Da Rio all’Angola sulla rotta degli schiavi. Dal Brasile parte la crociera della riconciliazione

Helena Monteiro da Costà ha 99 anni. Suo padre fu portato dall’Angola al Brasile come schiavo nel XIX secolo. Uno degli ultimi schiavi, verosimilmente, se è vero che la schiavitù in Brasile fu abolita negli ultimi anni dell’Ottocento. L’anno prossimo, la donna spera di poter prendere parte ad una crociera, unica nel suo genere, che dovrebbe fare il viaggio inverso verso la terra natale di suo padre.

“Mio padre è stato ridotto in schiavitù e ha obbedito… tutto ciò che gli schiavisti gli hanno detto di fare, lo ha fatto”, ha raccontato all’agenzia di stampa Reuters Monteiro nella sua casa di Santos, la città costiera brasiliana dove suo padre finì dopo il brutale viaggio attraverso l’Atlantico.

Dal XVI al XIX secolo, il Brasile ha accolto circa 5 milioni di africani ridotti in schiavitù, più di qualsiasi altro paese. La maggior parte è stata trasportata con la forza in condizioni disumane dall’Angola, nell’Africa occidentale, a bordo di navi portoghesi.

La crociera nel dicembre 2025

Ora, gli organizzatori di A Grande Travessia, stanno cercando di noleggiare una nave da crociera che parta da Santos e faccia tappa a Rio de Janeiro e Salvador prima di fare rotta verso Luanda, capitale dell’Angola. Inedita forma di turismo delle radici, che in ogni angolo del mondo, quali che siano le motivazioni dell’emigrazione e le radici, è diventata una tendenza. E su cui anche l’Italia conta molto, per attrarre i discendenti emigrati – seppure ad altre condizioni, per quanto precarie – in ogni angolo del Pianeta.

Dagoberto José Fonseca, 63 anni, professore all’Università statale di San Paolo UNESP, è la mente dietro la crociera, che si svolgerà per tre settimane nel dicembre 2025. “Vogliamo riprendere le rotte marittime del passato per costruire un altro futuro”, ha raccontato lo studioso, che ha avviato trattative con le autorità angolane e brasiliane, che sostengono l’iniziativa, e con le compagnie di crociera. Sarà richiesto un sostegno finanziario per noleggiare la nave

Anielle Franco, ministra brasiliana per l’uguaglianza razziale, ha affermato che il progetto è in linea con il programma Rotas Negras (rotte nere) del governo, che promuove il turismo che valorizza la storia e la cultura afro-brasiliana.

Ricostruire il passato anche nel Middle Passage

Il progetto prevede di invitare circa 2.000 passeggeri, tra studenti, accademici, uomini d’affari, discendenti di schiavi e leader delle religioni afro-brasiliane.

Le attività previste a bordo includono workshop, tavole rotonde, opportunità di networking e tributi agli oltre 2,5 milioni di persone che hanno perso la vita nell’estenuante Middle Passage, quel “passaggio di mezzo” che era la rotta della schiavitù: un triangolo che vedeva le navi partire dall’Europa con manufatti da vendere in cambio degli schiavi. Questi venivano poi trasportati nelle Americhe, per essere venduti in cambio di metalli preziosi, ma anche di zucchero, tabacco o pellicce, da trasportare nel Vecchio Continente.

“La mia aspettativa è di conoscere il mio passato”, racconta Mary Francisca do Careno, una delle accademiche afroamericane che parteciperanno alla crociera. La docente spera che il viaggio possa fornire risposte alle domande che ha sulla sua eredità.

Il richiamo a Lisbona

Afonso Vita, un esperto angolano di turismo legato alla schiavitù, ha detto che la crociera aiuterebbe il suo Paese ad affrontare il suo passato e ha accusato il Portogallo, che aveva colonializzato questa parte dell’Africa, di glissare sulla questione “Il Portogallo, non ha mai avuto alcun interesse a vedere discussa pubblicamente questa storia, che ne offusca l’immagine”, spiega.

All’inizio di quest’anno, il presidente portoghese Marcelo Rebelo de Sousa ha affermato che il suo Paese è responsabile dei crimini commessi durante la schiavitù transatlantica e l’era coloniale, e ha suggerito che fossero necessarie riparazioni. Ma il governo portoghese ha rifiutato di avviare qualsiasi processo in tal senso. Sia l’esperto di turismo angolano che il professor Fonseca esortano il governo portoghese a partecipare al progetto crociere delle radici. Il ministero dell’Economia, che a Lisbona sovrintende al turismo, non ha per ora replicato.

Gli organizzatori vedono la crociera come parte di un movimento più ampio che lotta per i risarcimenti contro la schiavitù transatlantica e il colonialismo europeo. Il dibattito sull’opportunità di risarcimento dei grandi torti della storia è di lunghissima data, e rimane controverso, ma il partito di chi sostiene queste forme riparatorie sta guadagnando vigore in ogni angolo del mondo.

“Un progetto come questo ci invita a riflettere sulle riparazioni, così come sul riconoscimento e sul rafforzamento dell’identità dei neri”, ha concluso la giovane ministra brasiliana Franco.

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