Myanmar, la Croce rossa: “Vittime destinate ad aumentare. L’emergenza saranno i minori”
“Al momento è impossibile dare numeri sulle vittime del sisma, ci sono delle cifre ufficiali e facciamo riferimento a quelle. Ma siamo certi che aumenteranno ancora. Il sisma ha interessato un’area in cui vivono ufficialmente18milioni di persone, senza contare gli sfollati di cui non si ha cognizione”. Francesca Capoluongo, delegata della Federazione Internazionale della Croce Rossa, è a Yangon, la città dei commerci e degli scambi in Myanmar, a circa 600 chilometri da Mandalay. “Anche qui il terremoto lo abbiamo sentito. È stato terrificante. Dalle nostre squadre che lavorano nelle zone più colpite arrivano racconti dell’orrore. Interi palazzi, strade, ponti crollati”.
In questo momento qual è la principale emergenza?
“Sicuramente la ricerca e soccorso dei possibili sopravvissuti. Ma mancano mezzi, risorse, persino la corrente elettrica. Di norma ci sono tagli alla corrente elettrica e noi lavoriamo grazie ai generatori. Nelle aree più colpite la situazione è drammatica, anche perché con l’inflazione il prezzo del carburante, come tutto, è schizzato alle stelle”.
Mancano anche soccorritori?
“La Federazione internazionale lavora con la Croce rossa nazionale, più alcune delegazioni di altri Paesi che sono stabilmente presenti in Myanmar per altri progetti. Siamo riusciti a mobilitare circa 400 persone più 7mila volontari, ma non bastano. Le necessità sono infinite e ci sono potenzialmente centinaia di migliaia di persone direttamente o indirettamente colpite dal sisma. E molti di loro sono già vulnerabili”.
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Nel Mandalay si calcola ci siano quasi 7milioni di bambini
“Questa è un’emergenza rossa, cioè di massimo grado. In questo contesto i soggetti vulnerabili – minori, spesso non accompagnati, donne, disabili, anziani, malati – lo sono ancora di più. Abbiamo già avviato i nostri protocolli di “restoring family link” per tentare di riunire familiari che il sisma ha diviso o sorpreso in posti diversi, come per capire il numero di dispersi, ma al momento è impossibile anche avere un’idea. La priorità è scavare”.
È possibile azzardare una previsione?
“Siamo coscienti che potenzialmente questa sarà un’emergenza nell’emergenza. Il numero di minori soli potrebbe aumentare in un Paese in cui molti nuclei familiari sono stati già spezzati dallo sfollamento dovuto al conflitto che ancora dura nel paese. Anziani, bambini e donne si sono rifugiati nei centri urbani, molti giovani sono nelle foreste”.
Oltre alla ricerca dei dispersi, quali sono le priorità adesso?
“Ci sono migliaia di feriti e milioni di persone sono rimaste senza casa, senza accesso all’acqua non solo potabile, ma anche quella necessaria per l’igiene. Servono tende, teloni, tutto il necessario per dare riparo a chi è rimasto senza, ma anche acqua, potabile e non. Il sisma ha compromesso il sistema idrico e fognario. Il rischio di un’emergenza sanitaria è concreto. E la situazione andrà a peggiorare perché i prossimi mesi saranno quelli del gran caldo. Già l’anno scorso diverse persone sono morte per le ondate di calore”
Qual è il sentimento prevalente fra operatori e volontari?
“Sono tutti troppo impegnati nei soccorsi, fra chi si ferma c’è quasi un moto di rabbia impotente. Molti dicono ‘ma perché sempre a noi?’. Abbiamo progetti ancora in corso per altre calamità naturali che hanno colpito il Paese, un tifone prima e l’alluvione poi, in zone in parte adesso colpite dal terremoto. Li stiamo riconvertendo in tutta fretta per rispondere alla nuova emergenza”.
C’è qualche piccolo miracolo che abbia risollevato il morale di chi sta lavorando tra le macerie?
“Al momento purtroppo no. Stiamo tirando fuori soprattutto vittime. I soccorritori sono allo stremo. Anche per questo abbiamo accolto con piacere l’apertura della Giunta agli aiuti umanitari. Noi come Federazione siamo già mobilitati”
Come si lavora in un contesto del genere?
“Affrontando la paura. Certo non è facile, la sensazione è di estrema vulnerabilità. E andare a dormire ieri sera non è stato per nulla semplice. C’è il terrore che possa avvenire di nuovo”
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