Unicredit fa correre Generali. Donnet: “Il piano è attraente”

Milano — Il blitz di Unicredit su Generali scalda il risiko bancario-assicurativo in corso. Con un 4,1% di azioni acquistate e un altro 0,6% per conto di clienti terzi la banca guidata da Andrea Orcel si candida a un ruolo importante nel possibile riassetto della galassia del Nord. Sull’onda di questa notizia il titolo Generali ieri ha guadagnato lo 0,33% mentre le azioni di Unicredit hanno lasciato sul terreno lo 0,77%, in un mercato che ha perso lo 0,69% sull’onda dei dazi annunciati da Trump.

Unicredit, che nell’operazione Generali ha impiegato circa 2 miliardi, ha dichiarato che il suo interesse per il Leone di Trieste non è strategico ma finanziario, ma non ha aggiunto da che parte vorrà schierarsi nella battaglia assembleare dell’8 maggio che sarà chiamata a rinnovare il cda. Inoltre il 4,7% gestito da Unicredit potrebbe avere un peso se fosse chiamata un’assemblea per esprimere un giudizio sull’operazione con Natixis, già contestata dagli azionisti Caltagirone e Delfin attraverso il voto contrario di tre consiglieri d’amministrazione.

Andrea Orcel, il banchiere in cravatta rossa che ama le scalate

In attesa di questi appuntamenti e di saperne di più sulle intenzioni di Orcel, l’ad di Generali Philippe Donnet ha preso la palla al balzo per accogliere di buon grado i nuovi arrivati nell’azionariato. «Il nuovo piano di Generali è molto promettente e preannuncia molta remunerazione – ha detto in un’intervista a Bloomberg tv -. Non sono sorpreso che investitori istituzionali abbiano l’appetito per unirsi a noi».

Nell’annunciare l’acquisto della quota in Generali, Unicredit ha però ribadito l’interesse strategico per il Banco Bpm, sul quale il 26 novembre scorso ha lanciato una Ops (offerta pubblica di scambio) sul 100% del capitale. Il 13 dicembre aveva poi presentato una pre notifica a palazzo Chigi ai fini di un’autorizzazione per la normativa sul Golden power, ma il governo ha richiesto una notifica vera e propria per analizzare meglio l’operazione. E così tra oggi e i prossimi giorni da Piazza Gae Aulenti partirà la notifica in direzione di Roma e da quel momento scatteranno i 45 giorni per la risposta. Prima della partenza dell’Ops dovrà poi arrivare il via libera della Bce.

La cassaforte Del Vecchio vale più di 50 miliardi

Per quanto riguarda invece l’Ops lanciata dal Monte dei Paschi di Siena su Mediobanca sono da registrare le critiche del Financial Times: «Mentre l’offerta di UniCredit per Bpm presenta evidenti potenziali sinergie, Monte dei Paschi e Mediobanca è una combinazione meno naturale – scrive il quotidiano della City -. La sovrapposizione delle attività è limitata e Mps fa affidamento in parte su un utilizzo più rapido delle attività fiscali differite per creare valore».

In realtà dopo una prima reazione negativa che ha portato lo sconto di mercato al 9%, nei giorni successivi sempre il mercato lo ha ridimensionato fino al 7,6% di ieri. Una seduta nella quale Mediobanca ha perso lo 0,79% a 15,7 euro e Mps ha guadagnato l’1,42% a 6,3 euro.

Nei prossimi giorni tutti i contendenti in campo presenteranno i loro dati di bilancio per l’intero 2024 o per il primo semestre. Si partirà giovedì con Mps, lunedì 10 con Mediobanca, martedì con Unicredit e mercoledì toccherà a Banco Bpm. Quest’ultimo dovrebbe anche convocare l’assemblea ordinaria per il rilancio dell’Opa su Anima, che deve ancora ricevere il via libera da Bce e Ivass.

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