Usa, il settore manifatturiero frena ancora. “Dazi introdotti in modo disordinato”

IL settore manifatturiero statunitense – che pesa per il 10,2% sull’economia del Paese – accusa una contrazione per il secondo mese consecutivo ad aprile, perché i dazi sui beni importati mettono a dura prova le catene di approvvigionamento mantenendo elevati i prezzi alla fabbrica e incoraggiando alcune aziende a licenziare i lavoratori.

L’Institute for Supply Management (ISM) sostiene, in particolare, che l’Indice PMI manifatturiero scende al minimo da 5 mesi attestandosi a 48,7 punti (mentre a marzo era a 49).

Pesa la frenesia con cui tante aziende stanno anticipando le importazioni, rispetto ai tempi previsti, per sfuggire ai possibili dazi che il governo americano sta mettendo in campo.

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Il rischio inflazione

Gli acquisti massicci di beni esteri mettono a dura prova le imprese, che spendono tempo e denaro per organizzare i magazzini. I meccanismi produttivi, rapidi e collaudati in tempi normali, si stanno inceppando. Al punto che le fabbriche dilatano i tempi di consegna dei loro prodotti finali.

Si è anche innescata una spirale inflattiva. Alcuni fornitori nazionali di beni, necessari a realizzare i prodotti finali, stanno aumentando i prezzi. Lo fanno perché, a loro volta, pagano di più quando acquistano materie prima sui mercati mondiali squassati dalla nuova stagione protezionistica.

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Un clima di incertezza

Ma non è solo questo. Gli imprenditori che l’ISM intervista, pescando in ogni settore, sono spesso arrabbiati per il modo disordinato in cui vengono imposti i dazi all’importazione e per la mancanza di certezze.

“Prevediamo che la contrazione del settore manifatturiero si aggraverà nel corso dell’estate, anche se i dazi, in particolare quelli sulle importazioni dalla Cina, verranno presto allentati”, spiega Ben Ayers, economista senior di Nationwide.

In questo clima tempestoso, alcuni settori reggono meglio di altri. Undici settori – tra cui apparecchiature elettriche, elettrodomestici e componenti, prodotti informatici ed elettronici e macchinari – registrano una crescita, anche se limitata.

Tra i sei che accusano una contrazione ci sono il legno, i prodotti cartacei e le attrezzature per il trasporto.

I tagli fiscali

Malgrado i tanti segnali negativi dall’economia, il presidente Donald Trump tiene il punto: i dazi –assicura – sono una “bella cosa” per gli Usa: “Ci renderanno molto ricchi, pagheremo i nostri debiti e ridurremo notevolmente le tasse perché entreranno in circolazione molti soldi”.

A proposito di tasse “è in arrivo un grande e splendido disegno di legge” – in discussione al Congresso – che “offrirà ancora una volta al popolo americano i più grandi tagli fiscali della storia”.

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