Guerra Israele-Hamas, le news del 25 giugno. Israele: colpita l’università a Gaza City. La Corte Suprema: “Il governo deve arruolare anche i giovani ortodossi”

Segui la diretta della guerra tra Israele e Hamas del 26 giugno

Due adulti e tre minori sono morti in un bombardamento aereo israeliano nel campo profughi di Maghazi, nel centro della Striscia di Gaza. Lo dice l’agenzia di stampa palestinese Wafa. “Abbiamo quasi smantellato Hamas a Rafah”, annuncia l’esercito di Israele. E intanto la Corte suprema israeliana stabilisce che “il governo deve arruolare anche i giovani ortodossi”. Per gli Usa “serve un piano per il dopo guerra, senza militari a Gaza”. Gli Stati Uniti “si oppongono all’idea di un controllo israeliano post conflitto”, fa sapere il portavoce del dipartimento di Stato americano Matthew Miller.

Dossier – Sentieri di guerra

Haniyeh, ‘uccisione miei parenti non cambia mia posizione’

Gantz avverte: si avvicina soluzione militare con hezbollah

Israele: “Il piano per il dopo Hamas partirà a giorni da Gaza Nord”

Movimento Israele: “Dalla Corte storica sentenza sulla parità della leva”

Hamas: due ostaggi russi saranno i primi rilasciati con l’accordo per il cessate il fuoco

Ue proroga missione a Rafah e supporto polizia palestinese

Il Consiglio dell’Ue ha deciso oggi di prorogare fino al 30 giugno 2025 i mandati di due delle sue missioni civili della Politica di sicurezza e difesa comune (PSDC): la Missione di assistenza alle frontiere dell’Unione europea per il valico di Rafah (EUBAM Rafah) e la Missione di polizia dell’Unione europea per i territori palestinesi (EUPOL COPPS).

EUBAM Rafah è stata lanciata nel novembre 2005, in seguito al disimpegno israeliano da Gaza. Nella sua attuale modalità stand-by, EUBAM Rafah continua a fornire consulenza e assistenza tecnica sulla gestione integrata delle frontiere all’Amministrazione generale palestinese per le frontiere e i valichi con sede a Gerico e a sostenere progetti sulla facilitazione degli scambi e l’elaborazione dei passaporti biometrici.

EUBAM Rafah è inoltre incaricata di fornire una presenza di terze parti al valico di Rafah tra la Striscia di Gaza e l’Egitto e di creare fiducia tra il governo di Israele e l’Autorità Nazionale Palestinese. Questa parte del mandato è in sospeso da quando Hamas ha preso il controllo di Gaza nel 2007. Tuttavia, la missione mantiene la sua disponibilità a ridistribuirsi al valico di Rafah una volta che tutte le condizioni necessarie saranno in atto per un dispiegamento efficace e sicuro. Il suo capo missione è la Sig.ra Nataliya Apostolova.

Haniyeh, ‘uccisione miei parenti non cambia mia posizione’

“Israele si illude se pensa che colpire i miei parenti possa cambiare la mia posizione”. Lo ha detto su Telegram il leader di Hamas Ismail Haniyeh riferendosi all’uccisione a Gaza da parte di Israele di 10 suoi parenti, compresa la sorella.

“Ripeto ancora – ha aggiunto Haniyeh – che i martiri della mia famiglia sono i martiri del nostro popolo, e i martiri del nostro popolo sono anche la mia famiglia, quindi non c’è differenza tra i martiri”. Haniyeh ha poi confermato la posizione della fazione islamica sui negoziati. “Qualsiasi accordo che non garantisca il cessate il fuoco e la fine dell’aggressione – ha sottolineato – è un accordo da respingere e la nostra posizione non cambierà in nessun momento”.

Gantz avverte: si avvicina soluzione militare con hezbollah

Il leader del partito israeliano di Unità nazionale benny gantz ha incontrato la ministra degli esteri tedesca annalena baerbock a cui ha detto che “l’allontanamento da una soluzione diplomatica all’aggressione di hezbollah avvicina l’escalation e una soluzione militare”. Gantz, secondo quanto riportato dalla stampa israeliana, ha aggiunto che la pressione esercitata dalla germania e dall’ue sull’iran e sui suoi delegati nell’area è essenziale per prevenire le sue provocazioni, e ha invitato la germania a prendere parte alla creazione di un sistema internazionale per regolare le forniture di aiuti umanitari alla striscia di gaza senza il coinvolgimento di hamas.

