Netanyahu: “Piano Trump su Gaza molto buono, idea nuova”. Vertice d’emergenza dei Paesi arabi
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu definisce il piano del presidente degli Stati Uniti Donald Trump di trasferire i palestinesi da Gaza ‘molto buono, la prima idea nuova da anni”. “Ha il potenziale per cambiare tutto a Gaza”, afferma Netanyahu in un’intervista rilasciata a Fox News prima del suo rientro da Washington. “Non è uno sfratto forzato, né una pulizia etnica. Tutti parlano di Gaza come di una prigione a cielo aperto, e allora perché tenere questa gente in prigione? I cittadini di Gaza potranno tornare nelle loro case dopo la ricostruzione, a patto che rinneghino il terrorismo”.
Il rientro dei palestinesi a Gaza era stato inizialmente escluso da Trump. Per Netanyahu, adesso “la sfida principale è dove mandare i cittadini di Gaza”. Ma è un “approccio nuovo e corretto… un approccio molto molto buono, nuovo”.
Il presidente israeliano nega che l’inviato speciale degli Stati Uniti Steve Witkoff lo abbia “convinto” a entrare nell’accordo in corso per il rilascio degli ostaggi con Hamas: “Abbiamo avuto una conversazione molto franca, non solo amichevole. La realtà è che ho accettato questo accordo mesi fa, mentre Hamas lo ha rifiutato l’accordo”.
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Netanyahu ricorda anche di aver apprezzato il “supporto iniziale” dell’amministrazione di Joe Biden all’inizio della guerra. Ma sottolinea anche che mentre aumentava la pressione internazionale su Biden per cambiare la sua posizione su Israele, la Casa Bianca ha chiesto di fermare le armi con l’ingresso a Rafah. Il premier ricorda anche che alcuni nel suo gabinetto volevano porre fine alla guerra a Gaza data l’opposizione degli Stati Uniti, ma lui si è opposto: “Se diventiamo uno stato vassallo, non sopravviveremo”.
Sul piano di Trump, invece, c’è la preoccupazione dei Paesi arabi. L’Egitto ha convocato per il 27 febbraio un summit di emergenza sui “recenti gravi sviluppi” riguardanti la questione palestinese, ha reso noto il ministero degli Esteri al Cairo. L’annuncio viene fatto dopo “intense consultazioni condotte negli ultimi giorni dell’Egitto ai più alti livelli con i Paesi arabi, inclusa la Palestina che ha richiesto il summit”. Nei giorni scorsi il capo della diplomazia egiziana, Badr Abdelatty, ha avuto colloqui con i suoi partner in Giordania, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti per adottare una posizione unitaria che rifiuta qualsiasi spostamento forzato dei palestinesi.
Intanto, Israele ha completato il ritiro dal corridoio Netzarim che da est a ovest divide in due la Striscia di Gaza, rendono noto fonti di Hamas. I residenti hanno iniziato a fare ritorno anche nella porzione orientale del territorio. Le auto e i camion possono circolare nei due sensi.
I soldati dell’Idf avevano lasciato la porzione occidentale del corridoio due settimane fa. Ma l’accordo per la tregua a Gaza prevede che il 21esimo giorno dopo l’entrata in vigore del cessate il fuoco Israele avrebbe lasciato l’intero corridoio mantenendo la sua presenza solo in una zona cuscinetto all’interno della Striscia, dal confine.
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