India, attacco terroristico contro turisti in Kashmir: almeno 28 morti. Tajani: “Monitoriamo”

Almeno 28 persone, tra cui due stranieri, sono state uccise nella regione indiana del Kashmir da uomini armati che hanno aperto il fuoco su un gruppo di turisti a Pahalgam, a 90 chilometri da Srinagar. Si tratta dell’attentato più grave degli ultimi anni, hanno sottolineato le autorità locali. Il primo ministro indiano Narendra Modi, che ieri ha incontrato il vicepresidente americano J.D. Vance in visita nel Paese, ha condannato “l’atto atroce”.

Le forze della sicurezza sono intervenute immediatamente nell’area e hanno lanciato una massiccia operazione antiterrorismo per dare la caccia agli aggressori. I video delle conseguenze dell’attacco mostravano persone immobili e insanguinate a terra, mentre le donne cercavano freneticamente i loro cari.

Il primo ministro del Jammu e Kashmir, Omar Abdullah, ha condannato l’attacco, definendolo un “abominio, molto più grande di qualsiasi altro attacco che abbiamo visto contro i civili negli ultimi anni”. Persone di tutti i partiti politici si sono unite nel condannare l’atroce attacco terroristico.

Il primo ministro indiano Narendra Modi ha telefonato al ministro degli Interni Amit Shah per fare il punto della situazione in Jammu e Kashmir, mentre si trovava in Arabia Saudita per una visita. “Condanno fermamente l’attacco terroristico a Pahalgam, Jammu e Kashmir. Condoglianze a coloro che hanno perso i loro cari. Prego che i feriti si riprendano al più presto. Viene fornita tutta l’assistenza possibile alle persone colpite. I responsabili di questo atto atroce saranno assicurati alla giustizia… non saranno risparmiati”, ha precisato Modi.
L’incidente è avvenuto mentre il vicepresidente statunitense J.D. Vance, che ha espresso le sue condoglianze per le vittime, era in visita di quattro giorni in India.

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La rivendicazione

L’attacco è stato rivendicato dal Fronte della Resistenza, un gruppo affiliato all’organizzazione terroristica Lashkar-e-Taiba, con un post sui social media.

I ribelli della regione contesa a maggioranza musulmana sono impegnati in un’insurrezione dal 1989. Puntano all’indipendenza o all’unione con il Pakistan, che controlla una parte più piccola della regione del Kashmir e, come l’India, la rivendica per intero.
La Farnesina e l’ambasciata d’Italia in India monitorano la situazione. Lo riferisce la stessa Farnesina su X, precisando che il ministro degli Esteri Antonio Tajani è stato “informato”. Il post consiglia inoltre di contattare l’ambasciata o l’Unità di crisi della Farnesina “per qualsiasi segnalazione”.

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