Governo Canada esorta connazionali a lasciare Libano

Il governo del Canada ha esortato i canadesi che si trovano in Libano a lasciare il Paese finché possibile. “Il mio messaggio ai canadesi è stato chiaro fin dall’inizio della crisi in Medioriente: non è il momento di recarsi in Libano. E per i canadesi che si trovano attualmente in Libano è il momento di partire, finché i voli commerciali sono ancora disponibili”, ha affermato la ministra degli Esteri Melanie Joly in una nota riportata dai media internazionali.

L’Onu: a Gaza 10 bambini ogni giorno perdono una o entrambe la gambe

Dieci bambini perdono in media una o due gambe ogni giorno nella Striscia di Gaza, ha dichiarato il capo dell’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa) Philippe Lazzarini. “Grosso modo, ogni giorno abbiamo 10 bambini che perdono una o due gambe”, ha dichiarato il capo dell’agenzia in una conferenza stampa a Ginevra, aggiungendo che questa cifra non include i bambini che perdono un braccio o una mano. Ha detto di essersi basato sui dati dell’agenzia delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef).
“Dieci al giorno significa circa 2.000 bambini dopo oltre 260 giorni di questa brutale guerra”, ha detto Lazzarini. “Sappiamo anche che il più delle volte le amputazioni vengono effettuate in condizioni orribili e talvolta senza alcun tipo di anestesia, e questo vale anche per i bambini”, ha sottolineato. Lazzarini ha anche fatto riferimento a un rapporto pubblicato ieri dall’ONG Save the Children, che stima che dall’inizio della guerra “fino a 21.000 bambini sono scomparsi” nella Striscia di Gaza, perché sepolti sotto le macerie, prigionieri, sepolti in tombe senza nome o perché hanno perso i contatti con le loro famiglie e i loro cari. Anche se le cifre sono difficili da raccogliere e verificare, secondo l’ONG almeno 17.000 bambini non sono accompagnati e circa 4.000 sono probabilmente dispersi sotto le macerie.

Colloquio Erdogan-Putin: punto umanitario su Gaza

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha avuto un colloquio telefonico con l’omologo russo Vladimir Putin. Il leader turco ha approfittato dell’occasione per porgere le condoglianze al governo russo per l’attentato terroristico che ha avuto luogo in Daghestan; i due leader si sono poi dati appuntamento nella capitale del Kazakistan Astana il prossimo 3-4 luglio, in occasione di un summit del gruppo di Shangai (Sco). Putin ed Erdogan hanno fatto un punto sulla crisi umanitaria in corso nella Striscia di Gaza, ma anche sugli ultimi sviluppi del conflitto in Ucraina.

Turchia contro Cipro: “Base Israele, rischio escalation”

La Turchia punta il dito contro Cipro, divenuta secondo Ankara un vero e proprio avamposto militare per attaccare la Striscia di Gaza. Una circostanza che aumenta il rischio che il conflitto possa arrivare a toccare anche l’isola del Mediterraneo orientale. “Abbiamo ricevuto numerose informative, tutte confermano che l’amministrazione greco cipriota ha acconsentito a rendere l’isola una base da cui attaccare Gaza”, ha detto il ministro degli Esteri turco, Hakan Fidan oggi, accusando di complicità l’Europa. “Cipro che diviene un hub militare finisce con il danneggiare sia la Grecia che la stessa amministrazione turco cipriota. La comunità internazionale ne deve essere consapevole: l’isola e’ soggetta a un processo di militarizzazione, un processo che deve essere fermato”, ha detto Fidan. Il capo della diplomazia turca ha commentato le recenti minacce del leader degli sciiti libanesi di Hezbollah, Hassan Nasrallah, dirette proprio al governo greco cipriota. “Permettere a Israele di utilizzare aeroporti e basi per colpire il Libano significa che Cipro e’ parte del conflitto; l’Asse di Resistenza ne terrà conto e agirà di conseguenza”, ha detto Nasrallah. Parole che per Fidan costituiscono più di un campanello di allarme, conferma del fatto che il conflitto potrebbe espandersi. “Il rischio concreto è che un conflitto permanente e a bassa intensità trascini dentro altri attori”, ha detto Fidan. Secondo quanto riporta il quotidiano israeliano Haaretz, tonnellate di armi e munizioni sono stati portati da decine di aerei americani e britannici sull’isola nell’ultimo anno. A questi, sempre secondo Haaretz, vanno aggiunti altri velivoli, non identificati e apparentemente civili, atterrati presso la base di Akrotiri con carichi sospetti. Altro punto critico riguarda le attività di spionaggio e intelligence che da Cipro vengono condotte su Gaza e anche sul nord del Libano; attività che hanno nel mirino soprattutto anche Hezbollah. Un rapporto britannico, pubblicato ultimamente dopo essere stato declassificato, rivela che l’aeronautica britannica ha condotto 200 voli di ricognizione dal 3 dicembre in poi, utilizzando proprio Cipro come base logistica.

Ministero della Salute di Gaza: dal 7 ottobre 37.658 morti e 86.327 feriti

Continua a salire il bilancio dei morti nella Striscia di Gaza, nel mirino delle operazioni militari israeliane contro Hamas dall’attacco del 7 ottobre in Israele. Parla di almeno 37.658 morti e 86.237 feriti il bollettino del ministero della Salute di Gaza, che nel 2007 finì sotto il controllo di Hamas. Il bilancio aggiornato, di cui dà notizia la tv satellitare al-Jazeera, riferisce di 32 persone uccise e 139 ferite nelle ultime
24 ore.

Mezzaluna rossa: solo 33 camion di aiuti a Gaza in 24 ore

La Mezzaluna Rossa egiziana denuncia una forte diminuzione del numero di camion ammessi a Gaza dalle autorità israeliane, solo parzialmente compensato da alcuni lanci di aiuti effettuati per via aerea dalla coalizione internazionale incaricata. Questa mattina sono stati preparati e inviati 50 nuovi camion umanitari verso il valico di Kerem Shalom, mentre ieri, di 200 spediti, tra cui 8 cisterne di carburante, ne sono entrati solo 33. “Le autorità israeliane hanno continuato a mostrare intransigenza nel fornire aiuti umanitari a Gaza per il cinquantesimo giorno consecutivo – afferma all’Ansa una fonte ufficiale della Mezzaluna rossa del nord Sinai – tiene chiuso il valico di Rafah e ha ridotto significativamente l’ingresso degli aiuti umanitari attraverso il valico di Kerem Shalom. Migliaia di tonnellate di aiuti deperibili – aggiunge la fonte – sono andati sprecati per il caldo e la polvere, soprattutto cibo e aiuti medici. Intanto questa mattina un aereo militare egiziano Airbus C295M ha sganciato aiuti umanitari e forniture di soccorso sulla Striscia di Gaza nell’ambito degli sforzi della coalizione internazionale preposta. Il cargo militare egiziano – fanno sapere fonti dell’aeronautica – è decollato da una base militare giordana a sud-ovest dell’aeroporto di Amman e ha lanciato pacchi di aiuti umanitari e forniture di soccorso, inclusi cibo e medicine, nella Striscia di Gaza.

Lapid: “Il governo ordini l’immediata leva per i giovani ortodossi”

Il leader dell’opposizione Yair Lapid ha chiesto al governo di Benyamin Netanyahu di dare l’immediato via al reclutamento dei giovani ortodossi delle scuole religiose dopo la sentenza della Corte Suprema. “La Corte – ha detto Lapid – ha parlato chiaramente e in maniera netta, compresi i giudici più conservatori: non c’è più esenzione per gli ortodossi. Le esenzioni sono illegali. Il ministro della difesa deve attenersi alla legge ed emettere gli ordine di leva per decine di migliaia di ortodossi che finora hanno evaso il servizio militare”.

