Trump (e Musk) cancellano il centro contro la disinformazione straniera: tagliati i fondi perché “anti-conservatori”
Il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha annunciato che il Global Engagement Center (Gec) ha terminato le sue operazioni ed è stato chiuso, come annunciato nelle scorse settimane.
Il Gec era l’unico ufficio specializzato che si occupava di monitorare la disinformazione straniera ma era stato pesantemente criticato dai repubblicani e da Elon Musk perché accusato di andare oltre la sua missione e di prendere di mira le opinioni dei conservatori e limitare la libertà di parola.
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Una scelta che arriva direttamente dal presidente eletto e dal suo miliardario-alleato anche se formalmente la chiusura è arrivata in seguito alla decisione del Congresso di tagliarne i fondi.
Fondata da Barack Obama nel 2011 come Center for Strategic Counterterrorism Communications (CSCC) ha preso il suo nome attuale nel 2016 e nel 2017 – dopo le interferenze russe nel voto per la Casa Bianca – le sue competenze sono state anche ampliate. Ci lavoravano 120 persone e aveva un budget di 61 milioni di dollari. La sua missione era quella di guidare il governo degli Stati Uniti nel “riconoscere, comprendere, esporre e contrastare gli sforzi di propaganda e disinformazione di stati stranieri e non statali volti a minare o influenzare le politiche, la sicurezza o la stabilità degli Stati Uniti, dei suoi alleati e delle nazioni partner” in tutto il mondo.
La crociata di Elon Musk
L’anno scorso Elon Musk, che da allora è diventato il principale sostenitore di Donald Trump, ha affermato che il GEC rappresentava “una minaccia per la democrazia americana”.
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Come scrive il Washington Post ricostruendo le vicende che hanno portato alla chiusura del Gec, “nel gennaio 2023 il progetto Twitter Files, sostenuto da Elon Musk, ha descritto il Global Engagement Center come eccessivamente zelante nell’associare le narrazioni complottistiche sul coronavirus a campagne di disinformazione russe e cinesi”.
E ancora: “Un rapporto del 2024 di una commissione della Camera, guidata dai Repubblicani, ha criticato il Gec per aver assegnato sovvenzioni a organizzazioni il cui lavoro include il monitoraggio della disinformazione sia domestica che straniera e la valutazione della credibilità degli editori statunitensi”.
“Inoltre – scrive ancora il quotidiano di Washington – una causa intentata dagli avvocati generali repubblicani del Missouri e della Louisiana, giunta alla Corte Suprema come Murthy v. Missouri, inizialmente nominava il Gec tra le agenzie federali accusate di fare pressione sui social network per censurare opinioni conservatrici”.
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