Hamas, ucciso in attacco aereo israeliano a Gaza Salah al-Bardawil, uno dei leader politici
Gerusalemme – Un attacco aereo israeliano nella notte ha ucciso a Khan Yunis Salah al-Bardawil, esponente di alto livello di Hamas. Sessantasei anni, nel 2021 al-Bardawil era entrato nell’ufficio politico del gruppo islamista palestinese, di cui per anni era stato il portavoce. Faceva parte anche del politburo di Hamas nella Striscia di Gaza. Con lui nel raid è morta anche la moglie.
I media locali hanno riferito che nei bombardamenti notturni sono state uccise altre 17 persone: il conteggio totale delle vittime da quando Israele ha rotto la tregua supera 700. Migliaia i feriti.
In un comunicato Hamas accusa Israele di aver assassinato al-Bardawil “mentre stava pregando insieme alla sua consorte in una tenda rifugio di Khan Yunis”. Le autorità israeliane, per ora, non commentano.
L’Idf aveva indicato la leadership di Hamas che come bersaglio principale della ripresa degli attacchi, e infatti Al-Bardawil non è il primo esponente politico ucciso in questa settimana di guerra. Nella devastante e inaspettata operazione militare di martedì sono morti anche il capo di fatto del governo della Striscia di Gaza, Essam al-Daalis, e il responsabile della sicurezza interna Mahmoud Abu Watfa, oltre a diversi funzionari.
Gli esponenti più importanti della leadership politica di Hamas non si trovano nella Striscia di Gaza, si muovono tra Doha e Istanbul. Tra di essi Khalil al-Hayya, Khaled Meshal e Moussa Abu Marzouk. Dopo l’uccisione di Yahya Sinwar, mente del 7 Ottobre e capo di Hamas per un breve periodo, il gruppo islamista ha preso tempo e non ha comunicato il successore.
Domenica mattina l’Idf ha ordinato l’evacuazione urgente di uno quartiere di Rafah, la città del sud della Striscia al confine con l’Egitto, confermando così l’intenzione di espandere le operazioni militari. A Tel Aviv le sirene hanno nuovamente suonato dopo che un missile è stato lanciato dallo Yemen prima di essere intercettato dalla contraerea israeliana.
Israele ha ripreso attacchi significativi su Gaza martedì, accusando Hamas di non voler rilasciare gli ostaggi e abbandonando l’accordo di cessate il fuoco iniziato il 19 gennaio. Hamas ha negato di aver fatto saltare il negoziato e anzi si è detta disposta a continuare a trattare.
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Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha ripetutamente dichiarato che l’obiettivo principale della guerra è distruggere Hamas come entità militare e governativa. Ha affermato che lo scopo della nuova offensiva è costringere il gruppo a rilasciare i 59 rapiti rimasti nelle mani dei miliziani.
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