La moglie di Netanyahu: “I militari vogliono destituire mio marito”

In un incontro con le famiglie degli ostaggi, la moglie del primo ministro Benjamin Netanyahu, Sara Netanyahu, ha accusato i capi militari di aver tentato di effettuare un colpo di stato contro suo marito. Lo riferiscono i quotidiani israeliani Haaretz e Jerusalem Post. Secondo la notizia di Haaretz, Netanyahu avrebbe detto alle famiglie degli ostaggi di non avere fiducia negli alti comandi dell’Idf. Netanyahu ha smentito

Le famiglie delle vittime del 7 ottobre denunciano l’Unrwa: “Aiuti ad Hamas”

Le famiglie delle persone uccise durante l’attacco di Hamas in Israele il 7 ottobre hanno presentato ieri una denuncia contro l’Unrwa, l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi, accusandola di aver contribuito a questo massacro senza precedenti, secondo i documenti giudiziari visionati dall’Afp. Considerata da decenni essenziale per gli aiuti umanitari ai palestinesi, l’Unrwa è in crisi da quando Israele ha accusato 12 dei suoi dipendenti di essere coinvolti in questo attacco. Un rapporto di esperti condotto dall’ex ministro degli Esteri francese Catherine Colonna ha concluso ad aprile che esiste un problema con la “neutralità” politica dell’agenzia, ma che Israele non ha fornito “prove” sufficienti a sostegno delle sue accuse. Queste accuse avevano spinto diversi paesi, tra cui l’Italia, a congelare i finanziamenti all`agenzia. Il governo di Roma ha poi deciso di riprenderli, dopo la conclusione dell’inchiesta guidata da Colonna.

Allerta Usa, il Brasile espelle agente di Hamas e la famiglia

Il Brasile ha espulso un uomo palestinese e la sua famiglia dopo che la polizia federale brasiliana era stata avvisata dagli Stati Uniti che un “agente di Hamas” stava viaggiando nel Paese sudamericano. Muslim Abuumar, insieme alla moglie incinta, al figlio e alla suocera, sono stati trattenuti venerdì all’ingresso nel Paese all’aeroporto Guarulhos di San Paolo e imbarcati su un volo della Qatar Airways per tornare a Doha due giorni dopo, hanno dichiarato alla Reuters fonti della polizia brasiliana. “La richiesta è arrivata dal Dipartimento di Stato americano”, ha dichiarato un alto funzionario della polizia federale, “È stato dimostrato davanti a un giudice che (Abuumar) era profondamente coinvolto con Hamas”. Una giudice federale di San Paolo ha fermato la deportazione ieri per chiedere informazioni alla polizia, che, una volta fornite, le hanno permesso di approvare l’espulsione di Abuumar e della sua famiglia. Il giudice Milenna da Cunha, nella sua decisione visionata da Reuters, ha affermato che la polizia federale brasiliana ha ricevuto un avviso dall’ambasciata statunitense che “un agente di Hamas, Muslim Abuumar” sarebbe arrivato in Brasile da Kuala Lumpur. Secondo un’ingiunzione presentata dall’avvocato di Abuumar, Bruno Henrique de Moura, la famiglia palestinese è stata trattenuta dalla polizia all’ingresso dell’aeroporto di Guarulhos senza un mandato. Il documento ha affermato che stavano venendo a visitare il fratello di Abuumar, che vive in Brasile. Fonti della polizia brasiliana, tuttavia, affermano che Abuumar non era venuto in visita, ma per rimanere in Brasile e diventare portavoce di Hamas. Una volta che la fonte, che ha parlato a condizione di anonimato, ha detto che la grande quantità di bagagli che ha portato con sé

Israele: raid sull’università di Gaza City, colpiti all’interno diversi componenti di Hamas”

L’esercito israeliano in raid aerei ha colpito un edificio presso l’Università islamica di Gaza City, “dove erano riuniti operativi di Hamas”. Lo ha fatto sapere il portavoce militare secondo cui l’edificio universitario nel quartiere di Sabra, a Gaza city, “è stato utilizzato dagli operativi di Hamas per lanciare missili anticarro, osservare le truppe israeliane e pianificare altri attacchi”. A Rafah, nel sud della Striscia, secondo la stessa fonte, l’Idf “ha ucciso diversi uomini armati e un drone ha colpito diversi siti utilizzati dai gruppi terroristici, compresi i tunnel”.

