Trump-Putin, niente accordo. Le condizioni di Mosca: cessione del Donetsk e riconoscimento del russo

Organizzare al più presto un vertice tra Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky e arrivare alla pace tra Russia e Ucraina senza passare per un cessate il fuoco, aspetti sui quali concordano anche i leader Ue. Sono i due obiettivi che Donald Trump si pone dopo il vertice di ieri in Alaska.

Il presidente Usa ha parlato per oltre un’ora prima con Volodymyr Zelensky e poi con i leader dell’Unione riferendo dell’incontro. In seguito il presidente ucraino ha fatto sapere che sarà ricevuto lunedì a Washington dall’omologo americano, di essere aperto alla possibilità di un incontro trilaterale con Stati Uniti e Russia e di apprezzare le garanzie di sicurezza degli Usa. Tra le condizioni di Putin il ritiro dell’Ucraina dal Donetsk, il riconoscimento del russo come lingua ufficiale in Ucraina e garanzie di sicurezza per le chiese ortodosse che fanno capo al patriarcato di Mosca.

Più tardi i leader Ue, tra i quali la premier Giorgia Meloni, hanno firmato una dichiarazione congiunta nella quale si dichiarano pronti a favorire l’incontro a tre, ricordano alla Russia di non poter porre il veto sull’ingresso di Kiev nell’Unione e nella Nato e che i confini dell’Ucraina non vengano modificati con la forza. E von der Leyen ricorda: “Essenziali solide garanzie di sicurezza”. Intanto domani pomeriggio i Volenterosi si riuniranno in videoconferenza.

Dal fronte russo, l’esito del summit viene letto come una vittoria di Putin mentre per i media ucraini l’incontro è stato “disgustoso e inutile”

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