Vacanze 2025: italiani primi in Europa per voglia di viaggiare, ma ultimi per le assicurazioni

Abbiamo meno soldi – tradotto: l’inflazione ha impennato i prezzi e gli stipendi sono rimasti fermi – ma continuiamo a viaggiare. I numeri parlano chiaro: l’83% degli italiani ha dichiarato di voler partire per l’estate, ben sopra la media europea del 75%. Per riuscire a farlo, però, spendiamo meno degli altri europei: la spesa media prevista per nucleo familiare è di 1.950 euro in Italia, con un aumento del 16% rispetto al 2024, anche se resta inferiore alla media europea di 2.217 euro. Un dato che riflette, appunto, la perdita del potere d’acquisto degli ultimi anni, ma anche la determinazione a non rinunciare alle ferie.Insomma, il 2025 si preannuncia come un anno di contrasti per il turismo italiano: da un lato gli italiani confermano la loro vocazione di viaggiatori incalliti, dall’altro emergono nuove paure e una crescente sensibilità verso sostenibilità e autenticità. È il ritratto che emerge dall’European Summer Vacation Confidence Index 2025 di Allianz Partners, una ricerca che ha coinvolto 9.300 persone in nove paesi europei.

Primi per voglia, ultimi per prudenza

“Anche quest’anno siamo primi in Europa come propensione a viaggiare. Una conferma della sacralità per gli italiani delle vacanze estive e un trend consolidato negli ultimi anni, soprattutto dopo la pandemia” – spiega Marco Gioieni, amministratore delegato di Allianz Partners Italia. “Eppure, per la prima volta dal post-Covid, si registra un rallentamento generale: un calo di 9 punti percentuali rispetto al 2024, in linea con il trend europeo”. Le ragioni? “Prima l’impatto inflattivo e l’incertezza economica, il secondo invece una certa preoccupazione su temi più legati a fenomeni meteo estremi e rischi climatici, che stanno diventando sempre più frequenti”, continua Gioieni

Sacrifici pur di non rinunciare alle ferie

Nonostante le difficoltà economiche, gli italiani dimostrano un attaccamento quasi sacro alle vacanze estive. Il 68% è disposto a ridurre le spese per il tempo libero (ristoranti, palestre, cultura) pur di viaggiare, percentuale superiore alla media europea del 60%. Ancora più sorprendente: il 67% rimanda acquisti importanti come auto nuove o ristrutturazioni di casa.

Clima e geopolitica: le nuove ansie

Una delle novità più significative riguarda la crescente sensibilità ai cambiamenti climatici. Il 62% degli italiani (contro il 53% degli europei) si dice preoccupato per eventi meteorologici estremi come ondate di calore, alluvioni e incendi. Il 66% dichiara di considerare i rischi ambientali nella scelta della destinazione.Anche la situazione geopolitica internazionale pesa sulle decisioni: il 51% dei viaggiatori italiani esprime preoccupazione, e il 44% cambierebbe destinazione in caso di controlli più rigidi alle frontiere.

Il paradosso delle assicurazioni

Nonostante le crescenti preoccupazioni, l’Italia resta all’ultimo posto in Europa per propensione ad assicurarsi: solo il 43% ha dichiarato di volersi assicurare, contro l’80% dell’Olanda o il 77% del Regno Unito. “Cresce la propensione degli italiani ad assicurarsi, ma restiamo indietro nella classifica europea. Perché la gente non si assicura?

Siamo tra quelli che più prediligono le mete domestiche e i viaggi di breve durata. Questo porta a sottovalutare l’importanza di proteggere le proprie vacanze. Infatti, circa un terzo degli intervistati ritiene che il proprio viaggio sia troppo breve per acquistare una polizza viaggio domestico”, analizza Gioieni.Il dato riflette una specificità italiana: due terzi degli italiani preferiscono rimanere entro i confini nazionali, riducendo la percezione del rischio. Quando si viaggia all’estero, però, le destinazioni top restano gli Stati Uniti (26%, in leggero calo dal 30% del 2024), seguiti da Giappone (5,5%) e Regno Unito.

Verso un turismo più etico e sostenibile

Emerge con forza una nuova sensibilità: il 73% degli italiani ritiene importante che la propria spesa turistica porti benefici alle comunità locali. Cresce anche l’attenzione all’overtourism: il 21% di chi non viaggia cita il sovraffollamento come motivo principale. Si registra inoltre una preferenza crescente per mezzi di trasporto alternativi all’aereo: “Cresce il numero dei viaggiatori che predilige i mezzi pubblici, magari il treno o l’autobus. Gli italiani comunque continuano a prediligere l’auto come il mezzo principale di trasporto per le vacanze”, conclude Gioieni.

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