In lacrime per l’Europa, la diaspora moldava che ha votato in Italia: “Siamo stati decisivi”

Torino – «Vogliamo il cambiamento, la democrazia. Noi della diaspora abbiamo salvato il referendum e finalmente possiamo portare il nostro Paese in Europa. Finalmente avremo un ombrello a ripararci e non avremo più paura della Russia». Si commuove Elena Putina, quando racconta della vittoria del referendum sul percorso di adesione della Moldova all’Unione Europea, anche se con un margine sottilissimo.

Decisivi i voti dei moldavi all’estero, grazie ai quali la Costituzione sarà modificata per inserire l’obiettivo dell’ingresso nella Ue, e Putina ne è consapevole. Ha trascorso la domenica al seggio Torino 2, uno dei quattro piemontesi, in qualità di presidente. Ha visto tanti connazionali in coda, anche per un’ora. Anziani e giovani, famiglie di quattro generazioni, bimbi insieme ai genitori, sfidando la pioggia e la stanchezza, «molti sono venuti indossando la bandiera», la notte però in attesa dei risultati è stata ancora più lunga «ci si abbracciava, si piangeva. Per noi è stato un giorno fondamentale», precisa.

Lo spoglio dei risultati

Dalle 7 alle 20 al seggio Torino 2 sono andati a votare in 1.813, di questi 1.774 si sono espressi per il referendum e 1.313 hanno tracciato la croce sul “sì”, 441 invece i “no”. Tutti invece hanno votato per le elezioni presidenziali, per cui si va al ballottaggio: la presidente moldava Maia Sandu ha raggiunto il 42 per cento di preferenze e sfiderà Alexandr Stoianoglo.

Con l’elezione nel 2020 di Sandu, che a inizio settembre ha fatto tappa a Torino per incontrare la comunità locale, «vinse la visione Pro-Europa ed eravamo felici. Oggi piangiamo perché i piccoli passi fatti in questi anni sono serviti», precisa Elena Putina. Ora si guarda al 3 novembre quando ci sarà il ballottaggio, «al momento siamo concentrati su questo, è importante che vadano a votare tutti coloro che non sono andati finora, con la presidente Sandu abbiamo una speranza per il futuro», racconta Valentina Spinu della Federazione delle Associazioni Romene e Moldave del Piemonte. Lei ha 31 anni, un bimbo di quasi 2, «e il voto che ho espresso a favore del referendum è mio ma anche per il futuro di mio figlio. È già italiano, moldavo e rumeno perché ci abbiamo tenuto che sia cittadino del mondo», dice commuovendosi. Per questo, aggiunge, «in queste ore sto invitando chi conosco ad andare a votare: è importante per lo sviluppo del Paese». Lei si è trasferita in Italia quando aveva 17 anni, lasciando un piccolo paesino moldavo, «sono felice che in quel paesino abbia vinto il “sì”, tante persone con una visione hanno votato a favore, ma era difficile intuire il “no” di altri Paesi. Credo che ancora oggi, nel 2024, ci sono state diverse situazioni non esattamente democratiche, voti non reali. Per fortuna che c’è la diaspora che ha permesso di vincere per un soffio, il Paese ancora oggi è molto diviso tra Pro-Europa e Filorussi, tante persone però non sono consapevoli di quanto sia importante il loro voto», precisa.

Moldova, passa con il 50,3% dei voti il referendum per l’Europa. La presidente filo-occidentale Sandu va al ballottaggio con il 42%: “Brogli pilotati”

Non sa se un giorno tornerà in Moldova «difficile rispondere, deciderò anche per il suo futuro. Mi ero iscritto in un liceo sperimentale quando vivevo lì, il primo anno fu meraviglioso poi è entrata una idea politica che non condividevo e sono andata via. Vedremo quel che succederà, per ora inseguiamo questo sogno».

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