Usa, sì alla discussione della legge di bilancio. Ma Trump minaccia i senatori dissidenti

La legge più contestata dagli stessi Repubblicani, da Elon Musk, fa un passo importante verso l’approvazione. I repubblicani dopo ore di discussioni, con Vance costretto a correre al Senato perché il suo voto poteva essere decisivo hanno votato sì alla discussione del “big, beautiful bill” del presidente Donald Trump. Anche se il destino del gigantesco taglio delle tasse e della spesa pubblica voluto dal Presidente è ancora incerto.

Il Big Beautiful Bill che aumenta il debito e taglia la spesa sociale

Dopo ore di pressione da parte dei leader repubblicani del Senato, il disegno di legge ha superato un voto procedurale chiave, 51 a 49. Il disegno di legge multimiliardario di Trump ridurrebbe le tasse federali e infonderebbe più fondi al Pentagono e alle agenzie per la sicurezza delle frontiere, riducendo i programmi di sicurezza governativi, tra cui il Medicaid.

Il tycoon: “Una grande vittoria”

“Stasera abbiamo assistito a una grande vittoria al Senato con il Great, Big, Beautiful Bill”, ha scritto su Truth il presidente degli Stati Uniti dopo che il Senato Usa ha aperto il dibattito sulla legge di spesa del tycoon. In post successivi, il leader americano si è prima detto “molto orgoglioso del Partito repubblicano stasera”, prima di rilanciare il suo slogan “Make America great again”.

Il via libera libera dopo ore e ore di discussione

Il via libera all’inizio del dibattito è arrivato alla fine di una lunga giornata di trattative e dopo una quasi drammatica votazione durata ore. Due senatori repubblicani (Thom Tillis della Carolina del Nord e Rand Paul del Kentucky) hanno votato contro, mentre altri tre, Lisa Murkowski dell’Alaska, Rick Scott della Florida, Mike Lee dello Utah e Cynthia Lummis del Wyoming si sono astenuti.

L’attacco al senatore dissidente: rielezione difficile

Donald Trump ha attaccato il senatore della Carolina del Nord Thom Tillis che ha votato contro l’apertura del dibattito. Trump ha parlato di una “rielezione” che sarà “molto difficile”. Minacciandolo di non sostenerlo alle primarie repubblicane per la prossima corsa al Senato e ha aggiunto che “numerose persone si sono fatte avanti per candidarsi alle primarie contro il senatore Thom Tillis. Li incontrerò nelle prossime settimane, alla ricerca di qualcuno che possa rappresentare degnamente il grande popolo della Carolina del Nord e, cosa molto importante, gli Stati Uniti d’America”.

L’attacco dopo il via libera alla discussione

Trump ha anche minacciato chi ha votato con i dem. “Rend Paul ha votato ancora ‘no’? Cosa non va in questo tizio?”. “I Repubblicani devono ricordare che stanno combattendo contro un gruppo di persone molto malvagio, corrotto e, per molti versi, incompetente (dal punto di vista politico!), che preferirebbe vedere il nostro Paese “andare a fuoco” piuttosto che fare la cosa giusta e rendere l’America di nuovo grande! – si legge in un post.

Condividi questo contenuto: