Ucraina, sospeso il ministro della Giustizia: è coinvolto nello scandalo degli appalti dell’energia
Il cerchio magico del presidente ucraino Volodymyr Zelensky perde un altro pilastro: il ministro della Giustizia, German Galushchenko, è stato licenziato ieri dal Consiglio dei ministri per il suo pesante coinvolgimento nello scandalo di Energoatom, il colosso statale dell’energia ucraina che governa le quattro centrali nucleari del Paese (la più grande delle quali, quella di Zaporizhzhia, è però sotto controllo russo). Nella squadra di Zelensky, e del capo dell’Ufficio presidenziale Yermak, era uno dei fedelissimi e non certo una nomina dell’ultima ora: con Zelensky presidente era diventato vice presidente di Energoatom nel 2020, poi nel 2021 era stato nominato ministro dell’Energia e anche con il rimpasto di quest’anno – a metà luglio – era stato pienamente confermato nella squadra diventando ministro della Giustizia.
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La banda dei corrotti e degli squali spolpava gli appalti finanziati dagli aiuti internazionali per proteggere le centrali nucleari e le loro infrastrutture energetiche dagli attacchi russi, che stanno progressivamente azzerando la distribuzione di corrente elettrica in Ucraina. In quella banda Galushchenko sarebbe stato “il professore”, registrato così nei faldoni della Nabu. Mille ore di registrazioni audio, quindici mesi di indagini della procura anti corruzione Sapo e del suo organo esecutivo, la Nabu, mentre la maggioranza in parlamento controllata dal partito “Servi del Popolo” di Zelensky cercava di ostacolarne il lavoro. Ne hanno arrestato gli ispettori, e hanno provato a sottometterla alla Procura generale, controllata direttamente dall’Ufficio della presidenza.
Lo scontro finale, la legge bavaglio firmata da Zelensky ma contestata in piazza dagli ucraini, finì con la marcia indietro del presidente, costretto a ritirare il provvedimento. Una guerra senza rete: Ruslan Magamedrasulov, capo della sezione investigativa della Nabu, è stato arrestato il 21 luglio di quest’anno dalla Sbu, i servizi segreti di un fedelissimo di Zelensky, Vasyl Maljuk, con l’accusa di cooperazione con la Russia, traffico illegale di canapa industriale e passaggio di informazioni riservate. Magamedrasulov stava indagando su Timur Mindich, co-proprietario dello studio “Kvartal 95” fondato da Zelensky e amico strettissimo del presidente: è una delle figure chiave nello scandalo di Energoatom, e si è salvato miracolosamente fuggendo dall’Ucraina il giorno stesso in cui gli agenti della Nabu si presentavano a casa sua.
Secondo il Canale24 della tv ucraina, Mindich sarebbe stato visto a Tel Aviv insieme ai fratelli Zuckerman, anche loro coinvolti nello scandalo nel capitolo che riguarda il riciclaggio delle mazzette: un tesoro da cento milioni di dollari in banconote fresche di zecca della Federal Reserve e in euro, parte degli aiuti girati all’Ucraina per proteggere le sue centrali. E Magamedrasulov stava indagando anche su un’altra delle figure più vicine al presidente Zelensky: Oleksiy Chernyshov, ex vice primo ministro, unico ministro invitato al party dello scandalo per festeggiare il compleanno del presidente – proprio nella casa di Mindich – durante le restrizioni che lo stesso Zelensky aveva varato per il Covid.
“Questo caso può essere la più grande rivelazione sulla corruzione nella storia dell’Ucraina, poiché coinvolge un amico personale e socio in affari di Zelensky, Timur Midnich. Se l’indagine raggiungerà i vertici e le persone coinvolte in casi di corruzione dovranno essere licenziate, questo potrebbe minacciare l’architettura stessa del potere di Zelensky”, commentava le prime notizie con Repubblica Yuriy Nikolov, tra i più famosi giornalisti investigativi ucraini e fondatore di Nashi Hroshi. Il livello dei vertici è stato toccato, e le dimissioni sono arrivate.
Ucraina, il grande scandalo degli appalti dell’energia: coinvolti un ministro e un amico di Zelensky
Ma non è la prima volta che il potere del presidente Zelensky, l’uomo che ha saputo abbracciare il suo Paese e condurlo per mano a resistere all’invasione russa, resiste anche alle tempeste giudiziarie e agli scandali che lambiscono e persino entrano nel suo stesso ufficio presidenziale. L’elenco dei licenziati per eccesso di distrazione, o degli arrestati perché presi con le mani nel sacco, è lungo: comprende il ministro della Difesa Reznikov e il procuratore generale Andriy Kostin, il vice primo ministro Oleksiy Chernyshov, il vice ministro Vasyl Lozynskyi, il vice capo dell’Ufficio presidenziale Kyrylo Tymoshenko e il deputato dei “Servi del Popolo” Mykola Tyshchenko.
L’annuncio delle dimissioni di Galushchenko da neo ministro della Giustizia, assunto in quel ruolo appena 4 mesi fa, lo ha dato la premier Yulia Svyrydenko, anche lei fedelissima, nominata premier nello stesso rimpasto di luglio. La decisione è stata presa stamattina in una riunione straordinaria del governo, e il suo incarico è stato assegnato alla vice ministra per l’integrazione europea Lyudmila Sugak. “Sono pienamente d’accordo – il commento di Galushchenko – non mi aggrapperò alla carica di ministro. Credo che la rimozione per tutta la durata dell’indagine sia uno scenario civile e corretto. Mi difenderò sul piano legale e dimostrerò la mia posizione”.
Ma non è solo il suo destino a tremare. La banda lucrava tra il 10 e il 15 per cento degli appalti del colosso energetico Energoatom che fattura 200 miliardi di dollari l’anno e ha un’importanza strategica per la sopravvivenza stessa dello Stato, perché produce più di metà dell’energia elettrica che circola in Ucraina. Dopo qualche ora dalla divulgazione pubblica di notizie che dovevano essersi già diffuse in anticipo se hanno permesso a Mindich di salvarsi lasciando il Paese, il presidente Zelensky ha reagito con una dichiarazione chiara: “La lotta alla corruzione è prioritaria, chi ha costruito schemi corruttivi deve ricevere una risposta procedurale chiara e concreta, con condanne, e i funzionari del governo devono collaborare con Nabu e forze dell’ordine per ottenere risultati reali”.
Ma ci sono altri dettagli ad alta tensione: tutto il denaro che veniva accalappiato dalla banda veniva riciclato da un ufficio di Kiev che apparteneva alla famiglia di un ex deputato e ora senatore russo, Andriy Derkach. E la mente dell’organizzazione, secondo gli inquirenti, era proprio il comproprietario di Kvartal-95 ed ex socio del presidente Zelensky, Timur Mindich, indicato nei file della Nabu come “Karlson”. “Nel valutare la mozione di un investigatore della Nabu di arrestare Ihor Myronyuk, imputato nell’inchiesta Energoatom, l’accusa – scrive la Pravda Ucraina – ha osservato che l’amico intimo di Zelensky, Timur Mindich, esercitava influenza sull’ex ministro dell’Energia Galushchenko e sull’ex ministro della Difesa, Rustem Umerov (attuale segretario del Consiglio per la Sicurezza nazionale e la Difesa, presieduto da Zelensky, ndr). I pubblici ministeri hanno inoltre osservato che Mindich ha stretto legami con Galushchenko attraverso i suoi contatti con Zelensky”.
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