Scuderi a bordo di Flotilla: “Tutto è cominciato con la musica degli Abba nelle radio. Abbiamo capito che erano vicini”
“La Morgana, la barca su cui stiamo, batte bandiera italiana ed è stata colpita da tre attacchi stanotte. A bordo ci sono cittadini italiani e parlamentari della Repubblica, i gentili inviti di Tajani alla moderazione non bastano. Bisogna fermare il genocidio e usare tutti i mezzi per garantire che questa missione arrivi a Gaza”. Benedetta Scuderi, europarlamentare di Avs, è reduce da una notte insonne. Per tre volte la Morgana, l’imbarcazione della Global Sumud Flotilla su cui sta cercando di raggiungere Gaza insieme alla flotilla, è stata colpita. Non è la sola: durante la notte 11 barche sono state attaccate con ordigni di diverso tipo, mentre i droni hanno continuato a sorvolarle fino alle 4 del mattino. “Il primo è caduto poco lontano, il secondo sul ponte senza fare danni, il terzo ha stracciato in due la randa, la vela principale. Questo non ci impedisce di continuare la missione, ma ci rallenta”.
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Cosa è successo stanotte?
“I droni che ci seguono da tre giorni hanno iniziato ad abbassarsi. Li vedevamo distintamente. Subito dopo sono iniziate le interferenze in radio: improvvisamente è partita musica a tutto volume, un pezzo degli Abba. Abbiamo sentito un’esplosione in lontananza, poi è stata la nostra barca a essere colpita”.
Che tipo di ordigni sono stati sganciati?
“Alcuni sono urticanti, altri lacrimogeni. Poi ci sono le granate stordenti, che disorientano totalmente. Tutti quanti quando detonano provocano una piccola esplosione che su barche così piccole può essere estremamente pericolosa. Da noi è stata stracciata la vela, ma sulla Zefiro è stato danneggiato l’albero. Così si mette a rischio la vita della gente. Per altro, l’equipaggio ha lanciato un mayday a cui nessuno ha risposto. Siamo in acque internazionali di competenza europea, questa è l’ennesima violazione del diritto internazionale”.
Il vicepremier Tajani ha chiesto nuovamente a Israele di “garantire la tutela di chi è a bordo”.
“Non bastava prima e non basta adesso. La nostra barca batte bandiera italiana, quindi è territorio italiano ed è stata vittima di un attacco militare. Rivolgendosi a Israele, il vicepremier chiarisce ogni possibile dubbio sull’origine dell’attacco ma delle timide richieste non ce ne facciamo nulla”.
Cosa è necessario fare?
“Ci vuole una condanna chiara che passi da gesti concreti. Bisogna pretendere un’inchiesta formale che spieghi da dove siano partiti questi droni, se è stato coinvolto un territorio europeo e chi ha dato l’ordine. Attaccare una missione umanitaria civile è una violazione del diritto internazionale, l’ennesima: è necessario rompere qualsiasi rapporto con Israele e garantire che questa missione arrivi a Gaza. Questo significa fornire una scorta diplomatica da parte dell’Italia come degli altri Paesi che a bordo hanno propri cittadini, dell’Unione europea e delle Nazioni Unite”.
A margine dell’assemblea Onu, la premier Meloni ha aperto al riconoscimento dello Stato di Palestina, subordinandolo a due precondizioni: eliminazione di Hamas e rilascio degli ostaggi.
“Ed è l’ennesima evidente dimostrazione di come Meloni e il suo governo non abbiano alcuna intenzione di fermare il genocidio, ma si stiano rendendo complici. La premier per l’ennesima dimostra disonestà intellettuale perché ormai tutti sanno che Hamas non è la Palestina e la Palestina non è Hamas. E’ di una gravità incredibile anche l’opposizione alle sanzioni Ue, che sono estremamente blanda. L’Italia si sta collocando dalla parte peggiore della storia”.
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