Usa, anche “l’urlatrice” di Fox News alla corte di Trump: chi è Jeanine Pirro, procuratrice di Washington

New York – L’obbedienza dei Repubblicani a Donald Trump non ha limiti. Il Senato americano ha approvato la nomina dell’ex giudice televisiva di Fox News Jeanine Pirro a procuratrice di Washington Dc. Pirro, che aveva ricoperto la carica ad interim, ha ottenuto il via libera da cinquanta senatori conservatori. Quarantacinque i voti contrari. La nomina di Pirro, opinionista dalle invettive incandescenti, appare come l’ennesima dichiarazione di guerra di Trump, che ha imposto il suo nome al partito, nonostante i molti imbarazzi.

Pirro non è sconosciuta agli americani: è la voce rauca dell’“altra” America, quella che, dicono i suoi critici, “ha scambiato lo stato di diritto per un talk show urlato”. Ma è in linea con altre nomine di rilievo provenienti da Fox: l’ex conduttore tatuato Pete Hegseth, finito alla guida del Pentagono, e Sean Duffy, ora segretario dei Trasporti. Pirro, però, è unica nel suo genere.

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Nel tempo questa donna di 74 anni, nata a Elmira, New York, figlia di un libanese e di una italoamericana, ex procuratrice distrettuale di Westchester County e giudice di corte, è passata da rappresentante della legalità a icona del populismo di destra. L’hanno accusata di essere alcolizzata, lunatica, di avere un ego sproporzionato, sempre pronta a sfide più grandi di lei senza essere, appunto, pronta. Come quando nel 2006 lanciò la sua campagna per il Senato contro Hillary Clinton con i 32 secondi di silenzio più imbarazzanti della storia: a un certo punto interruppe il suo discorso e cominciò a girare nervosamente i fogli. Cercava gli appunti. Chiese seccata “posso avere pagina 10?”, mentre elettori e giornalisti erano rimasti in silenzio a guardarla. La campagna, naturalmente, finì in un disastro.

Per il resto, rabbia e voglia di vendetta urlata davanti agli schermi. Quando nel 2019 il procuratore speciale Robert Mueller concluse la sua inchiesta sul Russiagate senza inchiodare Trump, Pirro andò in diretta tv e lanciò uno dei suoi monologhi furiosi. “Il vostro tempo è finito – disse – abbiamo vinto. I patrioti hanno vinto. Trump ha vinto”. Nel suo curriculum anche una sospensione per espressioni islamofobe. Ma il materiale è vario.

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Dopo le presidenziali del 2020, la giudice televisiva rilanciò teorie complottiste sui presunti brogli elettorali. Fox News, sotto pressione legale, e querelata per un miliardo di dollari, fu costretta a sospendere le sue apparizioni. Per la base trumpiana del movimento Maga fu il sigillo del “martirio”. Le hanno perdonato tutto, anche la trasmissione registrata il sabato sera dopo che lei stessa, in una diretta da casa, aveva ammesso di aver bevuto vino. Gli interventi erano infarciti di frasi sconnesse e lunghi silenzi. Fox News parlò di “problemi tecnici”. Un ex produttore dichiarò: “Se la trasmissione partiva alle nove di sera, avremmo dovuto tenerla sotto controllo già alle 7”. Per la base Maga anche l’aspetto etilico diventa un valore: Jeanine era apparsa autentica.

Adesso Trump le ha affidato la guida di una delle procure più importanti d’America, lanciando un segnale al Paese: non vuole riformare la giustizia, vuole possederla.

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