Gli Usa a Hezbollah: “Se ci sarà escalation non potremo fermare Israele”

L’inviato del presidente americano Joe Biden per il Medio Oriente, Amos Hochstein, ha avvertito la settimana scorsa i funzionari libanesi che Washington non sarà in grado di impedire a Israele di invadere il Libano, se Hezbollah continuerà i suoi attacchi. Lo ha riferito il sito Axios, citando un funzionario statunitense, un funzionario israeliano e un diplomatico occidentale vicini alla questione. Hochstein era in Libano la settimana scorsa per chiedere l'”urgente” riduzione degli scontri a fuoco transfrontalieri tra Hezbollah e Israele, in corso dall’inizio della guerra di Gaza. Ha anche visitato Israele e ha avuto colloqui a Gerusalemme con il primo ministro Benjamin Netanyahu e il ministro della Difesa Yoav Gallant, nonché con i leader dell’opposizione. Durante il suo incontro con il presidente del Parlamento libanese Nabih Berri, Hochstein avrebbe chiesto di inviare un messaggio al leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, dicendogli che gli Stati Uniti non sono in grado di controllare Israele.
L’inviato Usa ha consigliato a Hezbollah di negoziare indirettamente con Israele, piuttosto che aumentare le tensioni al confine.

Mosca: “Chiesto ad Hamas il rilascio immediato degli ostaggi russo-israeliani”

La Russia ha esortato Hamas a rilasciare gli ostaggi presi in Israele il 7 ottobre, tra cui due cittadini russi, ha fatto sapere in una dichiarazione il ministero degli Esteri russo dopo incontri con una delegazione palestinese. Il rappresentante presidenziale speciale russo per il Medio Oriente e l’Africa, il viceministro degli Esteri Mikhail Bogdanov, ha incontrato ieri il vicepresidente dell’ufficio politico di Hamas, Moussa Abu-Marzouk, ha riferito il ministero. “L’incontro ha evidenziato la situazione nella Striscia di Gaza, dove la crisi umanitaria è diventata catastrofica a causa delle ostilità in corso”, si legge nella nota. “La Russia ha sottolineato la necessità del rilascio quanto prima possibile dei civili, tra cui due cittadini russi, Alexander Lobanov e Alexander Trufanov, presi in ostaggio dalle fazioni palestinesi durante gli attacchi del 7 ottobre 2023 e ancora tenuti prigionieri”, dichiara Mosca. “Si è avuto uno scambio di opinioni sulla prospettiva di ripristinare l’unitaà nazionale palestinese”. Bogdanov “ha riaffermato la disponibilità dei diplomatici russi a continuare a sostenere il consolidamento delle principali forze politiche e dei movimenti palestinesi sulla piattaforma dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina”, conclude la nota.

Israele: “Il piano per il dopo Hamas partirà a giorni da Gaza Nord”

Il piano di Israele per il “giorno dopo” Hamas comincerà ad essere attuato nel nord di Gaza nei prossimi giorni. Lo ha detto il Consigliere per la sicurezza nazionale Tzachi Hanegbi. Il piano dell’esercito, ha spiegato Hanegbi, è stato “affinato” nelle ultime settimane e a breve se ne vedrà “l’espressione pratica”. “Non dobbiamo aspettare che Hamas scompaia, perché – ha sottolineato – è un processo lungo. Non possiamo sbarazzarci di Hamas come idea, abbiamo bisogno di un’idea alternativa”. Che significa “un governo basato sulla gente del posto disposta a vivere al fianco di Israele. Devono essere sostenuti dagli stati arabi moderati”

Movimento Israele: “Dalla Corte storica sentenza sulla parità della leva”

“Uno storico trionfo dello Stato di diritto e del principio della parità degli oneri del servizio militare”. Così il Movimento per la qualità del governo – principale ricorrente alla Corte Suprema sul tema del servizio militare – ha definito la decisione dell’Assise ed ha chiesto al governo e al ministro della difesa Yoav Gallant di procedere subito alla leva per i giovani ortodossi. “La discriminazione nel servizio militare non poteva continuare ed è arrivato il momento – ha detto – dell’eguaglianza”. Non c’è dubbio che la sentenza della Corte – hanno osservato analisti – costituisca un serio problema per il governo di Netanyahu dove sono presenti partiti religiosi.

