarebbe ovviamente una nuova sfida con un impatto negativo. Molto dipenderà dalla entità dei dazi, e dalla capacità dell’Europa di mostrare una risposta coordinata e globale evitando quindi che i singoli Stati membri annuncino altre misure in ordine sparso. Le ricadute negative per l’export europeo potrebbero esserci. La Germania potrebbe essere quella più esposta ai nuovi rischi. Tuttavia ci aspettiamo che l’Europa riesca a rispondere con nuovi stimoli e nuove misure per contrastare la minaccia commerciale”.

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