La Freedom Flotilla ci riprova: da Siracusa la Handala salpa verso Gaza
A poco più di un mese dal blitz israeliano che ha interrotto la missione della Madleen, il veliero con a bordo Greta Thunberg e l’europarlamentare Rima Hassan che ha tentato di raggiungere Gaza via mare, la Freedom Flotilla Coalition ci riprova. Da Siracusa parte oggi una nuova nave che fa rotta sulla Striscia, con a bordo diciotto fra attivisti e personale tecnico e un piccolo carico di aiuti. Anche per ragioni di sicurezza, la lista dell’equipaggio non è stata ancora resa pubblica, ma secondo indiscrezioni a imbarcarsi dovrebbero essere anche alcuni rappresentanti di France Insoumise, il partito della sinistra francese guidato da Jean-Luc Mélenchon.
“La possibilità di essere bloccati non ci spaventa”
“La situazione a Gaza è sempre più drammatica, quindi abbiamo deciso di tornare in mare il più in fretta possibile per denunciare quanto stia avvenendo e rompere il silenzio internazionale sull’assedio – spiega Michele Borgia, portavoce italiano della “Coalition” – Il sequestro dell’equipaggio della Madleen non ci ferma, né ci spaventa”. Dopo il blitz notturno a bordo, gli attivisti sono stati detenuti per diversi giorni, quindi “espulsi volontariamente” o processati per direttissima per “ingresso illegale” e rimpatriati. Un’accusa contestata e bollata come arbitraria dai legali: il veliero è stato bloccato a circa cento miglia dal porto israeliano di Ashdod, non faceva rotta su Israele ma su Gaza, aveva solo oltrepassato la cosiddetta “linea di contatto” del blocco navale che Tel Aviv ha imposto a Gaza, ma che la comunità internazionale non riconosce. “Ci stiamo riprovano e ci riproveremo ancora, stiamo preparando anche un’altra nave che potrebbe partire a breve”, spiegano da Siracusa gli attivisti della Coalition prima della partenza.
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Handala dal Nord Europa al Mediterraneo
Il probabile blocco non li preoccupa, né li spaventa, “Gaza da 18 anni è chiusa da tutti i lati: non è un problema umanitario, ma politico e di dignità, per questo noi non ci arrendiamo e continueremo a provare a rompere l’assedio”, dicono dal molo di Siracusa, mentre la nave si prepara a partite. E le ormai regolari stragi del pane, con i raid che colpisco la folla in fila per un pugno di farina nella Striscia affamata da tre mesi di blocco totale degli aiuti internazionali, “dimostrano l’urgenza di fare qualcosa, fosse anche solo richiamare l’attenzione. Continueremo fino a quando Gaza non sarà libera”, spiegano.
In mare va la Handala, veliero che prende il nome dall’iconico personaggio disegnato dal fumettista Naji al-Ali – un bambino vestito di stracci e ritratto di spalle – nel tempo diventato un simbolo della lotta per la liberazione della Palestina. E ai bambini – oltre 50mila sono stati uccisi o feriti – è dedicata questa missione, dicono dalla Coalition. In passato, la barca era stata utilizzata per una “missione informativa” che aveva toccato i porti del Nord Europa e della Gran Bretagna, e adesso – spiegano – è pronta per la sua prima uscita nel Mediterraneo.
Tappa in Puglia: “Altre Regioni seguano l’esempio”
La rotta non punterà dritta su Gaza, ma farà tappa a Gallipoli, in Puglia. “È stata la prima regione a rompere ogni rapporto di collaborazione e cooperazione con Israele, seguita solo dall’Emilia Romagna. Davanti all’inerzia del governo Meloni, speriamo che altre Regioni, Comuni, enti territoriali si muovano in questo senso”, dice Borgia. Una sosta breve, dopo la Handala si dirigerà verso la Striscia, mentre a terra è iniziata la battaglia legale degli attivisti a bordo della Madleen.
Battaglia legale in Spagna
Sergio Toribio, uno degli attivisti bloccati e detenuti, a pochi giorni dal rimpatrio in Spagna con il supporto dell’avvocato e europarlamentare Jaume Asens ha presentato una formale denuncia per sequestro di persona, detenzione arbitraria, trattamento inumano e degradante e crimini di guerra, incluse forme di “indottrinamento forzato”. Per ordine del ministro della Difesa Israel Katz, tutti i componenti dell’equipaggio dello “yacht dei selfie” – così ha bollato la Madleen durante la missione – sono stati costretti a visionare video dell’attacco di Hamas del 7 ottobre. Il fascicolo è stato formalmente aperto due giorni fa.
La Flotilla fa scuola
“Anche in Israele i nostri avvocati stanno lavorando per il dissequestro della Madleen. Ma siamo scettici sulla possibilità di averla indietro. Abbiamo già vinto alcune cause per barche sequestrate in passato, ma sono ancora al porto di Ashdod a marcire”, spiega Borgia. Successo o no, la Flotilla ha fatto scuola. Dal Maghreb si muoverà a breve anche un’altra flotta messa in piedi da Sumud, l’organizzazione che qualche settimana fa ha coinvolto migliaia di persone partite da Algeria e Tunisia che via terra hanno cercato di raggiungere Rafah. Tentativo fallito, l’Egitto li ha bloccati alla frontiera. E ora ci si riprova, o meglio si programma di riprovarci, via mare. Il progetto è ancora nelle fasi iniziali ma, dicono dall’organizzazione, procede spedito. “Con decine di imbarcazioni già in preparazione, questa sarà più di una flottiglia: sarà un messaggio al mondo intero”.
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