Action Aid: “A Gaza emergenza sanitaria per crisi idrica”

A Gaza, la carenza di acqua sta avendo un impatto devastante sulla salute delle persone che sono costrette a fare affidamento su fonti contaminate e infestate da insetti. Negli ultimi nove mesi, più dei due terzi (67%) delle strutture idriche e igienico-sanitarie di Gaza – compresi pozzi, impianti di dissalazione e gasdotti – sono stati distrutti o danneggiati. È quanto si legge in una nota di ActionAid. La produzione di acqua potabile è crollata a causa della mancanza di carburante che alimenta gli impianti idrici. Ad oggi sono funzionanti solo il 26% di quelli attivi prima del 7 ottobre, spiega la nota. Molte donne hanno raccontato ad ActionAid di dover percorrere lunghe distanze e di dover fare file per dare da bere ai propri figli. Spesso, l’unica acqua disponibile è inquinata e può causare malattie come diarrea e vomito, aumentando il rischio di disidratazione. Zeina, una donna sfollata a Gaza, ha detto ad ActionAid: “Abbiamo bisogno di percorrere lunghe distanze per prendere l’acqua. L’acqua che prendiamo, ovviamente, è inquinata e di colore giallo. È anche piena di moscerini e insetti. Molti bambini si ammalano bevendo questa acqua. Molti dei miei familiari hanno avuto la diarrea che è durata più di una settimana. Ottenere acqua potabile fresca è davvero difficile”.

La Corte suprema di Israele: “Il governo deve arruolare i giovani ortodossi”

La Corte Suprema di Israele ha deciso all’unanimità che non esiste più alcun quadro giuridico che consenta al governo di “concedere esenzioni totali dal servizio militare agli studenti ortodossi delle scuole religiose”. Secondo la Corte – citata dai media – il governo non può continuare a dare istruzioni all’esercito e al Ministero della Difesa di non provvedere a tali disposizioni. In uno schiaffo all’attuale governo di Benyamin Netanyahu, la Corte Suprema ha stabilito anche che l’esecutivo non può “fornire sostegno finanziario agli studenti delle scuole religiose che studiano” al posto di essere arruolati in base ad una legge che così stabilisce. La Corte tuttavia non è entrata nel dettagli su come, in base alla sentenza, applicare la legge così come è attualmente o sul numero degli studenti ortodossi che potrebbero essere arruolati. Attualmente le stime parlando di circa 67mila giovani ortodossi idonei alla leva.

L’ala politica di Hamas: “Non ci sono progressi sulla tregua a Gaza”

Non ci sono progressi nei negoziati per un accordo di cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. Lo ha dichiarato all’agenzia russa Ria Novosti il vice capo del Politburo di Hamas, Musa Abu-Marzouk, secondo il quale Hamas non ha ancora avuto risposta alla sua richiesta di emendamenti al testo dell’intesa proposta da Israele. “Gli sforzi dei nostri amici in Qatar continuano, stanno cercando di rompere lo stallo del processo, ma non ci sono progressi”, ha detto Marzouk, in visita a Mosca. “Abbiamo apportato diverse modifiche che Israele non ha accettato. Ecco perché sono rimaste senza risposta”, ha aggiunto. Marzouk ha osservato che Hamas ha sostenuto la risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’Onu sulla Striscia di Gaza e la proposta di cessate il fuoco del presidente americano Joe Biden, ma Israele l’ha respinta e insiste nel continuare le ostilità a Gaza. “Pertanto, il problema è la loro posizione, non la nostra”, ha denunciato Marzouk. “Non abbiamo condizioni, ma abbiamo richieste giuste: un cessate il fuoco, il ritiro delle truppe dalla Striscia di Gaza, lo scambio di ostaggi e prigionieri, la revoca del blocco. Pensiamo che tutto questoè possibile, se Israele rinuncia al desiderio di continuare la guerra nella Striscia di Gaza”, ha concluso il funzionario di Hamas.
Nella sua visita a Mosca, Marzouk ha avuto colloqui col viceministro degli Esteri russo, Mikhail Bogdanov, ma non sarebbero previsti incontri con il capo della diplomazia, Serghei Lavrov.

