Borussia, Terzic lancia la sfida al Real: “Siamo qui a giocarci un sogno”
LONDRA – “Ho grande ammirazione per Ancelotti, per il modo in cui gestisce le sue squadre. Non ha vinto solo in un Paese ma in tanti Paesi diversi. Da giovane allenatore credo di avere tanto da imparare da uno come lui”. Il tecnico del Borussia Dortmund Edin Terzic ha 41 anni, 24 in meno del suo collega e avversario, e sa perfettamente chi sia il favorito della finale di Champions. Però non si sente la vittima sacrificale e spiega il perché: “Il fattore chiave per arrivare qui è stata la nostra solidità difensiva. Siamo stato il club con più clean sheets, sei, in questa edizione del torneo: non concediamo tante occasioni agli avversari”. Gli stenti tecnici della prima parte della stagione sono stati superati: “Bisogna tenere conto del fatto che abbiamo avuto tanti cambiamenti sul mercato, era logico che questo pesasse. Oggi siamo una squadra diversa da settembre”. Infine, l’affondo speranzoso: “Su 10 partite è difficile battere il Real, su 34 impossibile. Ma nella partita singola si può. Il loro ruolo di favoriti è ovvio, ma ci importa poco. Abbiamo eliminato Atletico Madrid e Psg da sfavoriti in partenza. E adesso siamo qui a giocarci il sogno. Se cadi, puoi rialzarti: è la cosa più bella del nostro sport. Non siamo andati bene in Bundesliga, ma siamo qui ad affrontare il Real in finale”.
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Il Borussia teme ”il suo” Bellingham
Nessun timore del Real, ma grande rispetto e riconoscimento del suo ruolo di favorito. Il copione prevede questo e i due giocatori prescelti dal Borussia Dortmund per parlare, a poche ore dalla finale, lo rispettano. Brandt prova a tranquillizzare se stesso e i tifosi: “Abbiamo giocato l’ultima partita della stagione due settimane fa, ma non è un grosso problema. La gente parla sempre di ritmo. Lo abbiamo. Ci siamo allenati intensamente e siamo ben preparati”. Schlotterbeck spiega chi è il pericolo numero uno: l’ex Dortmund Bellingham, passato l’estate scorsa al Real per 103 milioni di euro: “I loro attaccanti hanno tutti qualità incredibili. Ma Jude può davvero fare tutto, dobbiamo stare molto attenti nella sua zona. Proveremo a farlo da squadra, non vediamo l’ora”. Il contemporaneo addio di Kroos e Reus, simboli del calcio tedesco e avversari a Wembley, è l’occasione per l’omaggio di Brandt: “Ho giocato con Toni in Nazionale e con Marco nel club. Toni lascia un’enorme eredità nel calcio, con il suo modo di giocare: un’icona e un ragazzo sensazionale. Marco stato un idolo e un modello per me da adolescente. Ho guardato i suoi video su YouTube”.
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