Ue verso lo stop al gas e al petrolio russi dal 2026

L’Unione europea si prepara a chiudere definitivamente la porta al gas e al petrolio russi. Le Commissioni per l’Industria e per il Commercio internazionale del Parlamento europeo hanno approvato il 16 ottobre un piano che vieta dal 1° gennaio 2026 tutte le importazioni di gas naturale russo, sia via gasdotto sia in forma di Gnl, con eccezioni temporanee per i contratti già in essere: fino al giugno 2026 per quelli a breve termine e fino al gennaio 2027 per i contratti a lungo termine stipulati prima del 17 giugno 2025. Il nuovo regolamento consentirà alle società energetiche di invocare la “forza maggiore” per sciogliere i contratti in corso, poiché il divieto d’importazione sarà considerato un atto sovrano fuori dal loro controllo.

Dal 2026 sarà vietato anche lo stoccaggio temporaneo di gas russo nelle infrastrutture europee. Gli operatori dovranno fornire prove dettagliate dell’origine del gas e ottenere un’autorizzazione preventiva, per impedire triangolazioni e importazioni mascherate. Il pacchetto approvato include anche un divieto totale di importazione di petrolio e prodotti derivati da greggio russo, con l’obbligo di autorizzazione e certificazione d’origine per ogni spedizione. Bruxelles predisporrà inoltre un elenco di terminal Gnl ad alto rischio e imporrà audit trimestrali per monitorare eventuali elusioni, come flotte ombra o rotte via Paesi terzi.

Gli eurodeputati hanno rafforzato la proposta della Commissione europea eliminando la clausola che consentiva deroghe temporanee in caso di emergenza energetica e introducendo sanzioni per le violazioni. “Abbiamo costruito una legislazione più solida e vincolante, che chiude le scappatoie e rende effettivo l’abbandono dei combustibili fossili russi”, ha dichiarato Ville Niinistö (Verdi/Ale, Finlandia). Secondo Inese Vaidere (Ppe, Lettonia), “il divieto è una svolta per la politica energetica europea e un segnale chiaro di indipendenza strategica”.

La proposta, approvata con 83 voti favorevoli, 9 contrari e un’astensione, dovrà ora essere negoziata con la Presidenza danese del Consiglio e sarà presentata alla plenaria del Parlamento europeo nella sessione del 20-24 ottobre. Se adottata, segnerà la fine definitiva della dipendenza dell’Ue dai combustibili fossili russi.

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