Hamas: due ostaggi russi saranno i primi rilasciati con l’accordo per il cessate il fuoco

Due ostaggi con doppia nazionalità russo e israeliana saranno i primi a essere rilasciati una volta che entrerà in vigore l’accordo per il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. Lo ha dichiarato il numero due dell’ufficio politico di Hamas, Musa Abu Marzouk, nel corso di una intervista con l’agenzia di stampa Ria Novosti dopo un incontro a Mosca con il vice ministro degli Esteri russo Mikhail Bogdanov. ”Stiamo aspettando che Israele accetti un cessate il fuoco” e ”non appena ci sarà una decisione in merito, i due russi saranno i primi ad essere rilasciati. Aspettiamo che i combattimenti si calmino e ci sarà l’opportunità di prendere queste persone e rilasciarle”, ha aggiunto Abu Marzouk. I due ostaggi a cui fa riferimento sono Alexander Lobanov, 32 anni, un cittadino russo-israeliano rapito al festival musicale nel deserto del Negev attaccato da Hamas, e Alexander Trupanov, 28 anni, presumibilmente in mano alla Jihad islamica palestinese che ha pubblicato un suo video a maggio. Secondo Ynet, la moglie di Lobanov ha dato alla luce il loro secondo figlio a febbraio, mentre il marito era in ostaggio.

“Non abbiamo in ostaggio persone con la sola cittadinanza russa, ma solo cittadini israeliani. La maggior parte ha la doppia cittadinanza, messicana, americana, ucraina e altre”, ha detto Abu Marzouk all’agenzia di stampa russa. “In precedenza, quando c’è stato uno scambio” con i detenuti palestinesi, ”abbiamo liberato un cittadino russo fuori dall’accordo come ringraziamento al presidente Vladimir Putin per la sua posizione sulla Palestina”, ha aggiunto il funzionario di Hamas.

Media: l’Egitto rifiuta di evacuare i palestinesi malati da valico di Rafah

L’Egitto ha respinto la proposta israeliana di consentire l’evacuazione dei palestinesi malati dalla Striscia di Gaza attraverso il valico di frontiera di Rafah. Lo scrive il quotidiano libanese Al-Akhbar citando fonti egiziane secondo le quali il Cairo ha rifiutato l’offerta perché Israele ora controlla il lato palestinese del valico. Il valico di Rafah è stato chiuso da quando Israele ha preso il controllo del lato di Gaza il 7 maggio scorso. L’Egitto si è rifiutato di riaprirlo finché non fosse tornato sotto il controllo palestinese, per evitare di essere visto come complice dell’operazione militare israeliana nella città più meridionale di Gaza. L’Egitto si è invece offerto di portare forniture mediche e curare gli abitanti della Striscia di Gaza feriti al valico di frontiera di Kerem Shalom in coordinamento con le organizzazioni umanitarie internazionali che lavorano nell’enclave palestinese. L’offerta israeliana consentiva il trasferimento di un numero ”illimitato” di palestinesi feriti in Egitto per ricevere cure mediche, riferisce Al-Akhbar.

Gli Usa a Hezbollah: “Non siamo in grado di fermare un attacco di Israele”

Gli Usa hanno avvertito gli Hezbollah di non essere in grado di fermare un attacco israeliano in Libano. Lo riportano sia Politico sia Axios secondo cui l’inviato speciale per il Medio Oriente Amos Hochstein ha tramesso – nel suo ultimo viaggio in Libano – un messaggio chiaro ai miliziani sciiti, alleati dell’Iran, da parte del presidente Joe Biden. Le fonti citate dai due media hanno poi sostenuto che Washington aiuterà Israele in caso di reazione degli Hezbollah. Se poi ci saranno razzi e missili sulle città israeliane, Washington – hanno detto – “potrebbe orientarsi verso un sostegno militare più diretto”.

