Il politologo: “È fallito il negoziato. Trump è compiacente. Non può piegare Putin”

KIEV – Per il politologo Volodymyr Fesenko, presidente del Penta Center di Kiev, l’attacco record di ieri non è una sorpresa: «Colpiscono i civili per demoralizzarli: per convincerli a fermare la guerra alle condizioni russe, e perché inizino a chiederlo al governo».

Continuerà ad aumentare il numero dei droni lanciati?

«La tendenza può continuare, ma Mosca non può attaccare con molte centinaia di droni più di una volta a settimana. Non usa più molti missili. Nel 2022 in un singolo attacco poteva lanciarne 100, ora li risparmia. È una nuova tattica, la scommessa è che non ci si possa difendere da così tanti droni e attacchi combinati con i missili».

Su Kiev il più grande attacco russo dall’inizio della guerra: colpita anche la sede del governo

Colpire l’edificio del governo è un’escalation? Ci saranno conseguenze e attacchi simmetrici?

«L’escalation è l’aumento degli attacchi aerei, non colpire la sede del Consiglio dei ministri. Attacchi al centro di Kiev dove si trovano uffici governativi ci sono già stati. Mesi fa un drone ha colpito un edificio a cento metri dall’ufficio del Presidente. Sono episodi isolati. È la guerra, purtroppo. Non credo che l’Ucraina risponderà con attacchi simmetrici, anche se non lo si può escludere».

Molti droni arrivavano dalla Bielorussia. Si riapre il fronte?

«Le truppe russe in Bielorussia per le esercitazioni non sono sufficienti per un’offensiva su Kiev. Lukašenko non vuole la guerra con l’Ucraina, e vuole ristabilire buoni rapporti con Trump».

Attacco record su Kiev, l’ultimatum di Mosca per fermare i raid ucraini sulle raffinerie

Kadyrov dice che la Russia non ha vantaggi a fermarsi finché l’Ucraina non diventerà una sua regione.

«È una spacconata, niente più. Riflette la posizione di una parte delle élite russe, ma una parte significativa comprende i rischi di un prolungamento della guerra».

Nel Donbass si teme lo sfondamento. Possono riuscirci?

«Non sarà l’ultimo tentativo di offensiva russa nel Donbass. Cercano di prendere Pokrovsk da un anno. Finora senza successo».

Il negoziato non ha più speranza?

«Il secondo tentativo di Trump è fallito. È la conseguenza della debolezza e incoerenza della sua posizione, del suo compiacimento verso Putin che dopo l’Alaska si è tranquillizzato. La visita in Cina, dove Xi ha mostrato forza agli americani, lo ha ispirato e ha deciso di mostrare la sua forza. Vedremo. Gli ucraini non si arrendono né capitolano. Per ora i negoziati continueranno per inerzia. Poi dipenderà dalla guerra: se quest’anno Kiev riuscirà a contenere l’offensiva russa ci sarà un nuovo tentativo di accordo».

Un accordo sulle garanzie di sicurezza è possibile? E sui territori?

«L’Ucraina non si fida di Putin, negozierà con i partner occidentali. Sui territori la situazione è ancora peggiore: il compromesso è impossibile».

La strategia della fermezza ha prospettive senza gli Usa?

«Col sostegno europeo si possono acquistare armi Usa, e il 60% è già prodotto in Ucraina. Bisogna aumentare la pressione economica sulla Russia, garantire l’equilibrio militare e far crescere il costo della guerra con attacchi alle raffinerie».

Condividi questo contenuto: