Il ministro delle telecomunicazioni Houti: “Non siamo stati noi a danneggiare i cavi nel Mar Rosso, ma Usa e Gb durante l’evacuazione di Rubymar”
Misfer al-Numair è il Ministro delle telecomunicazioni del governo Houti di Sana’a. In questa intervista scritta risponde a domande di Repubblica formulate in seguito all’incidente di fine febbraio sui cavi sottomarini nel Mar Rosso che ha causato danni al traffico globale di internet. Il suo ministero è responsabile per la sicurezza dei cavi e questa, assicura, “è una priorità del governo Houti”.
A fine febbraio è stato riportato un incidente sui cavi sottomarini di internet nel Mar Rosso. Secondo una ricostruzione di Cnn un’azione Houti ha danneggiato il 25% del traffico. Il suo ministero è responsabile per questa rete. Come rispondete?
“Crediamo che Cnn abbia riportato queste informazioni per aiutare gli Stati Uniti nella loro guerra contro lo Yemen per proteggere Israele. E se è così, questo ricade in una campagna di distorsione e propaganda contro il nostro Paese. Rifiutiamo queste accuse. Le compagnie proprietarie dei cavi non hanno mosso accuse contro nessuno, e nemmeno fino ad ora sono state in grado di determinare le cause. Al contrario, Seacom (compagnia responsabile per uno dei cavi, ndr) ha detto che è sbagliato accusare qualcuno fino a che non vengono determinate le cause: e i danni spesso accadono come conseguenza di ancore o altre parti di navi che li danneggiano. La nostra posizione è chiara e l’abbiamo annunciata prima dell’incidente: proteggere i cavi sottomarini è una nostra priorità. Crediamo che siano stati gli Stati Uniti a danneggiare i cavi marini, intenzionalmente o non intenzionalmente. Un’ampia opinione pubblica ritiene che l’alleanza anglo-americana sia responsabile dell’incidente del 24 febbraio nel Mar Rosso. Durante l’evacuazione della nave Rubymar hanno gettato una sola delle sue ancore e l’hanno lasciata fluttuare in mare per 14 giorni in una zona ristretta attraverso la quale passano i cavi Internet e senza che la flotta americana in mare rimorchiasse la nave in uno dei porti. I prossimi giorni riveleranno la verità”.
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Avete mai intenzionalmente causato danni ai cavi sottomarini?
“La priorità di questo ministero è garantire la sicurezza dei cavi nel Mar Rosso e nel Mar Arabico e preservarli da qualsiasi rischio, poiché costituiscono una parte importante delle infrastrutture di comunicazione e Internet per i Paesi della regione, compreso lo Yemen, e per il mondo, e lo Yemen ne è un partner importante, e ha un ruolo fondamentale nella gestione e nell’implementazione di numerosi progetti di cavi sottomarini, e possiede quote e capacità in numerosi di questi cavi attraverso la società internazionale di telecomunicazioni yemenita TeleYemen, che opera dal suo centro principale nella capitale, Sana’a, dagli anni ’80. Tutte le nostre posizioni sono chiare e annunciate”.
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“Consigliamo a tutti i Paesi, compresa l’Italia, di non seguire l’amministrazione americana nella sua posizione di aggressione contro lo Yemen al fine di proteggere le navi israeliane. La mossa dell’America di militarizzare il Mar Rosso e attaccare lo Yemen è uno dei motivi della tesa situazione nella regione. Gli Usa vogliono impedire qualsiasi presa di posizione volta a fermare la guerra israeliana contro i residenti della Striscia di Gaza. L’America sta cercando di coinvolgere altri Paesi in questa situazione, in particolare i paesi dell’Unione Europea, dopo aver fallito nel coinvolgere i paesi della regione”.
In che modo è possibile de-escalare il conflitto nel Mar Rosso?
“Fermare la guerra, le uccisioni di massa e l’assedio contro i residenti della Striscia di Gaza. Invece di aggravare la situazione e militarizzare i mari della regione da parte dell’America e dei suoi alleati, cosa che non garantirà né la sicurezza né loro né le loro navi nel Mar Rosso e nel Mar Arabico, dovrebbero fare pressione su Israele affinché fermi la guerra e gli omicidi contro i residenti della striscia di Gaza”.
È un obiettivo esplicito degli Houti quello di plasmare il conflitto in Palestina come conflitto globale?
“La posizione dello Yemen mira a sostenere il popolo palestinese oppresso e ad esercitare pressioni per fermare la guerra israeliana contro i residenti della Striscia di Gaza, finanziata dagli americani. Ciò che viene provato contro i residenti di Gaza è una guerra di genocidio, assedio e fame come la Storia non ha mai visto, e questi crimini continuano da sei mesi contro la Striscia di Gaza. La posizione dello Yemen al riguardo, compreso l’imposizione di un divieto alle navi israeliane, è coerente con il diritto umanitario internazionale in quanto mira a proteggere la popolazione, i bambini e le donne nella Striscia di Gaza e a fermare i crimini israeliani di omicidio, tortura e distruzione contro di loro”.
Il vostro governo giustifica o condanna gli eventi del 7 ottobre?
“L’operazione Tempesta Al-Aqsa portata avanti da Hamas il 7 ottobre è un atto di resistenza da parte di un popolo che ha subito occupazione, assedio e oppressione da parte dell’occupazione israeliana per decenni. È una reazione naturale del popolo palestinese alle pratiche disumane di occupazione contro di loro. Dagli omicidi quotidiani, arresti, furti di terre, costruzione di insediamenti e continui attacchi contro i palestinesi, i luoghi santi e la Moschea di Al-Aqsa”.
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