Media: sorella del leader di Hamas uccisa in raid Israele

Una delle sorelle del leader di Hamas, Ismail Haniyeh, sarebbe stata uccisa stanotte in un attacco aereo israeliano sul campo profughi di Shati (Beach), nel nord della Striscia di Gaza. Lo riportano media palestinesi e israeliani.

Gaza, media: 5 morti in raid Israele su campo profughi Maghazi

L’agenzia di stampa palestinese Wafa afferma che due adulti e tre minorenni sono morti in un bombardamento aereo israeliano che ieri sera ha colpito una casa nel campo profughi di Maghazi, nel centro della Striscia di Gaza.
E’ salito intanto a dieci vittime il bilancio di un altro raid che nelle ore precedenti aveva centrato la rotonda di Bani Suhaila a est di Khan Yunis, sempre secondo la Wafa. Il bilancio nell’enclave palestinese dal 7 ottobre è di almeno 37.626 morti e 86.098 feriti, secondo il Ministero della Sanità locale gestito dal movimento islamista Hamas.

Gaza: Francia-Giordania, proteggere civili e rilasciare ostaggi

Il re giordano Abdullah II e il presidente francese Emmanuel Macron hanno sottolineato la necessità della protezione dei civili nella Striscia di Gaza e del rilascio di tutti gli ostaggi israeliani ancora nelle mani di Hams. Lo rendono noto Amman e Parigi, dopo l’incontro di ieri all’Eliseo tra i due leader.
Macron e Abdullah hanno chiesto a Israele di eliminare tutte le “restrizioni” terrestri sulla fornitura degli aiuti umanitari, ribandendo l’urgenza di “un cessate il fuoco immediato e duraturo” nell’enclave palestinese. I due leader hanno inoltre “espresso la loro profonda preoccupazione per la situazione in Cisgiordania e hanno condannato fermamente le violenze commesse dai coloni” israeliani. In merito all’intensificarsi delle tensioni al confine tra Libano e Israele, Macron e Abdullah hanno messo in guardia contro una “conflagrazione che sarebbe catastrofica per la regione” e hanno ribadito l’appello a tutte le parti a “responsabilità e moderazione”.

Parenti delle vittime del 7 ottobre denunciano Unrwa

Le famiglie delle persone uccise nell’attacco di Hamas in Israele il 7 ottobre scorso hanno presentato una denuncia contro l’Unrwa, l’agenzia dell’Onu per i rifugiati palestinesi, accusandola di aver contribuito al massacro, secondo documenti giudiziari visionati da Afp. L’Unrwa è al centro di polemiche dopo che Israele ha indicato 12 suoi dipendenti come coinvolti nell’attacco. Un rapporto di esperti coordinato dall’ex-ministro degli Esteri francese Catherine Colonna ad aprile scorso era giunto alla conclusione che ci fosse un problema di “neutralità” all’interno dell’Unrwa, ma aveva anche sottolineato che Israele non aveva potuto fornire prove a sostegno delle sue accuse.

Macron e Abdallah, togliere restrizioni invio aiuti a Gaza

Il presidente francese Emmanuel Macron e il re Abdallah II di Giordania hanno invitato lunedì Israele a rimuovere tutte le “restrizioni” terrestri all’invio di aiuti umanitari a Gaza, ha dichiarato la presidenza francese in un comunicato. Durante il pranzo all’Eliseo, hanno ribadito la “necessità di mettere in atto, senza ulteriori ritardi, un cessate il fuoco immediato e duraturo a Gaza e hanno chiesto ancora una volta il rilascio di tutti gli ostaggi”, compresi due cittadini francesi.

Blinken chiede a Israele di evitare escalation Libano

Il Segretario di Stato americano Antony Blinken ha chiesto di impegnarsi per evitare un’ulteriore escalation in Libano durante i colloqui con il ministro della Difesa israeliano.
Blinken “ha sottolineato l’importanza di evitare un’ulteriore escalation del conflitto e di raggiungere una risoluzione diplomatica che permetta alle famiglie israeliane e libanesi di tornare alle loro case”, ha dichiarato il portavoce del Dipartimento di Stato Matthew Miller.

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